Il lavoro rende liberi?

Dal greco = spazio aperto

Moderatore: .ferro

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«In fondo, (...) si sente oggi che il lavoro come tale costituisce, la migliore polizia e tiene ciascuno a freno e riesce a impedire validamente il potenziarsi della ragione, della cupidità, del desiderio di indipendenza. Esso logora straordinariamente una gran quantità di energia nervosa, e la sottrae al riflettere, allo scervellarsi, sognare, al preoccuparsi, all'amare, all'odiare».

Friedrich Nietzsche, "Aurora" 1881

Vi liberereste dalla necessità del lavoro? Il lavoro è necessario per vivere?
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currysauce
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liberi di essere schiavi
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currysauce ha scritto: liberi di essere schiavi
Questo topic è stato ispirato da una discussione con mio padre. Di come il lavoro sia odiato, ma allo stesso tempo necessario: io produco cose, per avere i soldi per comprare cose che altri producono, e alla fine non posso fare a meno di lavorare.
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rootsman
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(A)narchiste ha scritto: Vi liberereste dalla necessità del lavoro? Il lavoro è necessario per vivere?
si,eccome.
no,nell'accezione attuale

adesso devo cercare e leggere  "disoccupazione creativa" di Ivan Illich,
qualcuno l'ha letto?
Ultima modifica di .ferro il 05/09/2006, 11:49, modificato 1 volta in totale.
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gasta
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Non lo so.
I 6 mesi di disoccupazione sono stati assurdi.
Nel primo mese facevo duemila cose. Ma non avere un obbiettivo e' un casino.

Adesso lavoro troppo e rimpiango quei tempi. Soprattutto perche' non vedo tanto la mia morosina.
Boh.
Il lavoro serve per non impazzire.
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gasta ha scritto: Il lavoro serve per non impazzire.
Qualsiasi lavoro sia.
Io non studio, non lavoro, non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport da circa 9 mesi e vorrei che non finisse mai. Leggo il doppio, vado in più luoghi, ho più tempo per l'ozio, per il divertimento, mi sono passate alcune fobìe...Boh...Magari sono un caso a parte.
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no, si chiama çul°.
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viciousburger ha scritto: io stamattina ho scoperto che ruotando il rubinetto del mio lavandino a sinistra scende acqua calda.
stai forse paragonando la frase "non posso fare a meno del lavoro" alla scoperta dell'acqua calda?

non si può fare a meno di lavorare perchè il contesto che ci sta attorno quasi ci obbliga
non mi sento di dire che però sia la cosa piu naturale e migliore ............
Ultima modifica di .ferro il 05/09/2006, 11:50, modificato 1 volta in totale.
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esatto.
è ovvio che non puoi fare a meno di lavorare.
a meno che tu sia:

a- un clochard
b- un miliardario
c- un ladro (ma è pur sempre lavoro).

siccome viviamo in questa società e non a topolinia, mio malgrado mi tocca lavorare.
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il lavoro è necessario per vivere:

1- se vogliamo permetterci di vivere in una società industrializzata, allora si.
cioè, nel momento in cui le macchine, oltre a produrre se stesse, produrranno anche tutto il resto, sarebbe possibile non lavorare, ma poi si rischierebbe di finire come dick narra nella novella "modello due" (da cui è strato tratto il film "screamers)

2-se accettiamo di vivere nelle caverne e cibarci di selvaggina o di bacche e di non lavarci, tanto quanto, ma dovremo pur faticare per difenderci e per mangiare e per vestirci e per comunque riuscire a vivere: non sarà un lavoro vero e proprio, ma comunque...

in america, nella seconda metà del 1800, è stato fatto un'esperimento, in una piccola cittadina, di vita comunitaria senza il denaro. comunque ciascuno lavorava,e poi tutto era in comune. nonostante nei primi tempi sia andato tutto bene, il progetto è stato abbandonato meno di trent'anni dopo (comunque un periodo considerevole)

per cui, no, non credo si possa viver senza lavoro, inteso anche solamente come fatica fisica per sopravvivere (quello che poi il lavoro in effetti è)
Ultima modifica di ianpaice il 05/09/2006, 11:23, modificato 1 volta in totale.
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Io ho provato a fare un lavoro che ammette la presenza di un capo, ma non sono durato più di 7 giorni in 4 luoghi di lavoro differenti. Quindi o apro un agriturismo in Emilia, gelateria in Croazia, libreria squat ad Amsterdam, o dovrò emigrare in luoghi che mi permettono di lavorare senza avere gentaglia incompetente a dirmi quello che devo fare, certi padroni sono proprio dei buffonazzi...
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(A)narchiste ha scritto: Io non studio, non lavoro, non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport da circa 9 mesi e vorrei che non finisse mai. Leggo il doppio, vado in più luoghi, ho più tempo per l'ozio, per il divertimento, mi sono passate alcune fobìe...Boh...Magari sono un caso a parte.
beato te. io pur vivendo in casa con i miei (mi fanno anche pagare un affitto) devo lavorare se poi voglio appagare i miei vizi. il lavoro è necessario per vivere e mi sta bene. quello che non mi sta bene è come lo si intende ora il concetto di lavoro, come le imprese tentino in tutti i  modi (riuscendoci) di fotterti per bene. salari da schifo, sempre meno certezze e sempre più precarietà, lavori perchè devi e sei costretto ad accettare condizioni che dieci anni fa sarebbero costate la galera al tuo datore di lavoro.
bella m.rd@ il mondo del lavoro.
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ianpaice
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(A)narchiste ha scritto: Io ho provato a fare un lavoro che ammette la presenza di un capo, ma non sono durato più di 7 giorni in 4 luoghi di lavoro differenti. Quindi o apro un agriturismo in Emilia, gelateria in Croazia, libreria squat ad Amsterdam, o dovrò emigrare in luoghi che mi permettono di lavorare senza avere gentaglia incompetente a dirmi quello che devo fare, certi padroni sono proprio dei buffonazzi...
la chiave di tutto è la gelateria in marocco

pare sia una miniera d'oro
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(A)narchiste ha scritto: Io ho provato a fare un lavoro che ammette la presenza di un capo, ma non sono durato più di 7 giorni in 4 luoghi di lavoro differenti. [...] certi padroni sono proprio dei buffonazzi...
non vuoi un padrone?
diventa imprenditore di te stesso, inventati un mestiere oppure comprati un appezzamento di terra e vivi dei suoi frutti. ma poi devi sempre pagare le tasse e il tuo padrone diventa lo stato, il clima che magari ti manda a puttane il raccolto. come la mettiamo?
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viciousburger ha scritto: siccome viviamo in questa società e non a topolinia, mio malgrado mi tocca lavorare.
Dove sta questa topolinia? Vado subito a battergliela a Nonna Papera.
ianpaice ha scritto: per cui, no, non credo si possa viver senza lavoro, inteso anche solamente come fatica fisica per sopravvivere (quello che poi il lavoro in effetti è)
Sostanzialmente io parlo di lavoro alienante dovuto alla società industriale o se vogliamo capitalista

Siamo consumatori. Siamo sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste. La televisione con 500 canali. Il nome di un tizio sulle mie mutande. I farmaci per capelli. Il viagra. O le calorie.
Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante m.rd@ del mondo.

Nel mondo che vedo, uno si muove con gli alci tra le umide foreste dei canyon intorno alle rovine del Rockefeller Center. Indosserà abiti di pelle che gli dureranno per tutta la vita. Si arrampicherà per le liane che avvolgono la Sears Tower. E quando guarderò giu vedrò minuscole figure che pestano granoturco e posano striscie di carne di cervo sulla carreggiata vuota di qualche superstrada abbandonata.


Fight Club (film)

E' questo quello che intendo, esistono lamentele, ma non prese di posizione costruttive.
Landrew Stardust ha scritto: diventa imprenditore di te stesso, inventati un mestiere oppure comprati un appezzamento di terra e vivi dei suoi frutti. ma poi devi sempre pagare le tasse e il tuo padrone diventa lo stato, il clima che magari ti manda a puttane il raccolto. come la mettiamo?
Ma, magari in Messico...O in Argentina, oppure in India. Dove il rischio è alto, ma quanto siamo disposti a spendere per la Libertà? Che non è la libertà di uscire, di parlare, ma è la libertà sincera e pura del motto satanico "Fà ciò che vuoi".

Ho già capito che sarò un fottuto disadattato...
Ultima modifica di Anonymous il 05/09/2006, 11:35, modificato 1 volta in totale.
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(A)narchiste ha scritto: Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante m.rd@ del mondo.

Fight Club (film)
eh, palaniuk (o come c@xxo si scrive, mecca correggilo tu) la fa facile, sopratutto grazie al suo conto in banca, ma io con 889euro mensili cosa sono?
non è mica facile.
Ultima modifica di .ferro il 05/09/2006, 11:51, modificato 1 volta in totale.
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Landrew Stardust ha scritto: eh, palaniuk (o come c@xxo si scrive, mecca correggilo tu) la fa facile, sopratutto grazie al suo conto in banca, ma io con 889euro mensili cosa sono?
non è mica facile.
Quando mi son rotto i c°§li°ni, pigli la liquidazione, la dai alle pecore (tanto quelle mangiano tutto), e andiamo in qualche parte remota della Mongolia ad allevare capre. Vivremo di poco, ma ogni volta che ci sveglieremo e "cavalcheremo con il Sole sulla faccia" quella sarà la nostra condizione di uomini liberi.
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(A)narchiste ha scritto: Quando mi son rotto i c°§li°ni, pigli la liquidazione, la dai alle pecore (tanto quelle mangiano tutto), e andiamo in qualche parte remota della Mongolia ad allevare capre. Vivremo di poco, ma ogni volta che ci sveglieremo e "cavalcheremo con il Sole sulla faccia" quella sarà la nostra condizione di uomini liberi.
si man non siamo mica ferretti e zamboni che loro in mongolia ci sono andati in retromarcia.

Palaniuk scrive il vero, non posso non essere d'accordo, ma non posso nemmeno pensare che posso vivere d'aria, devo lavorare, almeno per permettrmi il pane quotidiano. persino la caccia è regolamentata ora e a me fanno schifo le armi. o si cerca davvero l'isola deserta o si cerca di sopravvivere meglio che si può senza farsi risucchiare dal meccanismo lavoro-lavoro-sempre-soltanto-lavoro.
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.ferro
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Il lavoro è un di cui che serve per raggiungere degli obbiettivi, di qualsiasi natura essi siano.

Se si diventa in qualche modo imprenditori il lavoro può diventare esso stesso un obbiettivo da raggiungere.

Il quanto e il come si lavora dipende sempre dagli obbiettivi che ci si prefigge.
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale oscure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva......
Kristian Wilson (Nintendo INC, 1989)
Prof._Anteguerra

Chiaro.

Ma la discussione verte sulla natura del lavoro, non sulle dinamiche interne ad esso.

L'uomo di Neanderthal non andava in ufficio e viveva in mutande. Il lavoro come lo intendiamo oggi è basato sullo scambio: lavoro in posta, mi danno i soldi, do i soldi alla coop, loro mi danno un pollo arrosto, lo mangio e sopravvivo.

Mio nonno ha un pollaio. Mio nonno non va alla coop. Ha anche un orticello. Forse ha ragione lui.

O forse ha un pollaio perché è in pensione e non lavora più. Forse è meglio non lavorare per il sistema, ma lavorare per vivere. Campagna, orto, pollaio, cantina.

Bon.
Ultima modifica di Prof._Anteguerra il 05/09/2006, 12:21, modificato 1 volta in totale.
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