La scuola italiana

Dal greco = spazio aperto

Moderatore: .ferro

Grande Gila
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Allora, sull'onda delle proteste di questi giorni vorrei parlare della scuola in generale con annessa la nuova riforma.
Premessa: non me ne fotte un c@xxo di fare il solito dibattito politico in cui ci saranno quelli di sinistra che sbraitano contro la Gelmini (c'è l'altro topic in merito) oppure chi manifesta il contrario.
Tanto se frequentate una scuola capite che destra o sinistra non cambia un c@xxo.

Voglio solo analizzare punto per punto la riforma e vedere che idea avete della scuola.
Mi sono un pò documentato, prendendo spunto da siti che non dovrebbero essere politicizzati vedi Wikipedia, digitate Mariastella Gelmini e verrà fuori la sua biografia e la sua riforma.

comunque posto qua il decreto 137 preso dal sito del parlamento

Art. 1.
Cittadinanza e Costituzione


1. A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia.

2. All'attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Art. 2.
Valutazione del comportamento degli studenti


1. Fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, in materia di diritti, doveri e sistema disciplinare degli studenti nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, in sede di scrutinio intermedio e finale viene valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede.

2. A decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, la valutazione del comportamento e' espressa in decimi.

3. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo. Ferma l'applicazione della presente disposizione dall'inizio dell'anno scolastico di cui al comma 2, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto insufficiente, nonche' eventuali modalità applicative del presente articolo.

Art. 3.
Valutazione del rendimento scolastico degli studenti


1. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e' espressa in decimi ed illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno.

2. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e' espressa in decimi.

3. Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.

4. L'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e' abrogato e all'articolo 177 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono apportate le seguenti modificazioni:

    a) i commi 2, 5, 6 e 7, sono abrogati;
    b) al comma 3, dopo le parole: «Per la valutazione» sono inserite
le seguenti: «, espressa in decimi,»;
    c) al comma 4, le parole: «giudizi analitici e la valutazione sul» sono sostituite dalle seguenti: «voti conseguiti e il»;
    d) l'applicazione dei commi 1 e 8 dello stesso articolo 177 resta sospesa fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 5;
    e) e' altresì abrogata ogni altra disposizione incompatibile con la valutazione del rendimento scolastico mediante l'attribuzione di voto numerico espresso in decimi.

5. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti e sono stabilite eventuali ulteriori modalità applicative del presente articolo.

Art. 4.
Insegnante unico nella scuola primaria


1. Nell'ambito degli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti di cui al relativo comma 4 e' ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.

2. Con apposita sequenza contrattuale e a valere sulle risorse di cui all'articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e' definito il trattamento economico dovuto per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.

Art. 5.
Adozione dei libri di testo


1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponibili. Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l'adozione dei libri di testo avviene con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio. Il dirigente scolastico vigila affinche' le delibere del collegio dei docenti concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti.

Art. 6.
Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria


1. L'esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria istituiti a norma dell'articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all'insegnamento, rispettivamente, nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche a coloro che hanno sostenuto l'esame di laurea conclusivo dei corsi in scienze della formazione primaria nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e la data di entrata in vigore del presente decreto.

Art. 7.
Sostituzione dell'articolo 2, comma 433, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.


1. Il comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e' sostituito dal seguente:

«433. Al concorso per l'accesso alle scuole di specializzazione mediche, di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni, possono partecipare tutti i laureati in medicina e chirurgia. I laureati di cui al primo periodo, che superino il concorso ivi previsto, sono ammessi alle scuole di specializzazione a condizione che conseguano l'abilitazione per l'esercizio dell'attività professionale, ove non ancora posseduta, entro la data di inizio delle attività didattiche di dette scuole immediatamente successiva al concorso espletato.».

Art. 8.
Norme finali


1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

2. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.




spezzo il mio post perchè supera i 10000 caratteri
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Esprimo un mio parere per ogni punto:

1 - CITTADINANZA E COSTITUZIONE

La trovo una buona idea quella di far conoscere un pò il ns paese agli studenti ingoranti che abbiamo. E poi, se non ho capito male, si tratta di farlo nel monte ore, cioè quelle ore che vengono date agli studenti x fare assemblee (quindi nn fare un c@xxo), oppure per andare a vedere film dimmerda.

2 - CONDOTTA
Ormai per venire sospeso devi tirare fuori una pistola. Ci sono troppi bulletti che fanno i furbi, e purtroppo la colpa è anche di genitori o PRESIDI accondiscendenti. Se prendi un 5 condotta sei segato. punto. Di questi tempi è un voto che bisogna prendere in considerazione.

3 - RENDIMENTO SCOLASTICO
Vabbè in sostanza si tratta di mettere i voti anzichè i giudizi. Una norma tecnica che dovrebbe solo migliorare il sistema di valutazione.

4 - INSEGNANTE UNICO

Beh qui non saprei totalmente dare un giudizio perchè non sono "dentro" al sistema della scuola primaria. Certo che se si ascoltano gli insegnanti è ovvio che non voglio il ripristino perchè ci smenano il lavoro, ma bisogna guardare al sistema in generale. La scuola non è un parcheggio di bambini o un assistenza ai docenti. Quando facevo le elementari avevo 1 o 2 maestre ma bastavano e avanzavano.
E' anke vero però che ora gli alunni hanno molta + roba ora, vedi lingue e informatica. Amici con figli mi dicono che ora i bambini sgobbano + di una volta.
Cmq resta il fatto il tempo pieno non viene tagliato ma al massimo ridisegnato a seconda di mezzi ed esigenze.

5 - LIBRI DI TESTO
Oh qua sfido chiunque a dire di non essere d'accordo. In pratica i libri di testo si possono adottare solo se la casa editrice assicura che il contenuto rimane invariato x 5 anni. Al massimo ci potranno essere aggiornamenti con delle dispense.
E' ridicolo, e facilmente comprensibile, che ogni anno/bienno si debbano cambiare i libri di testo. La spesa globale x la scuola a carico della famiglia cresce sempre e costantemente.

6 - ABILITAZIONE LAUREA SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA

Qui non percepisco bene la differenza di cosa può migliorare questa norma rispetto a prima perchè non so nulla a riguardo.

7 - SOSTITUZIONE DELL'ARTICOLO ...
Più o meno come sopra, ma cmq sono norme che riguardano speficici corsi di laurea, se qcuno ne sa di più...

8 - NORME FINALI
Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica
Dice tutto il testo


Sicuramente vi state chiedendo: "E i tagli di cui si sente tanto parlare?"
Beh i tagli fanno parte di quel provvedimento preso in estate che riguarda tutto il settore pubblico per far sì che lo stato sprechi meno e ottimizzi le proprie risorse. Quindi bisogna guadare la manovra da un punto di vista + ampio.
Ma siccome si parla di numeri (che a me piacciono tanto) vorrei sapere, perchè effettivamente non so, quanti e quali sono i numeri di questa riforma.
C'è un sito che obiettivamente snocciola il tutto?
Perchè secondo me è giusto tagliare, altrimenti tutti mangiano e il sistema va a scatafascio, però bisogna vedere cosa e come. Ed inoltre bisogna vedere se i soldi risparmiati possono, in parte, essere utilizzati per migliorare il sistema scuola.
Io ho letto e sentito da qualche parte alcuni numeri che fanno ribrezzo, tipo: In Italia ci sono 37 corsi di laurea con 1 studente e 347 corsi con meno di 15 studenti. Ma come è possible?
Per quanto riguarda la scuola secondaria, bisgonerebbe regolarizzare la situazione degli insegnanti.
Ce ne devono essere di meno e quellio che ci sono devono prendere + soldi. Questo lo dico a mio doscapito perchè sono ultimissimo nelle graduatorie e quindi quando arrivano a chiamare me vuol dire che hanno fatto passare tuttto il mondo.

Spero di non avervi annoiato e soprattutto vorrei un dibattito con fatti, non pugnette  :)
Ultima modifica di Anonymous il 30/10/2008, 12:23, modificato 1 volta in totale.
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Trovo sempre più insopportabile questo continuo deideologizzare ogni cosa, questo prendere le distanze da visioni politiche che in quanto tali appaiono per forza sbagliate. Questo nuovo dogma della pragmaticità politica non è altro che lo strumento base della politica qualunquista della pseudo destra italiana.
Personalmene sono convito che nella scuola non ci sia solo la visione razionale e meccanicistica del funzionamento burocratico ma un precisa filosofia che regola priorità e fini di questa istituto fondamentale.
E il solo fatto che questo istituto non risulti a tutti fondamentale è un chiaro segno di una precisa visione, e volontà, politica.
Detto questo allego l'e-mail (apolitica) che il magnifico rettore Ballio ha inviato a tutti gli iscritti del PoliMi
Ultima modifica di Sgt.Pepper il 30/10/2008, 14:10, modificato 1 volta in totale.
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Grande Gila ha scritto:
Io ho letto e sentito da qualche parte alcuni numeri che fanno ribrezzo, tipo: In Italia ci sono 37 corsi di laurea con 1 studente e 347 corsi con meno di 15 studenti. Ma come è possible?
Attenzione: su questo punto è necessaria una distinzione tra le facoltà realmente inutili (mi riferisco ad esempio alla facoltà di Scienze del Benessere, attivata dall'Università degli studi del Molise...) e le facoltà che fisiologicamente attirano pochi studenti ma non per questo sono da chiudere (ne sono un esempio le facoltà di Egittologia, o di certi corsi di laurea come Fisica Teorica).
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questo è chiaro. dati gli ingenti tagli alla scuola primaria e secondaria è plausibile che i primi insegnanti a prendere il volo saranno quelli di musica (in accordo con la politica ignorantistica di questo governo).
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BaroneBirra ha scritto: Attenzione: su questo punto è necessaria una distinzione tra le facoltà realmente inutili (mi riferisco ad esempio alla facoltà di Scienze del Benessere, attivata dall'Università degli studi del Molise...) e le facoltà che fisiologicamente attirano pochi studenti ma non per questo sono da chiudere (ne sono un esempio le facoltà di Egittologia, o di certi corsi di laurea come Fisica Teorica).
Infatti vorrei capire meglio quali sono i corsi in questione. Ne conosci altri con annessi motivi?


@Sgt. Pepper: iaaa che menade, non è che bisogna per forza politicizzare tutto. Diciamo che lo si può fare come non lo si può fare.
Mettiamola così: in questo topic facciamolo di meno.  (x)
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Scusa Grandegila ma come puoi pretendere che con quello che sta succedendo in questi giorni (che poi è frutto di quello che accade in questi anni) si possa parlare di scuola senza parlare di politica?

Allora parliamo della mazzate che hanno coccato i 14enni a Roma, ma non dal punto di vista politico, bensì da quello sportivo. Che mazza da baseball aveva il fascista? Era regolamentare? Ha fatto fuori campo?
Ultima modifica di Ash il 30/10/2008, 15:02, modificato 1 volta in totale.
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Ash ha scritto: Scusa Grandegila ma come puoi pretendere che con quello che sta succedendo in questi giorni (che poi è frutto di quello che accade in questi anni) si possa parlare di scuola senza parlare di politica?

Allora parliamo della mazzate che hanno coccato i 14enni a Roma, ma non dal punto di vista politico, bensì da quello sportivo. Che mazza da baseball aveva il fascista? Era regolamentare? Ha fatto fuori campo?
Non è che le due cose sono distaccate radicalmente, ma siccome si parla quasi sempre di politica vorrei per una volta concentrarmi sul problema reale.
C'è una riforma parliamo di quella, sia delle cose positive che negative. O quali sarebbe le alternative, o i paragoni con gli altri paesi.
Se poi ci sono teste di c@xxo che vanno in giro a spaccare tutto o a protestare x partito preso vabbè che vuoi che ti dica.......è un altro discorso, un altro tema.
In sostanza a me interessa sapere come sarà la scuola, anche perchè da mezzo insegnante quale sono un pò la questione mi riguarda da vicino.
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ci sono facoltà effettivamente poco utili, come la già citata Scienze del Benessere. C'è la facoltà di Scienze del Fiore e del  Verde.
Sono facoltà nate perlopiù per dare lavoro a professori che, evidentemente, non trovavano altra occupazione negli ambiti accademici.
Queste, sì, sono realtà per cui trovo sia lecito parlare di tagli.

La verità è che si vuole sempre più accostarsi al sistema americano, in cui a fianco dei 15 blasonati e famosi atenei (Princeton, Harvard, Yale etc.) dove si svolgono anche importanti attività di ricerca, esistono centinaia di college in cui l'unica attività svolta è la mera didattica.
È inutile aggiungere che tale scelta porrebbe un grosso freno all'attività scientifica e culturale del mondo universitario italiano, già martoriato da una situazione gravosa.
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kwyjibo ha scritto: Credo che il problema sia
se la scuola pubblica farà cagare perchè non avrà fondi ci saranno due soluzioni:
chi avrà i soldi manderà i figli nella scuola privata
chi non ce li avrà si dovrà accontentare
poi mi spiegheranno come faranno a mantenere il tempo pieno dimezzando gli insegnanti e i collaboratori.
se riusciranno a fare la sanità come in america a sto punto l'unica soluzione è trasferirsi all'estero
se ci fosse stato tuo figlio in manifestazione non credo avresti risposto così  O0
però sai com'è...
Ma tu quanti anni hai? 2?

Cmq, la scuola fa cagare perchè gli alunni sono delle socche che non studiano un c@xxo, gli insegnanti si lamentano sempre di tutto, e lo stato non "incentiva" lo studio con mezzi adeguati.
Come al solito in Italia tutti si lamentano di tutti e le colpe sono sempre del vicino, scaricando bene un bel barile pieno di problemi.

La scuola privata poi non ho mai capito che c'entra, non è che sia migliore della scuola pubblica.
Secondo me è anke peggio, perchè i genitori pagano una sburla di soldi ma in sostanza gli studenti non fanno una mazza fino in 4ª poi in 5ª, siccome devono fare l'esame di stato, qcosa devono sapere. Non è che i ricchi abbiano più possibilità dei poveri in questo campo perchè basta studiare ed il povero a scuola a tutto quello che deve avere.

La scuola ha troppi docenti, ce ne vogliono di meno e più efficienti. Come del resto in tutta l'amministrazione pubblica.
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Grande Gila ha scritto: @Sgt. Pepper: iaaa che menade, non è che bisogna per forza politicizzare tutto. Diciamo che lo si può fare come non lo si può fare.
Mettiamola così: in questo topic facciamolo di meno.  (x)
Mah menade.
A me non sembra.
Vedi decidere di tagliare dei costi è una strategia economico organizzativa e fin qui siamo d'accordo.
In un'Italia piena di sprechi stilare una lista di finanziamenti superflui da evitare e metterci per prima l'istruzione è però una scelta politica.
Decidere di tagliare in primis i finanziamenti alla scuola pubblica e non a quella privata è una scelta molto politica.
Decidere di affidare al privato rami pubblici anìzichè riorganizzarli è una scelta abbastanza politicizzata.
Sopratutto fare credere continuamente che sia una questione solo economica è una scelta politica.
Il modo in cui si decide di varare un legge è una scelta politica.
Ecc.

GrandeGila ti assicuro che tenere fuori la politica da questa brutta faccenda è una questione di opportunismo politico. O di estrema ingenuità. (Dipende da quale parte del televisore stai)

Ti rinnovo l'invito alla lettura della mail del rettore Ballio che ho allegato. Leggila bene e poi immaginati in tutta questa riforma che ruolo avranno Cl e le fondazioni dell' Opus Dei. Dalle elementari all'università.
Se non è politica questa.
Ultima modifica di Sgt.Pepper il 30/10/2008, 17:10, modificato 1 volta in totale.
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GG, non puoi chiedere una discussione e contemporaneamente mettere dei paletti elencando i punti sui quali si può discutere...

non si può pensare di parlare di istruzione e non di politica, perché la scelta di favorire scuole di un certo tipo rispetto a scuole di un altro tipo è una "scelta politica", esattamente come quella di fare tagli indiscriminati invece di fare tagli focalizzati dove ci sono sprechi o poca produttività, comunque tu la voglia vedere.

I punti che tu hai elencato potrebbero anche essere corretti, (ho qualche dubbio cmq soprattutto sul docente unico, che è quello più contestato), ma non voglio discutere di quelli, sincermante non mi interessano ora, sono fumo negli occhi, la vera "riforma" è quella economica.

tu parli della legge 137, quella più contestata è la 133, ed questa che è stata approvata ieri e che porterà i problemi più grossi.

faccio un copia incolla da un articolo che riassume abbastanza velocemente i problemi, elencandoli però senza entrare nello specifico.
Oltre Lo Schermo ha scritto:1) Riduzione del Fondo per il finanziamento ordinario delle Università (Legge 133 art. 66 comma 13)

Ovvero riduzione pari a un quinto, senza dimenticare che le università possono richiedere come tasse agli studenti il 20% dell'ammontare dei finanziamenti che il governo elargisce. Questo implica, sostengono i contrari, che il taglio rappresenti non un quinto, ma ben un quarto tra raccolta diretta e indiretta.

2) Applicazione del turn-over ridotto (Legge 133 art. 66 comma 7)

Dunque a conti fatti meno stipendi e meno spese (una singola assunzione ogni 5 pensionamenti). Quanto "risparmiato" però non rimarrà alle università il cui unico vantaggio, se di vantaggio si può parlare, è quello di averli economizzati senza poterne nell'immediato usufruire e con l'incognita di venirne forse in possesso nel futuro. Queste in breve le motivazioni del no relative a questo comma, senza affrontare complicate ripercussioni e possibili scenari nelle singole strutture.

3) Trasformazione delle università in fondazioni (Legge 133 art. 16)

L'articolo più contestato. Sebbene in Italia ci siano già fondazioni, queste affiancano le università non sostituendosi ad esse. Tutto ciò esula dalle preferenze personali tra pubblico e privato perché l'istruzione universitaria e la ricerca dovrebbero essere un bene non affidato alle speculazioni di singoli istituti, sostengono i contrari.
io poi devo ancora capire chi sono i favorevoli alla 133, si facciano sentire ci mettano la faccia e spieghino la riforma, visto che esplicitamente nessuna realtà elenca i vantaggi di una serie di tagli indiscriminati come questi. (lasciamo perdere i telegiornali che sono organo di partito e che non elencano i benefici ma semplicemente cercano di mettere in cattiva luce i contestatori, com'è loro compito da ormai un po' di tempo)

Per capirsi: alcune università hanno già annunciato che con queste riforme dovranno chiudere prima della fine 2009;
la bicocca e la statale di milano hanno già annunciato (tramite relativi rettori) che arriveranno fino a fine 2010...

.. non mi sembra si stia parlando di università del c@xxo, che non realizzano e che fanno formazione di basso livello, e che quindi è giusto (??!!) che chiudano..

condivido ciò che scrive Sgt.Pepper, leggi la mail del rettore del politecnico di milano (una delle università pubbliche che già ora sfrutta un parte finanziamenti privati)
quando hai letto e quando vuoi parlare seriamente dell'argomento fallo sapere
"I fatti?" proferì nuovamente. "Signor Franklin, prenda ancora un sorso di groge si riprenderà dalla debolezza di credere ai fatti! Gioco sleale, signore!"
(Wilkie Collins, La pietra di luna)

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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
jami ha scritto: spegni il computer e riaccendilo
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Il problema è che i dati sulle facoltà con 1 studente sono semplicemente sbagliati.

Mi ha spiegato il mio relatore di tesi che questa informazione è stata estrapolata dai dati del ministero. Il punto è che, semplicemente, il sito del ministero viene aggiornato solo sporadicamente, e spesso in modo erroneo: molte università (tra cui la mia ad esempio) hanno tutti i dati sbagliati. Insomma, "numero iscritti: 1" è soltanto la cifra di default che esce fuori sul sito del ministero quando viene inserito un nuovo corso di laurea ma nessuno aggiorna le statistiche (chessò, numero iscritti, numero docenti, etc.).

Magari qualche facoltà con davvero un iscritto solo c'è pure, ma se è vero quello che mi han detto non è una cosa così generalizzata (anche perchè, figurateveli 180 crediti di corsi in cui i professori si trovano una persona sola in classe per tutto il semestre...dai).

Non mi stupisce che questa cosa non la si dica: la Gelmini è andata in tv citando dati sulla scuola che prendeva da un articolo del corriere della sera (un ministro delle Repubblica che si aggiorna su un articolo di giornale...), per altro un articolo del 2006...

Come dice Guzzanti: "stamo ar medioevo".

PS: sul fatto che i nostri politici abbiano poi la competenza per dire che certi corsi di studio sono "inutili" ho parecchi dubbi: nei '70 quasi l'80% dei parlamentari era laureato. Oggi, la percentuale dei laureati in Italia è molto aumentata da allora, eppure il numero di laureati in parlamento è diminuito a poco sopra il 50%. Allora, mi viene da mandare a fare in çul° Cicchitto e i suoi quando senza saperne una ceppa si scelgono una facoltà o un progetto di ricerca dal nome che sembra strano, vanno a Ballarò o Porta a porta se la cavano a buon mercato a dimostrarne "l'inutilità" semplicemente citandone il nome, suscitando l'ilarità e l'approvazione generale. Lo dico perchè tra le varie ho sentito citare un progetto di ricerca di una facoltà di filosofia e qui divento suscettibile: se non si chiama tutto "teorica e tecnica del far crescere il PIL" sti imbecilli pensano sia tutta aria fritta.
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- Con uno slogan simile, in Francia vincerei le elezioni!
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Sdrof ha scritto:Il punto è che, semplicemente, il sito del ministero viene aggiornato solo sporadicamente, e spesso in modo erroneo: molte università (tra cui la mia ad esempio) hanno tutti i dati sbagliati. Insomma, "numero iscritti: 1" è soltanto la cifra di default che esce fuori sul sito del ministero quando viene inserito un nuovo corso di laurea ma nessuno aggiorna le statistiche (chessò, numero iscritti, numero docenti, etc.).
bella Sdrof, non lo sapevo
e un punto a quelli come McA che si sbattono per tenere i numeri a posto
Sdrof ha scritto:Oggi, la percentuale dei laureati in Italia è molto aumentata da allora, eppure il numero di laureati in parlamento è diminuito a poco sopra il 50%.
e di questo 50% un terzo sono laureati in giurisprudenza in quanto avvocati
“Condividere saperi, senza fondare poteri”

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Grande Gila ha scritto: C'è un sito che obiettivamente snocciola il tutto?
Un sito no, ma c'è la lettera del magnifico rettore Giulio Ballio.
Leggila. Leggetela tutti.


No comment sull'incursione di piazza Navona.
Grazie Turk perché quest'ultimo video l'avevo perso; in un altro video ho sentito però un poliziotto che chiama per nome e cognome uno dei ragazzi che si devono sedere per terra, e gli dice di andare via.

BaroneBirra ha scritto: Attenzione: su questo punto è necessaria una distinzione tra le facoltà realmente inutili [...] e le facoltà che fisiologicamente attirano pochi studenti ma non per questo sono da chiudere (ne sono un esempio le facoltà di Egittologia, o di certi corsi di laurea come Fisica Teorica).
Ovviamente, al vertice delle specializzazioni scientifiche (parlo di queste perché sono le uniche che conosco) si arriva in pochi, pochissimi, per cui è più che normale avere corsi specialistici frequentati annualmente da pochissimi studenti. Quella è eccellenza, non inutilità.
...delle chitarre che non fanno più cheke-cheke ma fuzz-fuzz.

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Grande Gila
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Ho letto tutta la lettera del rettore e sono pienamente d'accordo con lui, finalmente una persona che individua il problema e cerca di risolverlo senza sbraitare tanto. Mi sembra che il suo discorso sia profondamente concreto.
In pratica dice: "i tagli vanno fatti perchè ci sono degli sprechi, però bisogna farli con criterio e non a tutti indiscriminatamente"

Vi sono Atenei che hanno utilizzato bene la loro autonomia ed altri meno bene.
Vi sono Atenei che hanno investito per migliorare i servizi agli studenti e le infrastrutture di ricerca, altri hanno soltanto assunto persone, talvolta calpestando il merito di altre.
Ma non si può fare di tutta l'erba un fascio, altrimenti si finisce col dire che nulla funziona.


poi individua i difetti del sistema

Il ragionamento è il seguente: riduciamo le persone, così riduciamo il costo degli stipendi e quindi compensiamo con tale riduzione il minor finanziamento. A supporto di tale ragionamento si portano i difetti del sistema: modalità di reclutamento non sempre irreprensibili,  proliferazione di corsi di laurea istituiti per soddisfare più gli interessi dei docenti che le necessità formative degli allievi, scarsa presenza dei docenti negli Atenei, incapacità di auto governarsi correttamente, autoreferenzialità e mancanza di valutazione dei risultati.In fondo si è contribuito a creare uno slogan che purtroppo sta attecchendo nella opinione pubblica: le amministrazioni pubbliche sono costose e inefficienti, l'università è una amministrazione pubblica, quindi la università è inefficiente e sprecona.

ma contesta il fatto che l'opinione pubblica pensa all'equazione: amministrazione pubblica = costosa e inefficiente, però sappiamo tutti che questo purtroppo è vero. Cioè sono d'accordo ank io nel dire di nn fare di tutta un'erba unn fascio ma nel calderone generale si sa che questa equazione + o - vale. Allora bisognerebbe fare come suggerisce lui

Quello che bisogna fare subito, tutti insieme, riguarda soprattutto la politica interna degli Atenei. E' quanto mai necessario che ogni Ateneo risponda, il più rapidamente possibile, alle critiche che vengono mosse in modo generalizzato, o per dimostrare di esserne esente o per modificare i propri comportamenti.

Se uno (l'ateneo) ha la coscienza a posto, cioè se ha attivato tutti i mezzi per non sprecare le risorse e migliorare i servizi, vuol dire che ha fatto il proprio lavoro nel modo più corretto ed efficiente possibile. Se quindi lo stato gli taglia i fondi fregandose del proprio operato, allora sì che bisogna combattere questa ingiustizia.

In fine credo abbia fatto delle conclusioni perfette, ma (ahimè), poco realizzabili perchè in sostanza significherebbe togliere il solito magna magna all'italiana. Io ci spero, ma voi pensate veramente che possa succedere?

a)      Le Università sono accusate di aver prolificato i corsi di laurea e gli insegnamenti per favorire i desideri dei docenti. Si deve rimodulare la didattica in modo da erogarla sempre più all'insegna del principio della effettiva centralità della formazione dell'allievo e delle sue concrete possibilità di trovare sbocchi lavorativi soddisfacenti.

b)      Le Università sono accusate di dissipare tempo e soldi in una ricerca inutile e costosa che serve soltanto alla carriera accademica di chi la produce. Si deve  promuovere una ricerca sempre più al servizio della competitività internazionale del  nostro Paese e quindi ci si deve battere affinché il Governo promuova il riconoscimento della qualità e del merito a seguito di valutazioni attendibili, analoghe a quelle ormai abituali  in molti paesi europei.

c)      Le Università sono accusate di seguire processi poco trasparenti nel reclutamento dei giovani e nell'avanzamento di carriera dei docenti. Si deve promuovere un sistema di valutazione che porti a una qualità certificata da parametri obiettivi e procedure innovative nel reclutamento dei docenti e dell'inserimento dei giovani.

d)      Le Università sono accusate di aver prolificato a dismisura le loro sedi didattiche. Si deve promuovere una revisione della distribuzione a livello regionale o macroregionale della propria offerta formativa e della ricerca nell'interesse dei territori, anche sviluppando interazioni ed integrazioni forti tra Atenei in un'ottica di complementarietà;

e)      Le Università sono accusate di avere una visione corporativa nelle proprie modalità di governo. Bisogna testimoniare l'impegno di modificare il proprio assetto di governance interno per evitare derive autoreferenziali attraverso una netta separazione tra funzioni di indirizzo delle attività didattiche e scientifiche, e responsabilità di gestione delle risorse;

f)        Le Università sono accusate di non riuscire a verificare l'impegno dei propri docenti nella didattica e nella ricerca. Ci deve attivare per garantire sempre di più il rispetto di un codice etico di comportamento, anche misurando la produttività dei propri docenti
VANTArsi non è bello.
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Innanzitutto, sono d'accordo che le amministrazioni pubbliche funzionino nel modo che dite. Il punto è: quali provvedimenti prendiamo per ovviare al problema? Quelli di Tremonti e della Gelmini, quanto alla scuola, per il momento non stanno minimamente risolvendo la mancanza di efficienza o di merito; stanno piuttosto scegliendo la via del definanziamento e, per l'università (e qui non è la Gelmini, ma la manovra Tremonti) quella della privatizzazione. Per me le private vanno bene come minoranza, ma non come modello di eccellenza prevalente (io vado a una università privata; però penso che generalizzarne il modello sarebbe socialmente iniquo e pericoloso per la stessa indipendenza della ricerca scientifica rispetto alle forze economiche). Sui motivi possiamo ovviamente discutere.
Comunque, è importante stabilire che se anche si riconosce (e sarebbe per me sbagliato non farlo) che le amministrazioni pubbliche hanno esattamente i difetti che la destra denuncia, è possibile comunque ritenere sbagliati questi provvedimenti.

Poi.

Sull'aumento delle lauree: anche io sono critico verso l'università di massa così come ci è riuscita in Italia. Dire che sono aumentate le lauree non significava dire "che bello, oggi siamo tutti colti e sapienti"; so bene che una laurea oggi vale economicamente e culturalmente molto meno di prima (molto meno di quanto ne valesse una prima del '68, per intenderci).

Ad ogni modo, se una laurea vale poco oggi, vuol dire che in parlamento non solo ci sono meno laureati che 30 anni fa, ma che le loro lauree valgono meno di prima. Insomma, volevo dire: i nostri parlamentari di oggi sono i più zappe dalla nascita della Repubblica, eppure vanno in giro a distribuire giudizi di merito su corsi di laurea di cui non sanno niente, col solo scopo di tagliare e privatizzare. Volevo dire che il futuro della cultura e della ricerca scientifica in Italia sta in mano a gente che non sa un c@xxo di niente.

Mettiamola così: ci può essere un non laureato che ha rispetto della ricerca universitaria, un non operaio che ha rispetto del lavoro in fabbrica, un non medico che ha rispetto per la medicina, etc. Il problema è che questi che ci governano non hanno rispetto per la cultura e per la ricerca. Questione di mentalità: "il pragmatismo della fabbrichetta" è il loro pensiero unico.
Ultima modifica di McA il 13/12/2010, 18:03, modificato 1 volta in totale.
- Non hai mai rispettato il sentimento religioso. Hai sempre puntato tutto su scienza e fica. La tua vita è solo cinismo, sarcasmo e orgasmo...
- Con uno slogan simile, in Francia vincerei le elezioni!
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ancora bravo Sdrof.
e basta disquisire dell'efficienza della pubblica amministrazione e del sistema scolastico...
qui, oggi, si stanno prendendo soldi alla pubblica istruzione per tappare i buchi della crisi finanziaria.
di soliti gli slogan da corteo tendono a semplificare situazioni complesse, ma in questo caso lo slogan più gridato, LA VOSTRA CRISI NON LA PAGHIAMO, mi sembra puramente riassuntivo di una situazione fin troppo semplice.
“Condividere saperi, senza fondare poteri”

Primo Moroni
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