Quando c'era Report

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Nana
Esordiente
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Messaggi: 75
Iscritto il: 24/02/2007, 12:24

Ho ricevuto questa segnalazione da un amico.
Poichè siamo in annunci personali mi sembrava buona cosa postare qui, visto che questo è, a suo modo, un annuncio personale. Se ritenete sia più opportuno spostarlo altrove...

Volevo capire se anche a qualcuno di voi è arrivata questa mail.
Mi scuso per un eventuale doppione se era già stata postata.
N.



Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese,

eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai.
E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle.
Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani  che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'. Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'.

Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso. Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto.

(che non è tanto breve per un post, N. mia. Ho provveduto a fare un taglietto e allego link con altre info)

I FATTI

Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ('Little Pharma & Big Pharma'). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: 'Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie') e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx,prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA).
L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003. Per quella inchiesta io, la RAI e MilenaGabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte. Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare.

Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi (2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi.

All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo.

La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4)

E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.*

*(la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva (5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giusificabile l'operato della RAI inquesti casi).

Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me. La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.

Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: 'La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domada posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima'.(6)

Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità .
Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI, e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che 'la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla.'(7)

Non sarà così, e non è così oggi. Giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso. 8

Grazie di avermi letto.
Paolo Barnard
dpbarnard@libero. it

Note:

1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095,Roma 10/11/2004.
2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo.
3) Nel volume 'Le inchieste diReport' (Rizzoli BUR, 2006) Milena Gabanelli
eroicamenteafferma: '...alle nostre spalle non c'èun'azienda che ci tuteli
dalle cause civili'. Prendo atto cheil prestigioso studio legale del Prof. Avv.
Andrea Di Porto, Ordinario nell' Università di Roma La Sapienza, difende in questo
dibattimento sia la RAI che Milena Gabanelli. Ma nonme.
4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo-R.G.N.
83757/2004, Roma 30/6/2005: 'Pertutto quanto argomentato la
RAi-Radiotelevision eItaliana S.p .a. e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l'IllustrissimoTrib unale adìto
voglia:...porre a carico del dott. Paolo Barnard ogniconseguenza
risarcitoria. ..'.
5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la RAI: 'Lei
inqualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni responsabilità al
riguardoobbligandos i altresì a tenerci indenni da tutti gli oneri di
qualsivoglianatura a noi eventualmente derivanti in ragione del presente
accordo, con particolare riferimento a quelli di natura legale o giudiziaria' .
6) Raccomandata AR n. 12737143222- 9, atto di costituzione in mora
dalloStudio Legale Di Porto per conto della RAI controPaolo Barnard, Roma, 3/10/2005.
7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:18
8 - Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876
Cronologico, 18/5/2007: 'la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anchenelle
richieste di cui alle note del 30/6/2005... '. (siveda nota 4)
Si tolse gli occhiali scuri, pulendoli con un fazzoletto.
Gesto inutile e privo di logica per un cieco.
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