Il futuro? Discografico o attore i giovani confusi sul lavor

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Il futuro? Discografico o attore
i giovani confusi sul lavoro


di Federico Pace

Smarriti, concentrati sul presente e insistentemente ingenui. Ai giovani non piace il mestiere di insegnante o di magistrato e vagamente ipotizzano un futuro da manager discografico o da attrice. Ma per lo più, quando si tratta di parlare di mestieri, professioni o di occupazione futura, hanno difficoltà a mettere a fuoco quello a cui tengono davvero.

Secondo i dati dell'indagine realizzata dall'Istituto Cattaneo, che ha interrogato un campione di 4 mila e 500 studenti delle scuole medie superiori, arriva al 42% la quota di ragazzi e ragazze che non ha alcuna idea precisa di quello che sarà il loro lavoro. Tra loro sono soprattutto le ragazze a non avere le idee chiare (48 per cento) mentre i ragazzi (36 %) sembrano meno indecisi. Sono invece gli studenti degli istituti tecnici e professionali (oltre il 65%) ad avere un'idea dettagliata di quello che li aspetta fuori dalle aule scolastiche.

Disincanto. A destare qualche preoccupazione sono le aspettative degli studenti degli istituti tecnici e professionali che rappresentano il 56% degli alunni della scuola secondaria. Pochi di loro infatti credono alla possibilità di autorealizzarsi e per lo più pensano che a determinare o meno il successo di una ricerca di lavoro siano soprattutto i contatti giusti o la fortuna.

Quello che conta. Quando si pensa al lavoro, quando ci si riesce, per la gran parte degli studenti in vetta alle priorità c'è la sicurezza del posto del lavoro, la possibilità di far carriera e i buoni rapporti con i superiori. In particolare sono gli uomini a sembrare più legati agli aspetti retributivi. L'autorealizzazione compare ai primi posti degli aspetti importanti per la futura attività lavorativa solo per i liceali (ovvero circa il 31 per cento degli studenti).

Il mestiere più desiderato. Più si scende nel dettaglio e più i due milioni e mezzo di giovani seduti dietro ai banchi di scuola provano una certa insofferenza. Come se provassero distacco da un mondo come quello del lavoro oggi meno capace di sedurre e stimolare le loro migliori qualità. Per loro diventa più facile dire quello che intendono rifiutare che individuare quello che desiderano in cuor loro. Quelli che si salvano agli occhi degli studenti sono i mestieri dell'industria culturale: in testa alla classifica (vedi tabella) troviamo il produttore discografico seguito dall'attore o attrice di teatro e cinema e il regista televisivo.
Sorprende in qualche modo la valutazione negativa fatta dai giovani nei confronti di professioni caratterizzate da consolidata stima sociale nel mondo degli adulti come l'ingegnere, l'agente di borsa, l'assicuratore o il pilota d'aereo.
Meriterebbero qualche riflessione anche le scarse simpatie riscontrate per quelle figure che rimandano all'area dell'amministrazione pubblica come il magistrato (solo 4,3 come voto di desiderabilità) o il funzionario comunale (3,8).

Questioni di genere. Tra i mestieri preferiti dalle donne (vedi Top 10 femminile) spiccano la stilista di moda, la direttrice di villaggio turistico e l'interprete di lingue straniere presso l'Onu. Più tecnologici e pragmatici sembrano i sogni professionali dei ragazzi (vedi Top 10 maschile) che invece preferiscono l'esperto di grafica computerizzata (primo posto con 6,2), il progettista di siti internet (secondo posto con 6,2) e ingegnere nelle telecomunicazioni (settimo posto con 5,6).

(15 novembre 2005)

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Ultima modifica di anarchiste il 15/11/2005, 15:35, modificato 1 volta in totale.
rootsman
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anarchiste ha scritto: arriva al 42% la quota di ragazzi e ragazze che non ha alcuna idea precisa di quello che sarà il loro lavoro
avete l'onore di conoscere un rappresentante del 42%
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E il 58% si è iscritto a Scienze delle Comunicazioni.
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale oscure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva......
Kristian Wilson (Nintendo INC, 1989)
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un ottimo serbatoio di contenimento prima della disoccupazione

mica si può liberare così tutto di un botto
una  enorme quantità di giovani sul mercato del lavoro

p.s. un altro ottimo serbatoio è scienze politiche che io frequento,e infatti me la sto prendendo 
      con calma
molo

Finalmente ho trovato chi fa scienze politiche?
Dove?
Ma chi si adatta ad un lavoro che non gli piace?
Adesso il mercato è saturo e un diplomato non vale più un c@xxo, quando tutti avranno la laurea che c@xxo si farà?
A forza di master si comincerà a lavorare a 40 anni...
Poi il giorno prima della pensione crepi.
Ultima modifica di molo il 15/11/2005, 16:12, modificato 1 volta in totale.
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Si riscoprirà la sana vita del bracciante.
Lavoro all'aria aperta.
Cibo sano.
Il sole che bacia la pelle.
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale oscure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva......
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molo

Mi sa che sarà davvero così... 8)
Neuz

Io lo so quello che voglio fare...però i miei professori continuano a ripeterci che dobbiamo cercarci morosi ricchi... :-\
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Neuz ha scritto: Io lo so quello che voglio fare...però i miei professori continuano a ripeterci che dobbiamo cercarci morosi ricchi... :-\
e cosa vorresti fare?
anarchiste

Neuz ha scritto: Io lo so quello che voglio fare...però i miei professori continuano a ripeterci che dobbiamo cercarci morosi ricchi... :-\
La laurea è un documento ufficiale che attesta che un individuo è preparato su certi argomenti, ma sicuramente non è una patente di esonero dall'essere c°§li°ni, e devo dire che tra molte file di professori crescono fior fior di coglionazzi.

Neuz, dipende da come vuoi impostare la tua vita e dipende da che tipo di stile di vita vuoi sostenere.

Se vuoi essere il puttanone col cheeroke allora ti serve una sicurezza monetaria, altrimenti puoi sposarti anche con il metalmeccanico rude e nerboruto.
Neuz

Io voglio fare l'educatrice. Voglio sicurezza monetaria in qualsiasi caso. Non so se mai mi sposerò ma certo non sarà con un uomo rude.
Il Cherokee già mi piace adesso.
Ma tanto la vita è imprevedibile. Magari l'anno prossimo faccio una pazzia e cambio facoltà.
Voi cosa volete fare?
anarchiste

Neuz ha scritto: Io voglio fare l'educatrice. Voglio sicurezza monetaria in qualsiasi caso. Non so se mai mi sposerò ma certo non sarà con un uomo rude.
Il Cherokee già mi piace adesso.
Ma tanto la vita è imprevedibile. Magari l'anno prossimo faccio una pazzia e cambio facoltà.
Voi cosa volete fare?
Io sogno di essere, un giorno, avvocato penalista. Difendere chi non ha possibilità, combattere la ingiustizie da buon Don Chisciotte quale sono e uscirne quasi sempre sconfitto.
rootsman
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mio fratello sta facendo la pratica di avvocato......
e da quello che ho capito mi sa che per avere la sicurezza economica bisogna fare i bastardi...dentro

che mondo di m.rd@
muke

molo ha scritto: Ma chi si adatta ad un lavoro che non gli piace?
Domanda più cattiva: fino a quando siete disposti a non adattarvi?
Altra domanda: per voi il lavoro - inteso come professione - è l'unico termine per stabilire se vi siete realizzati oppure no?
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unanota
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muke ha scritto: Domanda più cattiva: fino a quando siete disposti a non adattarvi?
Altra domanda: per voi il lavoro - inteso come professione - è l'unico termine per stabilire se vi siete realizzati oppure no?
intendi... lavoro come mezzo e basta, il resto è altrove?
boh, io devo sbrigarmi a scegliere che fare, sinceramente guardo facoltà di qui e di là, e se c'è qualcosa che magari piace mi sento ripetere che non me ne farò mai un c@xxo poi, e se c'è dell'altro spesso non mi va proprio l'idea...

ma forse la verità è che si ha (o perlomeno: ho) paura di "sbattermi" veramente, in fondo credo che ben pochi di noi giovanotti (noi nel senso che stanno per uscire dal liceo) sappiamo veramente cosa vuol dire "sbattersi"... Perchè comunque se gli interessi ci sono, per fare fruttare un percorso di studi -credo-  oggi bisogna metterci un qualcosa in più... o sto solo scrivendo aria fritta?

traduco in questi termini: voi universitari quando eravate in quinta liceo avevate già chiaro cosa fare??
sono un po' confusetto... thanks.
...delle chitarre che non fanno più cheke-cheke ma fuzz-fuzz.

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jonny
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io ho raggiunto un compromesso (e ammetto che sono anche stato molto fortunato):
faccio un lavoro che mi piace, ma che non è la mia passione, e con questo riesco a
pagare quelle che sono le mie vere passioni (musica in primis)

molta gente mi ha chiesto perchè non faccio della musica un lavoro, ma ho sempre pensato
di tenere lontani i soldi con tutto quello che mi sta più a cuore;

per esperienza quando ci sono i $oldi di mezzo va a finire sempre male
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muke ha scritto: Domanda più cattiva: fino a quando siete disposti a non adattarvi?
Altra domanda: per voi il lavoro - inteso come professione - è l'unico termine per stabilire se vi siete realizzati oppure no?
per adattarmi non c' è problema, ne ho già fatti di lavori di m.rd@
però per tutta la vita non li farei, soprattutto dopo aver visto le facce di chi fa quei lavori da tutta una vita...

certo che non è l' unico termine per stabilire la mia realizzazione, ma è sempre il solito discorso : la pagnotta a casa bisogna portarla

e magari anche la connessione internet, le serate con gli amici, il cinema, i concerti..................
::)

vabbè ma adesso passo dalla teoria all' azione e vado a navigare un po' per vedere cosa devo fare per i miei possibili futuri lavori (taxista, cuoco, barista, cameramen sulle moto del giro d'italia, riciclatore di libri)
le idee proprio non mi mancano  8)
Ultima modifica di Anonymous il 15/11/2005, 22:24, modificato 1 volta in totale.
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La domanda di Muke è interessante, è una cosa su cui mi sono interrogato spesso.
Di sicuro è uno dei pochi aspetti della vita, per così dire, "monetizzabili".
La monetizzazione aiuta a mettersi su di una scala di valori e capire a che punto si è di un ipotetico grafico.
Per creare un sistema di riferimento ti servono però, per definizione, punti di riferimento. Questi si ottengono "monetizzando" altre persone e così via.
Il ragionamento a lungo termine forse perde validità.

Ah si .. io lo uso come unico criterio di valutazione delle persone ..
Certo bisognerebbe tener conto del fatto che la vita non è meritocratica ma tant'è ..

Io ho coltivato quella che era una mia passione (o una mia propensione) e l'ho trasformata nel mio lavoro, poi ho scoperto di avere anche un'altra passione e, finchè ho potuto, ho trasformato in lavoro anche quello (il barman).
Alla fine fare della retorica sul fatto che il lavoro non sia tutto nella vita è inutile.
E' la maggior parte della propria vita, ottimisticamente 8 ore 5 giorni su 7 (se siete dipendenti).
E' importante.
Ultima modifica di .ferro il 16/11/2005, 0:21, modificato 1 volta in totale.
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale oscure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva......
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.ferro ha scritto: Alla fine fare della retorica sul fatto che il lavoro non sia tutto nella vita è inutile.
E' la maggior parte della propria vita, ottimisticamente 8 ore 5 giorni su 7 (se siete dipendenti).
E' importante.
ultimamente ci ho pensato su seriamente,
e sono arrivato alla conclusione che anche se dovessi fare un lavoro non gratificante (ripetitivo,non creativo,che non c'entra niente con le cose che mi piace fare)
nulla sarebbe perduto
c'è sempre il tempo libero
quindi potrei comunque fare attività che mi piacciono o spenderlo in attività di volontariato, di associazionismo....
e cercare lì parte della mia realizzazione

alla fine di possibilità ce ne sono infinite
l'importante è sbattersi

magari alla fine non arriverò a niente
ma almeno mi sono sbattutto(che cosa gratificante) 8)
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Sì, Ferro, il tuo post va anche bene, ma finché scrivi:
.ferro ha scritto: Ah si .. io lo uso come unico criterio di valutazione delle persone ..
per me sarai sempre nel torto, perché so che lo scrivi senza ironia.
Dal mio punto di vista è, se non il peggiore, uno dei peggiori criteri fra i miliardi di criteri possibili...
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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