Re: ACQUA PUBBLICA SENZA SE E SENZA SPA!
Inviato: 06/08/2010, 3:15
Cremona, 05 agosto 2010
comunicato stampa
Ieri, 4 agosto, eravamo veramente in tanti davanti al Pirellone, tanto più considerati il periodo, l'orario e il pochissimo tempo avuto per organizzare il presidio. Erano presenti comitati provenienti da varie province, esponenti delle forze politiche di sinistra, di centro sinistra, alcuni consiglieri regionali, cittadini preoccupati per il futuro dei servizi idrici lombardi. Preoccupati ma anche e soprattutto indignati. Nessuna regione fino ad ora ha messo mano alla propria normativa sui servizi pubblici locali inserendo le sciagurate novità del decreto Ronchi. Contro questo decreto, che obbliga alla messa a gara di essenziali servizi pubblici, ricordiamo che ben 5 regioni hanno presentato ricorso per incostituzionalità; ricordiamo che due settimane fa il più ampio schieramento della società civile italiana degli ultimi decenni ha consegnato in Cassazione 1.400.000 firme per abrogare totalmente il decreto Ronchi e le altre disposizioni di legge che permettono di fare mercato e profitto sull'acqua bene comune. Ricordiamo che la settimana scorsa l'Assemblea Generale dell'ONU ha approvato a larghissima maggioranza (142 voti a favore, 42 astenuti, nessuno contrario: anche l'Italia ha votato a favore!!!!) la dichiarazione che finalmente riconosce l'acqua e l'accesso all'acqua potabile diritti di tutte le persone. L'acqua è stata dichiarata diritto umano perché da essa dipendono la qualità della vita e la vita stessa degli esseri viventi. Inoltre la risoluzione ONU rilancia l'impegno e l'obbligo per tutti gli stati e le organizzazioni internazionali ad investire ingenti fondi nella costruzione e manutenzione delle opere come acquedotti, potabilizzatori, fognature e depuratori perché si possa garantire finalmente a tutte le popolazioni il diritto ad utilizzare acqua potabile e a vivere in condizioni igieniche idonee alla salvaguardia della salute.
Consideriamo il rinvio della votazione sul progetto di legge della Giunta Regionale di buon auspicio per le prossime importanti battaglie che ci attendono da settembre. Sappiamo che la Giunta riproverà a portare in Consiglio il suo progetto di legge ma noi ci faremo sentire insieme agli oltre 230.000 cittadini lombardi che hanno sottoscritto i quesiti referendari ed insieme ai comuni che attraverso l'ANCI regionale hanno già espresso forte contrarietà al progetto formigoniano. Ricordiamo che il consiglio comunale di Milano ha deliberato poche settimane fa all'unanimità il proposito di non applicare le scadenze capestro del decreto Ronchi all'azienda di gestione del servizio idrico della città: l'affidamento diretto dovrà continuare fino a scadenza naturale cioè fino al 2027. Verificheremo l'impegno e le azioni che la sindaca Moratti metterà in campo.
Saremo anche molto attenti alle azioni che la Lega Nord promuoverà: ieri sul finire del presidio abbiamo intercettato il presidente del consiglio regionale Boni. A domanda diretta egli ha dichiarato che le posizioni della Lega sono quelle del sindaco di Varese Fontana cioè contrarie alla privatizzazione e allo scippo delle competenze dei comuni in materia di servizi idrici a favore delle province.
Saremo anche molto attenti a cosa faranno i partiti di opposizione presenti in consiglio regionale: se daranno battaglia e staranno con i cittadini fino in fondo o se accetteranno posizioni di compromesso.
Come comitato cremonese siamo e saremo molto attenti alle vicende complesse che riguardano le diverse aziende locali che oggi gestiscono ancora direttamente il servizio idrico in provincia. Ci preoccupa il progetto di società mista pubblico-privata presentato dalla presidenza dell'AATO (progetto bocciato dai sindaci lo scorso marzo) e "fiore all'occhiello" del presidente Salini; ci preoccupano e non poco la ricapitalizzazione di Lineagroup e il conferimento in essa dei patrimoni delle ex municipalizzate. Il servizio idrico al momento è rimasto fuori dal lancio sul mercato dei servizi della nostrana multiutility ma la cordata di banche che sosterrà il finanziamento dell'operazione ha già esplicitamente dichiarato di guardare con molto interesse anche al settore idrico.
Ricordiamo che il comitato ha chiesto un incontro al sindaco Perri a gennaio, richiesta riformulata a marzo e rafforzata dalla consegna di 1000 firme di cittadini cremonesi che chiedevano al consiglio comunale e al sindaco di non applicare il decreto Ronchi e di ripubblicizzare pienamente il servizio idrico. Ad oggi nessuna risposta ci è pervenuta, nemmeno negativa. Eppure di cose da discutere ce ne sarebbero! Entrambi i progetti (la soscietà mista per l'idrico e il futuro di Lineagroup) delineano due strade diverse che portano però alle stesse conseguenze. I servizi pubblici locali sarebbero gestiti e regolati dal mercato secondo le sue regole: la "libera" concorrenza, l'inglobamento di servizi di altri territori, la quotazione in borsa, la competitività al ribasso, il massimo profitto ricavato dall'aumento delle tariffe, dall'abbassamento dei costi e della qualità dei servizi (profitto garantito per legge da una normativa nazionale che proponiamo di abrogare con uno dei referendum), dall'incentivazione ai consumi. La privatizzazione diminuirà la trasparenza nella gestione e abbatterà la partecipazione democratica degli utenti e degli enti locali. Si concretizzerà il pericolo di essere fagocitati dalle multinazionali dell'acqua e aumenterà l'esposizione alle infiltrazioni mafiose in settori vitali rischiando di rendere inestricabile l'intreccio tra politica e organizzazioni criminali, come evidenziano i fatti di queste ultime settimane.
Il mercato è l'ultimo degli strumenti utili alla garanzia dei diritti. Il mercato guarda ai bisogni, anzi li stimola e si rivolge a chi può permettersi di soddisfare ogni desiderio vero o indotto. Le sue finalità non sono né l'efficacia sociale del servizio né la soddisfazione dell'utenza ma l'arricchimento del gestore e la moltiplicazione dei dividendi per i soci.
Quando si tratta di diritti non c'è possibilità di scelta: un diritto va garantito a tutti, costi quel che costi, in qualunque condizione.
Francesca Berardi
Comitato beni comuni-acqua pubblica di Cremona
Comitato provinciale referendario "L'acqua non si vende!"
comunicato stampa
Ieri, 4 agosto, eravamo veramente in tanti davanti al Pirellone, tanto più considerati il periodo, l'orario e il pochissimo tempo avuto per organizzare il presidio. Erano presenti comitati provenienti da varie province, esponenti delle forze politiche di sinistra, di centro sinistra, alcuni consiglieri regionali, cittadini preoccupati per il futuro dei servizi idrici lombardi. Preoccupati ma anche e soprattutto indignati. Nessuna regione fino ad ora ha messo mano alla propria normativa sui servizi pubblici locali inserendo le sciagurate novità del decreto Ronchi. Contro questo decreto, che obbliga alla messa a gara di essenziali servizi pubblici, ricordiamo che ben 5 regioni hanno presentato ricorso per incostituzionalità; ricordiamo che due settimane fa il più ampio schieramento della società civile italiana degli ultimi decenni ha consegnato in Cassazione 1.400.000 firme per abrogare totalmente il decreto Ronchi e le altre disposizioni di legge che permettono di fare mercato e profitto sull'acqua bene comune. Ricordiamo che la settimana scorsa l'Assemblea Generale dell'ONU ha approvato a larghissima maggioranza (142 voti a favore, 42 astenuti, nessuno contrario: anche l'Italia ha votato a favore!!!!) la dichiarazione che finalmente riconosce l'acqua e l'accesso all'acqua potabile diritti di tutte le persone. L'acqua è stata dichiarata diritto umano perché da essa dipendono la qualità della vita e la vita stessa degli esseri viventi. Inoltre la risoluzione ONU rilancia l'impegno e l'obbligo per tutti gli stati e le organizzazioni internazionali ad investire ingenti fondi nella costruzione e manutenzione delle opere come acquedotti, potabilizzatori, fognature e depuratori perché si possa garantire finalmente a tutte le popolazioni il diritto ad utilizzare acqua potabile e a vivere in condizioni igieniche idonee alla salvaguardia della salute.
Consideriamo il rinvio della votazione sul progetto di legge della Giunta Regionale di buon auspicio per le prossime importanti battaglie che ci attendono da settembre. Sappiamo che la Giunta riproverà a portare in Consiglio il suo progetto di legge ma noi ci faremo sentire insieme agli oltre 230.000 cittadini lombardi che hanno sottoscritto i quesiti referendari ed insieme ai comuni che attraverso l'ANCI regionale hanno già espresso forte contrarietà al progetto formigoniano. Ricordiamo che il consiglio comunale di Milano ha deliberato poche settimane fa all'unanimità il proposito di non applicare le scadenze capestro del decreto Ronchi all'azienda di gestione del servizio idrico della città: l'affidamento diretto dovrà continuare fino a scadenza naturale cioè fino al 2027. Verificheremo l'impegno e le azioni che la sindaca Moratti metterà in campo.
Saremo anche molto attenti alle azioni che la Lega Nord promuoverà: ieri sul finire del presidio abbiamo intercettato il presidente del consiglio regionale Boni. A domanda diretta egli ha dichiarato che le posizioni della Lega sono quelle del sindaco di Varese Fontana cioè contrarie alla privatizzazione e allo scippo delle competenze dei comuni in materia di servizi idrici a favore delle province.
Saremo anche molto attenti a cosa faranno i partiti di opposizione presenti in consiglio regionale: se daranno battaglia e staranno con i cittadini fino in fondo o se accetteranno posizioni di compromesso.
Come comitato cremonese siamo e saremo molto attenti alle vicende complesse che riguardano le diverse aziende locali che oggi gestiscono ancora direttamente il servizio idrico in provincia. Ci preoccupa il progetto di società mista pubblico-privata presentato dalla presidenza dell'AATO (progetto bocciato dai sindaci lo scorso marzo) e "fiore all'occhiello" del presidente Salini; ci preoccupano e non poco la ricapitalizzazione di Lineagroup e il conferimento in essa dei patrimoni delle ex municipalizzate. Il servizio idrico al momento è rimasto fuori dal lancio sul mercato dei servizi della nostrana multiutility ma la cordata di banche che sosterrà il finanziamento dell'operazione ha già esplicitamente dichiarato di guardare con molto interesse anche al settore idrico.
Ricordiamo che il comitato ha chiesto un incontro al sindaco Perri a gennaio, richiesta riformulata a marzo e rafforzata dalla consegna di 1000 firme di cittadini cremonesi che chiedevano al consiglio comunale e al sindaco di non applicare il decreto Ronchi e di ripubblicizzare pienamente il servizio idrico. Ad oggi nessuna risposta ci è pervenuta, nemmeno negativa. Eppure di cose da discutere ce ne sarebbero! Entrambi i progetti (la soscietà mista per l'idrico e il futuro di Lineagroup) delineano due strade diverse che portano però alle stesse conseguenze. I servizi pubblici locali sarebbero gestiti e regolati dal mercato secondo le sue regole: la "libera" concorrenza, l'inglobamento di servizi di altri territori, la quotazione in borsa, la competitività al ribasso, il massimo profitto ricavato dall'aumento delle tariffe, dall'abbassamento dei costi e della qualità dei servizi (profitto garantito per legge da una normativa nazionale che proponiamo di abrogare con uno dei referendum), dall'incentivazione ai consumi. La privatizzazione diminuirà la trasparenza nella gestione e abbatterà la partecipazione democratica degli utenti e degli enti locali. Si concretizzerà il pericolo di essere fagocitati dalle multinazionali dell'acqua e aumenterà l'esposizione alle infiltrazioni mafiose in settori vitali rischiando di rendere inestricabile l'intreccio tra politica e organizzazioni criminali, come evidenziano i fatti di queste ultime settimane.
Il mercato è l'ultimo degli strumenti utili alla garanzia dei diritti. Il mercato guarda ai bisogni, anzi li stimola e si rivolge a chi può permettersi di soddisfare ogni desiderio vero o indotto. Le sue finalità non sono né l'efficacia sociale del servizio né la soddisfazione dell'utenza ma l'arricchimento del gestore e la moltiplicazione dei dividendi per i soci.
Quando si tratta di diritti non c'è possibilità di scelta: un diritto va garantito a tutti, costi quel che costi, in qualunque condizione.
Francesca Berardi
Comitato beni comuni-acqua pubblica di Cremona
Comitato provinciale referendario "L'acqua non si vende!"