boicotta Rinascimento

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lunedì 2 dicembre, 6:15: in un capannone di Prato si sviluppa un incendio.
Muoiono 7 persone.
Quella parte del capannone è in realtà un dormitorio di manovalanza cinese, che nell'altra parte dello stabile produce per marchi Made In Italy.
Nel servizio del TG3 delle 14:20 compare un'etichetta della produzione di quel capannone.



I servizi successivi saranno rimontati e dell'etichetta non ci sarà traccia.

L'etichetta è del brand Rinascimento che si spaccia per innovativo e totalmente italiano, ma che basa il suo business (come tante altre aziende, sia chiaro) sullo sfruttamento.

Rinascimento è presente anche a Cremona, presso l'Attimo di corso Garibaldi 13, e presso Ama.ti, al Cremona 2.
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labbio
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Q ha scritto: 09/12/2013, 12:31L'etichetta è del brand Rinascimento che si spaccia per innovativo e totalmente italiano, ma che basa il suo business (come tante altre aziende, sia chiaro) sullo sfruttamento.
Hanno ragione loro.
Sono innovativi perchè sono oltre la nostra visione arcaica del rapporto tra datore di lavoro i dipendente.
In cambio di qualche ora di lavoro in più, questi gli forniscono anche una casa e un asilo aziendale, per ridurre al minimo il distacco tra figli e genitori. Quante altre aziende hanno così tanta attenzione nei confronti dei propri lavoratori?
Possono ben dire che è totalmente prodotto in Italia perchè lo fanno a Prato.

Quello che mi fa incazzare è che ci sono voluti 7 morti per portare alla ribalta un problema conosciuto da anni.
Se ne parlerà per un po' e si boicotterà qualche marchio. Alla fine resteranno a casa i commessi dei negozi e le fabbriche lager di Prato andranno avanti nell'indifferenza più assoluta come è stato fino alle 6.14 del 2 dicembre.
Tranquillo, penso a tutto io
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eh labbio, può essere che vada come dici tu, però il problema non mi pare affatto alla ribalta, magari lo fosse...

sempre a dicembre, ma nel 2007, sette persone morirono nel rogo della ThyssenKrupp di Torino
a quel terribile episodio, nella sostanza uguale a questo, sono seguite condanne ed una coscienza chiara e diffusa dello stato del lavoro in Italia
e non c'era ancora il mantra Crisi da evocare come giustificazione di tutto

determinati episodi devono restare come simbolo (se dico Lampedusa 3 ottobre?), devono far nascere riflessioni che vadano oltre all'episodio stesso
ho chiamato il topic "boicotta Rinascimento" non certo perché voglio che la commessa di corso Garibaldi 13 a Cremona perda il lavoro, ma perché mi ha scioccato la reale distanza 0 della questione.

Quando più di 300 persone (in gran parte donne) sono morte a Karachi, nell'incendio di una fabbrica tessile chiusa a chiave dal padrone, rimasi scioccato e mi informai sui marchi per i quali questa "azienda" produceva, e non fui certo sorpreso di scoprire grossi brand internazionali, epperò qui mi pare siamo un passo oltre: qui non è la filiera globalizzata della produzione che nelle sue decine di passaggi stritola gli ultimi anelli della catena.
Nel caso dell'incendio di Prato siamo di fronte ad una Filiera Corta di Sfruttamento
Rinascimento ha scritto:È questa la realtà Rinascimento oggi, la più significativa dell’universo Pronto Moda.
Un fenomeno interamente italiano, frutto di intelligenza, impegno e cultura internazionale nel fashion business.
Un brand dedicato a chi vuol condividere la passione delle cose belle, fatte con cura, realizzate con amore.
Un’opportunità in più per chi crede nel Made in Italy.
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Q ha scritto: 10/12/2013, 9:09eh labbio, può essere che vada come dici tu, però il problema non mi pare affatto alla ribalta, magari lo fosse...
il problema non è alla ribalta ma nel campo dell'abbigliamento è noto da anni e anni che prato sia la roccaforte cinese in europa e che un sacco di abiti marchiati made in italy siano in realtà un made in china, fatti appunto nella "regione d'oltremare" italiana
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Q ha scritto: 10/12/2013, 9:09eh labbio, può essere che vada come dici tu, però il problema non mi pare affatto alla ribalta, magari lo fosse...
Alla ribalta nel senso che per due-tre giorni se ne sono occupati tutti i giornali ed i talk-show televisivi, come se nessuno prima sapesse che prato è piena di fabbriche di cinese tendenzialmente la comunità cinese in Italia è chiusa su se stessa e vive in un regime parallelo, al di sopra delle norme italiane. Tutti hanno fatto finta di non sapere che per alcuni la fabbrica è anche il luogo dove vivono. Hanno fatto finta di non sapere che in molti laboratori cinesi non si rispettano le norme di lavoro e di sicurezza basilari.
Quando brucerà qualche scantinato tra Napoli e Salerno (o altrove perchè non ci credo che siano solo li) faranno finta di non sapere che ci sono anche schiavi italiani pagati una miseria per ogni capo che realizzano?

C'è un abisso tra il rogo della Thyssenkrupp e quello di Prato.
Da una parte un'azienda che ha risparmiato sui costi della sicurezza, ma che garantiva un minimo di tutela ai suoi dipendenti (assunzioni in regola, orari di lavoro rispettati, etc), dall'altra un mondo sommerso fatto di piccoli schiavi che lavorano 16 ore.
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labbio ha scritto: 10/12/2013, 19:22C'è un abisso tra il rogo della Thyssenkrupp e quello di Prato.
Da una parte un'azienda che ha risparmiato sui costi della sicurezza, ma che garantiva un minimo di tutela ai suoi dipendenti (assunzioni in regola, orari di lavoro rispettati, etc), dall'altra un mondo sommerso fatto di piccoli schiavi che lavorano 16 ore.
perfetto
quindi se la vicenda thyssen ha scandalizzato, questa deve farlo esponenzialmente di più, e mentre sul mercato dell'acciaio ognuno di noi può fare poco, contro il sistema che consente questo schiavismo credo che siamo obbligati ad aprire gli occhi, anche chi li aveva già ben aperti e provare a fare qualcosa, fosse anche solo parlarne qui, boh.

dice: come facevano i tedeschi a convivere con gli orrori del nazismo
nello stesso identico modo con cui noi oggi conviviamo con CIE, traversate della speranza e schiavismo sotto casa

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Q ha scritto: 10/12/2013, 19:29dice: come facevano i tedeschi a convivere con gli orrori del nazismo
nello stesso identico modo con cui noi oggi conviviamo con CIE, traversate della speranza e schiavismo sotto casa
Verità.
McA ha scritto: 04/11/2012, 12:30Senso di completezza a manetta, e solito mix di sentimenti.
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Q ha scritto: 10/12/2013, 19:29dice: come facevano i tedeschi a convivere con gli orrori del nazismo
nello stesso identico modo con cui noi oggi conviviamo con CIE, traversate della speranza e schiavismo sotto casa
Touché.
Merita una risposta, ma ora non ho tempo.
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