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donald non è parte di se stesso nel film. esiste realmente.
lui è ostacolato da se stesso, e vorrebbe essere come suo fratello.
quando alla fine gli dice "tu sei ciò che ami, non ciò che ama te" capisce come deve fare per non tirarsi mille paranoie e vivere la vita.
la sua morte è simbolica, ma non necessaria.
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Cinema e scrittori
Moderatore: maio
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secondo me nel film charlie non è ostacolato da se stesso...
però sto lavorando e non ho la mente lucida...
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secondo me nel film charlie non è ostacolato da se stesso...
però sto lavorando e non ho la mente lucida...
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che cosa farei, io, che cosa potrei mai fare, tutto il giorno, voglio dire, tra il campanello del risveglio e quello del sonno?..
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non è ostacolato da se stesso?
ma se passa l'80% del film a tirarsi le seghe mentali sull'essere grasso, pelato, non piacere alle donne, essere un fallito, vestirsi male...
se non è essere ostacolati da se stessi questo...
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non è ostacolato da se stesso?
ma se passa l'80% del film a tirarsi le seghe mentali sull'essere grasso, pelato, non piacere alle donne, essere un fallito, vestirsi male...
se non è essere ostacolati da se stessi questo...
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non è vero:
all'inizio lui non sopporta suo fratello
è infastidito da matti da suo fratello
non lo regge
non sopporta la sua scenografia banale e stupida e scontata e anzi si sente talmente superiore a lui da pigliarlo per il çul° per le sue "genialate"
non sopporta i commenti suoi e della morosa sulla sceneggiatura
non sopporta il comportamento cafone del fratello
non lo sopporta. punto. poi tocca il fondo, va al seminario e torna con un altra concezione di vita
e inizia a invidiare il fratello
prima è donald che chiede suggerimenti a charlie, poi è charlie che chiede suggerimenti a donald
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non è vero:
all'inizio lui non sopporta suo fratello
è infastidito da matti da suo fratello
non lo regge
non sopporta la sua scenografia banale e stupida e scontata e anzi si sente talmente superiore a lui da pigliarlo per il çul° per le sue "genialate"
non sopporta i commenti suoi e della morosa sulla sceneggiatura
non sopporta il comportamento cafone del fratello
non lo sopporta. punto. poi tocca il fondo, va al seminario e torna con un altra concezione di vita
e inizia a invidiare il fratello
prima è donald che chiede suggerimenti a charlie, poi è charlie che chiede suggerimenti a donald
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l'invidia per donald è per la vita, mai per la sceneggiatura.
è quando charlie fonde le due cose, e decide di scrivere di se stesso, che comprende il fratello.
e allora comprende anche se stesso.
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l'invidia per donald è per la vita, mai per la sceneggiatura.
è quando charlie fonde le due cose, e decide di scrivere di se stesso, che comprende il fratello.
e allora comprende anche se stesso.
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...nella vita è ostacolato da se stesso... nel lavoro invece no...
è il fratello che lo fa andare fuori di matto perché ha una concezione del lavoro e della vita totalmente diversa... che charlie non riesce a concepire...
quando tocca il fondo si appoggi a questa sua parte che prima non riusciva ad accettare... la assume in sé... la prende come propria...
capisce che non ha più bisogno dell'alter ego e lo fa morire...
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...nella vita è ostacolato da se stesso... nel lavoro invece no...
è il fratello che lo fa andare fuori di matto perché ha una concezione del lavoro e della vita totalmente diversa... che charlie non riesce a concepire...
quando tocca il fondo si appoggi a questa sua parte che prima non riusciva ad accettare... la assume in sé... la prende come propria...
capisce che non ha più bisogno dell'alter ego e lo fa morire...
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che cosa farei, io, che cosa potrei mai fare, tutto il giorno, voglio dire, tra il campanello del risveglio e quello del sonno?..
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no, donald nel film esiste realmente, non è una sua proiezione mentale...
il gioco dell'alter ego è nella realtà, non nel film... tant'è vero che abbiamo avuto il dubbio se esistesse o meno donald...
il gioco dell'alter ego è costruito interno alla dedica e ai crediti... ma nel film è un personaggio tangibile...
sennò sarebbe davvero troppo semplice... e non avrebbe senso inventarsi di sana pianta uno sceneggiatore...
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no, donald nel film esiste realmente, non è una sua proiezione mentale...
il gioco dell'alter ego è nella realtà, non nel film... tant'è vero che abbiamo avuto il dubbio se esistesse o meno donald...
il gioco dell'alter ego è costruito interno alla dedica e ai crediti... ma nel film è un personaggio tangibile...
sennò sarebbe davvero troppo semplice... e non avrebbe senso inventarsi di sana pianta uno sceneggiatore...
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- viciousburger
- Leggenda
- Messaggi: 2353
- Iscritto il: 18/10/2005, 16:59
- Contatta:
adesso vi spacco il çul°, a voialtri che scrivete in bianco.
i'm forever blowing bubbles.
Ecco: così no. Eh dai.
Più che altro è imbarazzante.
Scrivete solo voi due.
Ho capito l'ammore ma per carità usate i messaggi privati.
Per rispetto a chi è single e soffre.
Qui non è più questione di cinema e che cacchio.
Scrivete solo voi due.
Ho capito l'ammore ma per carità usate i messaggi privati.
Per rispetto a chi è single e soffre.
Qui non è più questione di cinema e che cacchio.
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale oscure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva......
Kristian Wilson (Nintendo INC, 1989)
Kristian Wilson (Nintendo INC, 1989)
Con dodici anni di ritardo ho visto Il ladro di orchidee: è un gran film e, per il resto, avete già detto tutto voi.
A tarda notte, appena conclusa la visione, mi sono catapultato qui per leggere che cos'avevate scritto in bianco.
A tarda notte, appena conclusa la visione, mi sono catapultato qui per leggere che cos'avevate scritto in bianco.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.