Ritornando al discorso iniziele
fonte l'unità 9-2-07
Catania, 17enne indagato per l'omicidio di Raciti
ragazzi ultrà negli scontri in cui è stato ucciso Raciti a Catania, foto Ap
Il minorenne sospettato di essere il ragazzo ripreso nel filmato al vaglio della polizia che lancia un lavabo contro l'ispettore Raciti colpendolo a morte sarebbe lui: «Ho partecipato agli scontri con la polizia e sono stato io a uccidere il poliziotto», avrebbe detto. «È falso. Smentisco in maniera categorica e assoluta che il mio assistito abbia confessato. È una cosa che non sta né in cielo né in terra», afferma l'avvocato Giuseppe Lipera che assiste il ragazzo. «Il mio assistito - dice l'avvocato - ha confermato solo di aver partecipato agli scontri con la Polizia ma non di aver ucciso alcuno».
Non sarebbe stato comunque da solo: gli altri del suo gruppo di devastatori, la sua "banda", non sono ancora stati identificati. Forse erano minori anche loro, forse sono stati loro a procurarsi le mazze, le bombe carta, il lavabo divelto dai bagni della curva nord dello stadio Angelo Massimino poi usato come arma contro Raciti. Così farebbero pensare le carte depositate dalla Squadra mobile alla procura di Catania e alla procura minorile. Intanto queste carte sono servite a incastrare il principale sospettato, il ragazzo riconosciuto nei filmati che documentano il momento dell'assalto alla macchina di Raciti. A.S. sono le sue iniziali. E oltre al fatto che non ha precedenti penali e è titolare di un abbonamento per le partite del Catania, si sa soltanto che continua a proclamarsi innocente.
Era già stato interrogato per ore dopo il fermo e ha sempre negato di essere lui il ragazzo con il passamontagna e la pietra in mano ripreso nei diversi fotogrammi delle telecamere esterne allo stadio. Ma il giudice dell'udienza preliminare stamattina non gli ha creduto e, sulle risultanze della Squadra mobile, ha aggravato la sua posizione giudiziaria. Dall'accusa di resistenza aggravata e continuata si è passati all'accusa di omicidio.
Gli investigatori della Squadra Mobile di Catania hanno depositato questa mattina, proprio in vista dell'udienza, i «nuovi atti» sulla sua posizione. Per l'indagato, che è minorenne, nell'udienza di convalida davanti al gip Alessandra Chierego ora l'accusa è molto, molto più grave. Ma non è il solo a rischiare ora molti anni di galera. Gli inquirenti stanno infatti ancora cercando di ricostruire l'identità degli altri che erano con lui e che pure si vedono nel filmato, intabarrati in cappucci e sciarpe, nella zona dove gli scontri sono stati più duri costando la vita all'ispettore Raciti. Lo si evince dalla comunicazione fatta agli inquirenti a Procura della Repubblica e Procura minorile in cui si dice che la polizia sta ora continuando le ricerche dei «correi».
Fino a questo momento sono 45 le persone arrestate nel corso delle indagini, tra questi c'è anche un esponente provinciale del movimento di estrema destra Forza Nuova, Alain Richard Di Stefano, 24 anni.