In Italia...

Dal greco = spazio aperto

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labbio
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A me quando hanno detto "o fai così o sei fuori" sono sempre girati i c°§li°ni e quando ho potuto me ne sono anche andato.

Il rispetto assoluto del padre, l'obbedienza (cieca) alla sue decisioni, mogli e buoi dei paesi tuoi, sono principi che fino a qualche anno fa erano radicati anche tra alcuni italiani, come non erano così rari i genitori che usavano i ceffoni, o peggio, per farsi ascoltare, per imporre il proprio volere.
È impensabile che una persona cambi idea dall'oggi al domani, che da un giorno con l'altro sia pronta a mettere in discussione i propri valori per adeguarsi a regole che non sente come proprie e non credo che la politica del "o così o fuori" sia un buon metodo per integrare, far comprendere e condividere il nostro stile di vita.

Cacciare dall'Italia i padri/padroni non risolve il problema, lo allontana solo dalla nostra vista.
È forse meno grave se un padre schiavizza la propria figlia nella propria terra natale, in un paese in cui la costituzione lo consente?
Non è forse meglio cercare un processo di integrazione?
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janfree
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no, sei fuori strada secondo me...
non dobbiamo andare, ad esempio, in Marocco a dire quello che devono fare.. se il padre padrone vuole farlo o può farlo la, io non sono un neocolonialista, non voglio imporre quello che deve e non deve fare... ma dal momento che decidi di prendere baracca e burattini e cambiare paese per cercare un futuro migliore allora devi anche sapere DOVE stai andando. Ci sono cose per le quali posso essere d'accordo con te. Si può aspettare, si può aiutare l'integrazione (posto che, è brutto dirlo, ma non si è tenuti) laddove la differenza di cultura non crea dei "traumi" a quelli  che sono i miei ideali, ovvero gli ideali per cui donne e uomini hanno lottato e sofferto per anni... ovvero l'uguaglianza dei sessi, la tolleranza, la libertà per ciascuno di aspirare alla propria felicità e alla prorpia realizzazione.. ecco... laddove tu non rispetti questi PILASTRI allora si. Sei libero di andartene. Per quanto mi riguarda non c'è spazio per te.
Essere tolleranti è una cosa bellissima. Ma la mia tolleranza finisce laddove inizia la tua intolleranza.
Si può discutere su tutto.. ma terrorizzare una ragazzina e lapidare una donna penso siano cose che non si possano accettare. E che offendono TUTTI gli italiani. Non è mio dovere INTEGRARTI sei tu che devi VOLERLO. E per cui devi sapere ancora prima di venire qui, che la Repubblica e i suoi cittadini non possono prescindere su certe cose... non importa quale che siano le tue attenuanti culturali. Poi io la penso così...
.Eta.

Se penso a certi aspetti di alcune culture, anche in me prevale il ripudio, lì per lì.
Ma basta pensare alla nostra Storia (a volte anche recente, per altri forse addirittura attuale), per sapere quanto è dura emanciparsi da una mentalità in cui si è nati.
Facile, per noi, sapere che certe cose sono brutte e cattive. Ma se fossimo nati altrove le troveremmo naturali. Solo pochissimi individui, in una intera società, sono in grado di vedere così oltre rispetto alle abitudini del proprio vicino.
Quindi sono per la tolleranza e l'integrazione, per l'accoglienza e il tentativo di evolversi insieme.

(Anche se rileggendo ciò che ho scritto lo sento dolorasamente ancorato al mondo delle belle parole: non sostengo perfino che applicare tutto ciò sia facile e immediato... ovviamente).
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janfree
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.Eta. ha scritto: 05/10/2010, 19:52Facile, per noi, sapere che certe cose sono brutte e cattive. Ma se fossimo nati altrove le troveremmo naturali.
il fatto è che paese che vai gente che trovi.

ovvero

if you go to Rome do as the Roman do

ovvero

se arrivi in un paese musulmano, od ortodosso, o ebraico ti vene naturale adattarti alla loro cultura, semplicemente e giustamente per NON OFFENDERE la loro sensibilità (vedi il fatto di metersi un copricapo nelle sinagoghe, ovvero di copririsi le spalle in una chiesa ortodossa o cattolica ultimo, ma non per ordine di importanza, non entrare in una moschea se non sei un seguace del profeta.

ora. Dato che penso che la Rai la vedono un po' tutti in Italia, dato che non credo vi sia tale una ignoranza non solo dei nostri usi e costumi ma bensì della nostra Legge fondamentale da parte di una persona da anni residente nei nostri confini sebbene nata fuori di questi le ipotesi che mi si balenano sono due:

1) non porti un minimo di rispetto alla possibilità di offendere la sensibilità altrui, e dunque sei un arrogante
2) non ti importa assolutamente del fatto che tu vivi in un'altra realtà, realtà che evidentemente disprezzi...

e allora: perché sarei io a dovermi impegnare a integrarmi con te? Quando da parte tua non trovo che arroganza e disprezzo? Avrò le braccia aperte a chiunque, come dice la Costituzione, cerca in Italia quei diritti che altrove vengono lui negati. Ma altresì non c'è spazio per te, per la tua arroganza, per la tua mancanza di rispetto sia per i miei costumi, che per le mie leggi, che per la dignità umana come io la intendo e la ho difesa sulla mia terra... Sempre secondo me...
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il ministro per le pari opportunità compie un bellissimo gesto chiedendo di costituirsi parte civile contro un uomo che ha ucciso la moglie e massacrato di botte la figlia che non voleva accettare un matrimonio combinato.
un gesto bellissimo.
anzi, non un gesto, ma un'azione bella e importante.
perché quello che ha fatto Hamad Khan Butt offende non gli italiani o i pakistani o il processo di integrazione, ma offende la specie umana; l'unica specie i cui componenti si scannano tra di loro e per giunta per futili motivi.

parlare di copricapi ebrei e moschee e sensibilità e usi e costumi e integrazione di fronte a un omicidio simile, mi sembra fuori luogo.
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janfree ha scritto: 05/10/2010, 23:14if you go to Rome do as the Roman do
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scusate, non ho resistito.
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Ovvio che non dobbiamo impegnarci per un'integrazione volta ad assorbire usi e costumi che limitano la libertà delle persone, ma dobbiamo impegnarci per offrire occasioni che permettano a chi arriva nel nostro paese di conoscere ed accettare i nostri usi.
Come dice Eta non è facile, ma non possiamo nemmeno sperare che la minaccia "o ti adegui o sei fuori" possa essere uno strumento funzionale.
Lasciare alla televisione il compito di far conoscere i nostri costumi è paradossale, visto che proprio la televisione propone un modello di donna oggetto, svestita e svenduta.

La civilissima Italia che tanto ci riempie di orgoglio ha abolito il delitto d'onore da meno di 30 anni ed ha esteso il diritto di voto alle donne solo da 64 anni.
È assurdo pretendere che un immigrato faccia un percorso culturale, che in Italia è durato anni, nell'arco di pochi mesi, aiutato solo dalla televisione.

Il bellissimo gesto della Carfagna puzza comunque di razzismo. Perchè non si è mai costituita parte civile nei processi che vedono come imputato un italiano cha abbia ucciso moglie e figli non sopportando l'idea della separazione?
Ultima modifica di labbio il 06/10/2010, 11:57, modificato 1 volta in totale.
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completamente d'accordo
labbio ha scritto: 06/10/2010, 11:56Il bellissimo gesto della Carfagna puzza comunque di razzismo. Perchè non si è mai costituita parte civile nei processi che vedono come imputato un italiano cha abbia ucciso moglie e figli non sopportando l'idea della separazione?
bella labbio, esattamente quello che avrei voluto scrivere come chiusura del mio stesso post.
il gesto è bellissimo e lo rimane.
la carfagna è e rimane il ministro delle dispari opportunità che ogni tanto ne fa una giusta per i motivi sbagliati.
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...mi permetto di aggiungere anche una piccola considerazione personale.

Io parto da presupposto che un uomo che arriva ad uccidere la moglie e a massacrare la figlia sia, prima di tutto, "pazzo".
...che poi le sue motivazioni siano religiose, passionali o salcazzo...ha un aspetto secondario, dal momento che tragedie simili sono compiute anche da cristiani, italiani, francesi, ecc.
Mi sembra che nel caso di delitti commessi da musulmani si voglia sempre calcare la mano sulla componente religiosa, mentre negli altri casi si privilegi l'aspetto psicologico.
Sono assassini.

A questa, per esempio, cosa direste?
In Italia non si uccidono bambini, quindi o ti adatti o te ne vai?
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basta con questo buonismo che mi viene il diabete.
lo stronzo (e come lui tanti altri stronzi) ha posto fine ad un'altra vita per un motivo incredibile e insostenibile.
le persone che la pensano come lui per me non meritano di esistere (leggi anche che non sono buone neanche per farci delle saponette)
io con una persona così NON MI VOGLIO INTEGRARE, non faccio neanche lo sforzo.
T.V.Andy B. - Godi baby,godi. non c'è più ma lo amo lo stesso
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Q ha scritto: 06/10/2010, 8:30parlare di copricapi ebrei e moschee e sensibilità e usi e costumi e integrazione di fronte a un omicidio simile, mi sembra fuori luogo.
no, non credo sia fuori luogo.. credo di aver reso molto male ciò che volevo dire, rileggendolo..
labbio ha scritto: 06/10/2010, 11:56Ovvio che non dobbiamo impegnarci per un'integrazione volta ad assorbire usi e costumi che limitano la libertà delle persone, ma dobbiamo impegnarci per offrire occasioni che permettano a chi arriva nel nostro paese di conoscere ed accettare i nostri usi.
no Labbio, no! questo discorso valeva nel 1200... oggi soprattutto dopo l'11 settembre dove i media di tutto il mondo hanno parlato in tutti i modi delle differenze fra le due culture, dopo che in marocco - e le ho viste - ci sono migliaia di padelle per le Tv satellitari, dopo che sei in Italia da anni.. bhé, penso che fai...mi dici che "non aveva capito", e che "dobbiamo spiegargli"?
Sei mai stato in Arabia? Quanto tempo ci hai messo per capire che non potevi bere alcolici? In quanto tempo te lo hanno spiegato? E penso sia meno evidente del fatto che non puoi lapidare tua moglie.. no? Questo caso è proprio sintomo della jattanza culturale.. ovvero, secondo me, l'essere convinto del fatto che la tua cultura, il tuo modo di vedere le cose, siano comunque superiori al mio, alle mie Leggi, alla mia sensibilità, alla mia cultura.. e che non sei tenuto ad osservarle...
è.. violenza.
chiarezza ha scritto: 06/10/2010, 12:12Io parto da presupposto che un uomo che arriva ad uccidere la moglie e a massacrare la figlia sia, prima di tutto, "pazzo".
...che poi le sue motivazioni siano religiose, passionali o salcazzo...ha un aspetto secondario, dal momento che tragedie simili sono compiute anche da cristiani, italiani, francesi, ecc.
Mi sembra che nel caso di delitti commessi da musulmani si voglia sempre calcare la mano sulla componente religiosa, mentre negli altri casi si privilegi l'aspetto psicologico.
Sono assassini.

A questa, per esempio, cosa direste?
In Italia non si uccidono bambini, quindi o ti adatti o te ne vai?
d'accordo con te su buona parte del tutto se non che appunto è questa componente religiosa che non deve passare: ovvero se credi che il fatto che tu sia un seguace del profeta di permetta di fare quello che vuoi in sprezzo della nostra Costituzione, ti sbagli. Tu e chi la pensa come te, sperando non siano in molti...
l'infanticidio di una madre può essere inconscio, involontario. Orrendo e terribile.. ma spesso spiegabile psicologicamente.
Il delitto passionale (posto che non lo giustifico) ma può nascere da un raptus.

quello che mi spaventa è l'eliminazione oltremodo cruenta di un essere umano in modo predeterminato. La lucidità che sottende questo gesto.. che dobbiamo integrare? un'idea di religione (non l'Islam, ma l'idea che taluni hanno di questo) che non si è modificata dal medioevo? Che ammette la lapidazione, i matrimoni combinati, la poligamia, che esalta i simboli di violenza e benedice la violenza stessa, che non mostra alcuna tolleranza per le fedi altrui e che considera gli "infedeli" come inferiori (da qui il dramma di cui stiamo parlando)? nel 2010?? é impossibile.. perché per primi loro non vorranno stringere la mano che tu porgi...
Ultima modifica di janfree il 06/10/2010, 13:35, modificato 1 volta in totale.
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Evidentemente non mi sono spiegata.
Io non volevo essere ne buonista ne giustificare nessuno.
Per me sono orrendi tutti gli atti di violenza, indipendentemente dalla causa.
In Italia determinate azioni sono punibili in quanto reato.
Punto.

Ammazzare qualcuno è un reato.
Indipendentemente dalla causa.
Reato ammazzare per un delitto passionale.
Reato ammazzare perchè te lo dice la voce del signore/maometto/nano da giardino/xy.
Reato ammazzare perchè ti hanno guardato storto.
ecc...

Perchè sottolineare come particolarmente grave il movente religioso?
Manca più di rispetto al genere umano qualcuno che uccide per motivi religiosi o qualcuno che uccide per gelosia?
Qual è il criterio per la classifica dell'orrore?
Manca di rispetto al genere umano chi uccide.
Punto.

Menarla con il discorso religioso, secondo me, non fa che alimentare le logiche razziste che vanno così di moda.
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ne facevo una differenza fra raptus di follia accecante e gelida premeditazione....
posto che citando i Manowar "killing for religion, something I don't understand"...

trovo più orrendo e meno giustificabile il secondo che il primo... nel primo caso chi arriva ad uccidere non sta bene con se stesso.. e andrebbe punito ed aiutato assieme a prescindere dalla nazionalità (la pena riabilitativa, come sancisce il nostro ordinamento)... nel secondo... sarei meno clemente, ecco.. ma il fatto è che tutto si è spostato su un piano ideologico/culturale. L'omicidio in questione è innegabilmente di carattere ideologico/culturale (politico, se vuoi) e il Ministero ha risposto con un atto che voleva appositamente essere ideologico/culturale (politico, se vuoi), come monito, come presa di posizione, come segnale ... e su questo io sono d'accordo.

per il resto il tuo discorso non fa una piega.... sempre stato d'accordo sul fatto che la violenza, in qualsiasi modo e da chiunque perpetrata, sia da condannare.
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stavo scrivendo il post ma poi non ho avuto tempo di finirlo, nel frattempo ha scritto questo chiarezza, che non posso che condividere.
chiarezza ha scritto: 06/10/2010, 12:12...mi permetto di aggiungere anche una piccola considerazione personale.

Io parto da presupposto che un uomo che arriva ad uccidere la moglie e a massacrare la figlia sia, prima di tutto, "pazzo".
...che poi le sue motivazioni siano religiose, passionali o salcazzo...ha un aspetto secondario, dal momento che tragedie simili sono compiute anche da cristiani, italiani, francesi, ecc.
Mi sembra che nel caso di delitti commessi da mussulmani si voglia sempre calcare la mano sulla componente religiosa, mentre negli altri casi si privilegi l'aspetto psicologico.
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A questa, per esempio, cosa direste?
In Italia non si uccidono bambini, quindi o ti adatti o te ne vai?
non è una questione del "torna a casa tua" sono omicidi.
allo stesso modo con cui vengono processate le persone con albero genealogico interamente italiano (?) vanno processate quelle appena arrivate.

allo stesso modo con cui gli abitanti con albero genealogico interamente italiano (?) possono agire per cambiare le prassi e le leggi attuali dovranno poterlo fare anche quelle appena arrivate.

il "adeguati o torna a casa tua" non ha alcun senso, si applica il diritto, ed il diritto di contestarlo e cercare di cambiarlo, indipendentemente da dov'è "casa propria"
"I fatti?" proferì nuovamente. "Signor Franklin, prenda ancora un sorso di groge si riprenderà dalla debolezza di credere ai fatti! Gioco sleale, signore!"
(Wilkie Collins, La pietra di luna)

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il belloso ha scritto: 06/10/2010, 15:25allo stesso modo con cui vengono processate le persone con albero genealogico interamente italiano (?) vanno processate quelle appena arrivate.
Quando sono stato in Francia l'ultima volta la prima cosa che mi hanno chiesto è stata "Janfree.. siamo qui per te.. quale legge vuoi cambiare?" oh, la prima...
e in un sacco di paesi lo fanno.. non capisco perché da noi no...
Bello, ma fi§@!

a parte che esiste il concetto di cittadinanza per esercitare i diritti politici.. ma poi che consuetudini vuoi cambiare? La lapidazione?? ma Bello, ma ti rendi conto di cosa hai detto?

Dopo questa però basta. Troppe parole su un solo argomento. Io chiudo qui.
Ultima modifica di janfree il 06/10/2010, 16:18, modificato 1 volta in totale.
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janfree ha scritto: 06/10/2010, 13:33no Labbio, no! questo discorso valeva nel 1200... oggi soprattutto dopo l'11 settembre dove i media di tutto il mondo hanno parlato in tutti i modi delle differenze fra le due culture, dopo che in marocco - e le ho viste - ci sono migliaia di padelle per le Tv satellitari, dopo che sei in Italia da anni.. bhé, penso che fai...mi dici che "non aveva capito", e che "dobbiamo spiegargli"?
rispondo autocitandomi
labbio ha scritto: 06/10/2010, 11:56dobbiamo impegnarci per offrire occasioni che permettano a chi arriva nel nostro paese di conoscere ed accettare i nostri usi.
janfree ha scritto: 06/10/2010, 13:33Sei mai stato in Arabia? Quanto tempo ci hai messo per capire che non potevi bere alcolici? In quanto tempo te lo hanno spiegato?
Mi stai dicendo che se fossi in Arabia a cena in casa di amici italiani, solo tra italiani, e questi ti offrissero una birra tu la rifiuteresti e magari faresti loro un sermone sulla necessità di rispettare a fondo le leggi del paese che ti ospita?

Se la soluzione non è l'integrazione allora qual è?
Fuori tutti i pakistani perchè da loro la legge consente di maltrattare e uccidere le donne che non rispettano il volere degli uomini?
O facciamo un test per chi chiede il permesso di soggiorno con domande tipo "pensi di conservare gli usi e costumi della tua nazione di origine anche se in forte contrasto con le leggi e gli usi italiani? si no"?
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a parte che gli amici italiani dovrebbero fare carte false per trovare una birra in Arabia... (e dico Arabia un tanto al chilo...)
semplicemente dico che.. durante il medioevo la legge era personale: ovvero tu rispondevi, ovunque tu fossi alle leggi del paese da quale provenivi. Si è capito che è un casino. Dunque sottostai alle leggi del paese dove risiedi. Lo abbiamo imparato una cosa come 500 anni fa.

ma, davvero, se parliamo ancora di integrazione per chi giustifica la lapidazione o cerchiamo di "capire" chi pensa solo amissibile l'infilare una donna fino al collo nella terra e ammazzarla a sassate... mi "disintegro" io.. ecco in una società che vorrebbe integrare gente così.. niente.. non chiedo di cambiar idee per me... mi faccio da parte. E ribadisco il concetto di prima.. questa cosa ha fatto sprecare già troppe parole.. (per quel che mi riguarda)
.Eta.

Vorrei specificare solo una cosa relativa al mio post: quando ho scritto mi ero persa che il discorso era nato da quel fatto di cronaca, pensavo fosse un divagazione più generale. Se l'avessi colto avrei scritto qualcos'altro, anche se il principio resta lo stesso, ovvero l'integrazione come sterrato da seguire.

In relazione al discorso specifico, sono del tutto d'accordo con chiarezza.

Quel fatto è abominevole, ma, semplicemente, non trovo in alcun modo che la soluzione sia "torna a casa". E ovviamente non è un gesto prevedibile. Non è che all'ingresso-in-Italia puoi fare un test psicologico o porre una domanda sulle intenzioni dell'individuo x - come diceva anche labbio...

Quindi la via è una: integrare (parole iper-complessa sulla quale non mi dilungo ora, anche perché non so quanto ne sarei in grado).
E se poi accadono fatti gravi, gravissimi, si spera che la Legge provveda così come deve farlo per gli italiani, molto semplicemente...

Ah, riguardo il gesto della Carfagna sono d'accordo con Q e labbio...
Ultima modifica di .Eta. il 06/10/2010, 17:34, modificato 1 volta in totale.
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assolutamente si, riassumendo:
il belloso ha scritto: 06/10/2010, 15:25si applica il diritto, ed il diritto di contestarlo e cercare di cambiarlo, indipendentemente da dov'è "casa propria"
in ordine di importanza:
1. si applica il diritto
2. si ha il diritto di contestarlo
3. si propone di cambiarlo
"I fatti?" proferì nuovamente. "Signor Franklin, prenda ancora un sorso di groge si riprenderà dalla debolezza di credere ai fatti! Gioco sleale, signore!"
(Wilkie Collins, La pietra di luna)

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.Eta. ha scritto: 06/10/2010, 17:34Ah, riguardo il gesto della Carfagna sono d'accordo con Q e labbio...
Io, invece, nel gesto della Carfagna vedo una strumentalizzazione del caso "straniero musulmano" violento.
La Carfagna, per dire, si è mai costituita parte civile in un caso di violenza domestica di un italiano che ha usato violenza sulla moglie?
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