Desidero analizzare la calata di Gio Vox nel contesto di
Detto fatto, oggi, epocale giovedì 2 ottobre 2014, su una sempre più devastata Rai 2.
Il programma, condotto dal trip di Currysauce (e anche di Q, se non ricordo male)
Caterina Balivo, accostata da Unanota a
Sasha Grey, è rivolto a quella che ormai da quasi un decennio amo chiamare Vera Italia, cioè, generalizzando, il Grande Pubblico, che, come diceva Sgt.Pepper, è lo stesso che prese a conoscere Morgan quando il Castoldi si mise a fare il giurato a
X Factor.
Tornando a
Detto fatto, dalla visione odierna mi pare di capire che esiste una rubrica chiamata
Mission Impossible, in cui la Balivo e personaggi vari si occupano di appiattire una persona libera, facendola diventare un mostro normale come loro. Obiettivo di oggi, far rientrare nei ranghi del socialmente accettato Gio Vox. Egli non si ritrae, su finto coinvolgimento del cugino (Gilmour sul forum), e, in vista di un finto viaggio a Parigi, si presta al gioco di "imparare" a mangiare le ostriche, a lavare i piatti, a rifare il letto, a fare la valigia, a vestirsi bene.
Prima osservazione: l'ansiogeno inserimento di prodotti a fini commerciali, profetizzato da
Infinite Jest e da
The Truman Show tra i diciotto e i sedici anni fa. Il bicchiere da champagne si asciuga con una carta assorbente qualsiasi? No, con gli Asciugoni Regina.
Seconda osservazione: l'arrogante ostentazione dell'errore come stile di vita. Le vecchie megere che si occupano delle pulizie in cucina ci dicono che
flûte, termine francese con cui si indica il bicchiere da champagne, è femminile. Si dice: «
la flûte». Per tutta risposta, la Balivo rivendica con orgoglio il fatto che lei continuerà a dire «
il flûte», al maschile. Immotivati applausi.
Terza osservazione: la repressione fascista della persona ospite. A Gio Vox, istrione per natura, vengono concesse solo poche battute autoironiche, sempre riguardanti la sua poca dimestichezza con le faccende domestiche. Il programma è stato registrato martedì: il Vox viene "tagliato" il più possibile, ciò che va in onda è una sua versione edulcorata. Davanti al letto "perfettamente" rifatto dalle vecchie stronze, la Balivo dice: «Giovanni, vorresti sdraiarti?». Tutti sappiamo cos'è balenato nella testa del nostro Vox in quel momento, ma qui no, qui siamo sulla televisione generalista del primo pomeriggio, quindi entra a gamba tesa Raffaello Tonon, facendo una battuta che non fa ridere.
Quarta osservazione: la normalizzazione fallisce. Certo, ora Gio Vox ha un abito con la
pochette coordinata alla cravatta, un vestito elegante con il quale "andrà a Parigi" a far bella figura al Moulin Rouge, ma la scintilla dell'uomo libero brilla ancora nei suoi occhi, mentre la Balivo, le vecchiacce e Tonon fanno tristezza perché non possono fare altro che "mandare via" l'ospite indesiderato, indesiderato perché palesemente non piegatosi al loro italico buon gusto. Per la verità la Balivo fa anche tenerezza, quando il Vox afferma che magari tornerà da Parigi con una ballerina di can-can e lei guarda la telecamera, come a dire «Seee, come no». Non sa, povera stolta, che Gio Vox ha in curriculum donne molto più belle, e soprattutto molto meno mediocri, di lei.
In sintesi, non so
perché Gio Vox sia andato in tv, ma so che ha vinto.
Viva Gio Vox!