Nucleare

Dal greco = spazio aperto

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caber
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Q ha scritto: il modo meno inquinante di "produrre" energia è non sprecarla, e non sto parlando dello standby della TV, ma di case isolate termicamente, per dirne una.
si tratta del paradosso del secchio bucato: è inutile preoccuparsi della potenza della fonte che riempie il secchio, se questo perde.

e già che ci sono, il modo meno inquinante di smaltire i rifiuti è non produrli.

sembrano banalià, ma alla fine si arriva lì.
in realtà sono banalità e pure di scarso rilievo

la stragrande parte dell'energia elettrica non viene consumata dalle abitazioni ma dalle industrie
(per intenderci... l'acciaieria di arvedi consuma di + di tutta la città di cremona)

essendo enormi consumatori le aziende hanno già massimizzato l'efficenza nei consumi evitando sprechi
riducendo gli sprechi delle abitazioni (che essendo piccolissimi consumatori, spesso dalle basse disponibilità economiche e non pienamente economici nelle scelte) si risparmierebbe energia ma in una quantità non ad un livello non particolarmente rilevante
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Q
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caber ha scritto: l'efficenza
efficienza
caber ha scritto: riducendo gli sprechi delle abitazioni si risparmierebbe energia ma in una quantità non ad un livello non particolarmente rilevante
ovvero si risparmierebbe ad un livello particolarmente rilevante, caber mi da ragione!
comunque sì, ho capito il ragionamento, probabilmente hai ragione, ma rinunciare a ottimizzare le utenze domestiche perché c'è chi consuma molto di più mi sembra sciocco, tra l'altro aumentare l'efficienza energetica privata/diffusa permetterebbe di creare un circuito virtuoso di lavoro/profitto.
e attenzione a non confondere l'ottimizzazione "economica" dei consumi energetici e dei rifiuti della aziende con quella effettiva.
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avevo già scritto un post in merito nei giorni scorsi ma ho dovuto spegnere il pc e mi sono dimenticato di inviarlo :(

cmq quoto Q, fermo restando che poi c'è da pensare cmq a come produrre l'energia, anche se se ne consuma di meno.

cmq per rispondere a caber: no, non è vero che le nostre aziende/industrie fanno tutto il possibile per ridurre il consumo di energia, dimostrazione ne è il fatto che in tutta italia la maggior parte dei trasporti è su gomma, mentre è evidente che sarebbe molto meno dispendioso investire sul ferro (rotaie interne ai grossi complessi industriali, treni all'esterno)
anche in questo caso lascio un link, così non torniamo ai discorsi astratti.
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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
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il belloso ha scritto: cmq per rispondere a caber: no, non è vero che le nostre aziende/industrie fanno tutto il possibile per ridurre il consumo di energia, dimostrazione ne è il fatto che in tutta italia la maggior parte dei trasporti è su gomma, mentre è evidente che sarebbe molto meno dispendioso investire sul ferro (rotaie interne ai grossi complessi industriali, treni all'esterno)
eeesatttoooo!!!!!!!!!!
E che mi dite del fatto che siamo circondati per 3/4 dall'acqua, geograficamente siamo "snelli", siamo pieni di fiumi e nonostante ciò ci incapponiamo ad atraversare la nostra bella Italia per il lungo intasando strade e inquinando aria per trasportare merci?
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il belloso ha scritto: cmq per rispondere a caber: no, non è vero che le nostre aziende/industrie fanno tutto il possibile per ridurre il consumo di energia, dimostrazione ne è il fatto che in tutta italia la maggior parte dei trasporti è su gomma, mentre è evidente che sarebbe molto meno dispendioso investire sul ferro (rotaie interne ai grossi complessi industriali, treni all'esterno)
questo perchè in realtà una capillare distribuzione via rotaia è impossibile (ma questo è il meno)
soprattutto le ferrovie NON sono in grado di garantire il just in time
che provocherebbe crescita di magazzini
che anch'esso è uno spreco
quindi dove sta l'illogicità?
(forse solo nello stato che non fa funzionare le ferrovie e nelle persone che non vogliono le ferrovie sotto casa, ma è un altro discorso...)
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A volte se l'idea non matcha con il know how del case study proposto dal creative imprinter finisce proprio non just in time.
Quindi warnare tutti e' il prossimo step to do, in divenire.
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chiarezza
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gasta ha scritto: A volte se l'idea non matcha con il know how del case study proposto dal creative imprinter finisce proprio non just in time.
Quindi warnare tutti e' il prossimo step to do, in divenire.
W0 GRAZIE!!!!!!!!!

W LA SUPERCAZZOLA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ultima modifica di chiarezza il 01/07/2008, 13:00, modificato 1 volta in totale.
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caber ha scritto:
Citato da: il belloso su 29 Giugno  2008, 19:16:23
cmq per rispondere a caber: no, non è vero che le nostre aziende/industrie fanno tutto il possibile per ridurre il consumo di energia, dimostrazione ne è il fatto che in tutta italia la maggior parte dei trasporti è su gomma, mentre è evidente che sarebbe molto meno dispendioso investire sul ferro (rotaie interne ai grossi complessi industriali, treni all'esterno)
questo perchè in realtà una capillare distribuzione via rotaia è impossibile (ma questo è il meno)
soprattutto le ferrovie NON sono in grado di garantire il just in time
che provocherebbe crescita di magazzini
che anch'esso è uno spreco
quindi dove sta l'illogicità?
(forse solo nello stato che non fa funzionare le ferrovie e nelle persone che non vogliono le ferrovie sotto casa, ma è un altro discorso...)
io non avevo parlato in termini di logicità (caso mai indirettamente di logisticità ma non usandolo come termine)

la mia frase sopra riportata rimane vera

non serve
. nè una capillarità della rete feroviaria ("basterebbero" dei grandi hub, o punti di smistamento, una rete efficiente per le grandi e medie distanze e delle zone industriali ben strutturate e non sparse per la/le città)
. nè il just in time, ovvere quella malata logica dell'avere tutto-e-subito (necessità indotta senza la quale le persone tornerebbero ad apprezzare il valore delle cose)



nota a margine: strano cmq come le aziende e gli aziendalisti spingano per un mercato libero e per una destrutturazione dello stato, ovvero per "uno Stato leggero", poi si lamentino quando servono servizi, invece di investire per crearli o per migliorarli
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il belloso ha scritto: . nè il just in time, ovvere quella malata logica dell'avere tutto-e-subito (necessità indotta senza la quale le persone tornerebbero ad apprezzare il valore delle cose)
:o :o :o eh?!?
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caber ha scritto: 02/07/2008, 22:01:o :o :o eh?!?
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si ma dovevi citare lui... non me...

io so cos'è il JIT... e so che vuol dire "giusto in tempo" e non "tutto e subito" che è l'esatto opposto...
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caber ha scritto: si ma dovevi citare lui... non me...

io so cos'è il JIT... e so che vuol dire "giusto in tempo" e non "tutto e subito" che è l'esatto opposto...
;D ;D ;D

sisi, significa proprio "giusto in tempo"!  ;D ;D

W0
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bhè non sono un virtuosista letterario quindi non saprei dire che differenza c'è tra "giusto in tempo" e "appena in tempo"

so che differenza c'è con "tutto e subito" che è l'opposto...  T-T

tra l'altro corredata pure da frasetta tra parentesi "necessità indotta senza la quale le persone tornerebbero ad apprezzare il valore delle cose" che dimostra una certa ignoranza sull'argomento siccome il JIT nasce proprio per la grande importanza data alle cose ed al loro valore  ???
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beh, il belloso, ammetterai che caber non ha tutti i torti, nello specifico...
cmq moltissime aziende sono tutt'altro che virtuose dal punto di vista dello spreco energetico e della produzione dei rifiuti
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caber ti rispondo senza aprire la wiki, visto che non è mio solito, quindi potrei anche sbagliare a scrivere i termini, per piacere seguimi sul discorso senza stare troppo a sottilizzare sul resto.

è un po' lungo, quindi lo metto sotto spoiler perchè tra la'ltro siamo fuori tema
Spoiler:
La JIT è un modello di organizzazione interna alle aziende, essenzialmente dice che invece di mantenere dei grossi magazzini di stoccaggio del materiale che mi serve per la produzione, mantengo piccoli magazzini ma che "aggiorno" periodicamente ordinando le cose quando le precedenti stanno per finire; il JIT ha avuto molto successo in giappone, dove è nato (toyota)

In toyota però non viene utilizzato solo per i magazzini generali, quelli grossi a livello aziendale, ovvero per quelli che stoccano le materie prime che arrivano dall'esterno, ma viene utilizzato come modello per tutti i passaggi di materiale all'interno dell'azienda, evitando così di avere magazzini troppo grossi dislocati nei vari reparti; per fare questo all'interno dell'azienda si possono applicare delle tecniche che ti permettono di non mettere nemmeno troppo personale a pensare allo spostamente delle materie da un magazzino all'altro, visto che questa attività viene inserita in modo trasparente nel loro ciclo di lavoro.

(mi rendo conto che con degli esempi sarebbe più semplice ma non ho troppo tempo, al massimo rispiego)

importando questo modello negli stati uniti e ed in europa quello che si è fatto è mantenere il modello taylorista all'interno dell'azienda ed utilizzare modello Toyota (essenzialemente solo il JIT) solo per i magazzini principali e per i trasporti di materie prime, avendo come unico beneficio il fatto di avere piccoli magazzini principali, con il contro che per funzionare questo sistema poggia tutto il suo peso sul trasporto, che quindi deve essere veloce e deve rispondere in tempi brevi alle richieste dall'azienda, deve tra l'altro trasportare tanto volte piccole quantità, visto che non si fà più stoccaggio ma si fa appunto JIT.

vediamo ora l'altro discorso: il JIT alla europea, permettendo di avere piccoli magazzini e di ordinare le cose all'ultimo minuto, permette anche di diversificare l'offerta di prodotti, molte aziende negli ultimi 15 anni, soprattutto aziende di vendita come centri commerciali, hanno estremizzato il concetto e spinto commercialmente su questo fatto, creando un desiderio (ed una necessità indotta quindi) dei prodotti più disparati, dalle caratteristiche più diverse, permettendo all'immaginario collettivo di poter pensare di avere qualsiasi cosa il giorno stesso o cmq in breve tempo
(da qui il resto del mio discorso)

ammetterete che non ne facevo un principio di termini, ma di sostanza (e ribadisco come al solito, che wikipedia va bene per le inferinature, ma non aspettatevi che vi spieghi come funzionano veramente le cose)
tornando al discorso delle grosse aziende ribadisco che le grosse aziende non hanno affatto bisogno del JIT (di quello esterno per lo meno) visto che in realtà potrebbero fare a meno di avere piccoli magazzini e trasporti continui, potrebbero benissimo tornare al modello dei grandi magazzini con i trasporti periodici ma non continui ed applicare il JIT (e magari non solo il JIT ma anche altre pratiche dal modello TOYOTA) anche solo internamente all'azienda

.. sicuramente ne gioverebbe l'intero sistema di trasporti e potrebbero così scegliere anche mezzi più lenti e con arrivo non tempestivo quali ad esempio i mezzi su rotaia, senza incidere troppo sui costi, visto che tra l'altro il trasporto in "tempo reale" ha dei costi più alti
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allora

1 le aziende grosse hanno bisogno del JIT tanto quanto le piccole

2 la colpa non è delle aziende ma delle ferrovie incapaci di garantire un servizio

3 direi di passare oltre che siamo un pochino OT


le aziende che non massimizzano l'efficienza dell'uso di energia di solito sono piccole e ricadono comunque sotto le considerazioni fatte per l'uso civile
ovviamente la massimizzazione è a livello economico-finanziario... non mi pare normale chiedere di spendere 10 per risparmiare 1... non avrebbe nessun senso...

comunque sia rinnovo il mio favore per il nucleare, non tanto come fonte di approvigionamento energetico (che comunque male non fa) ma anche per le forti ricadute positive a livello di ricerca e tecnologia sull'intero sistema (punto moooolto dolente in italia)
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caber ha scritto: comunque sia rinnovo il mio favore per il nucleare, non tanto come fonte di approvigionamento energetico (che comunque male non fa) ma anche per le forti ricadute positive a livello di ricerca e tecnologia sull'intero sistema (punto moooolto dolente in italia)
si va bene lasciamo perdere il resto del discorso visto che mi sembra evidente che non sono stato in grado di farmi capire da tutti, e non ho voglia di ripetere le cose già scritte, si vede che è proprio un mio deficit

ma se la logica è quella del nucleare per migliorare la ricerca non potrebbe valere lo stesso discorso per le energie rinnovabili?
e perché in tal caso tenere in considerazione la costruzione di centrali nucleari tramite ditte straniere? se l'intento anche fosse quello della ricerca vogliamo forse innovare la ricerca negli altri paesi?

- caber io ti rispondo volentieri, ma ti pregherei di ribattere in modo strutturato, non cambiando discorso quando non sai cosa rispondere, e leggendo magari quello che gli altri scrivono, non nell'intento di trovare difetti, ma nell'intento di capire cosa ti stanno cercando di dire, per eventualmente ribattere a tema
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il belloso ha scritto: ma se la logica è quella del nucleare per migliorare la ricerca non potrebbe valere lo stesso discorso per le energie rinnovabili?
e perché in tal caso tenere in considerazione la costruzione di centrali nucleari tramite ditte straniere? se l'intento anche fosse quello della ricerca vogliamo forse innovare la ricerca negli altri paesi?
per il punto uno se leggi un po' di pagine fa ho auspicato una differenziazione energetica comprendente quella nucleare (ma anche carbone, eolico eccetera)

forse perchè a causa di un referendum di una ventina d'anni fa non c'è nessuno che sappia costruire una centrale nucleare in italia... e quelli che c'erano son dovuti emigrare...
oltretutto sarebbe fortemente contrario alle direttive UE qualunque tentativo di cambiare questa situazione (anche se farebbe molto contento il nostro protezionista ministro dell'economia)
col tempo il capitale tecnologico concernente il nucleare si riformerà anche in italia

(comunque con le risposte di prima ero stato sbirgativo per non andare ulteriormente OT)
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Vanta
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Nucleare:Francia, fuga radioattiva

ANSA) - PARIGI, 18 LUG - Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi senza impatto sull'ambiente sono state registrate in un impianto in Francia. Si tratta dell'impianto della Areva a Romans-sur-Isere nel sud-est del Paese. La fuoruscita delle acque contaminate e' stata causata da una rottura nel sistema di canalizzazione. Si tratta del secondo episodio di questo genere in due settimane dopo quello di Tricastin. Areva ha ammesso che all'origine dell'incidente c'e' stata una mancanza di coordinamento.
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io avrei sottolineato la frase "senza impatto sull'ambiente"

comunque non è che il petrolio sia una tecnologia senza rischi per l'ambiente eh... (tamoil docet) solo che fa meno scalpore... della nostra "amata" raffineria penso se ne sia fregato il mondo intero, pur avendo fatto più danni di quella fuga...
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