Citazioni letterarie

Se vuoi fare il ciutto, è qui che devi scrivere.
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gasta
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Fuori nel croccante prato marzolino, alonata dai fasci di luce che spiovono dai lampioni, tra capannelli di ragazzi in blazer blu che risalgono il vialetto rifinendosi l'alito a colpi di mentine, assapora una breve epistassi.

David Foster Wallace, La scopa del sistema

Aggiungo. UHD. Come scrive!!!
.Eta.

Ma chi si trova a suo agio nel regno della fantasia, un giorno o l'altro arriverà a riconoscere che tutta la scienza non è altro che una varietà, una specialità della fantasia, per così dire, con tutti i pregi e i difetti della specializzazione.

Georg Groddeck, Il libro dell'Es. Lettere di psicoanalisi a un'amica

Ops, in effetti è ciò che penso da un bel po'! :D
La verità mi sta stretta...
.Eta.

Dedicato al mio McCorrettore di bozze preferito e trovato da uno dei siti più divertenti del mondo, ossia quello dell'Accademia della Crusca.
Da Valeria Della valle e Giuseppe Patota nel loro libro Il Salvaitaliano (Sperling & Kupfer Editori, 2000, pp. 93-4).
Dialogo fra un venditore di obiettivi e un obiettore

VENDITORE DI OBIETTIVI: Il signore desidera?

OBIETTORE: Sono un obbiettore venuto con un obbiettivo preciso: l'obbiettivo della mia macchina fotografica si è rotto, e obbiettivamente ne devo acquistare un altro.

VENDITORE DI OBIETTIVI: Mi permetto di obiettare, signore, che se lei fosse stato obiettivo avrebbe cambiato obiettivo, chiedendo di acquistare un obiettivo.

OBIETTORE: La sua obbiezione mo sorprende davvero. Ribadisco che sono un obbiettore venuto qui con un obbiettivo preciso, checché lei obbietti, e obbiettivamente non intendo andarmene senza aver ottenuto il mio obbiettivo.

VENDITORE DI OBIETTIVI: Lei sarà un ottimo obiettore, ma non è obiettivo. Personalmente, non ho altro obiettivo che quello di vendere obiettivi, ma sono costretto a obiettarle che, se lei mi obietta che vuole un obiettivo, obiettivamente non posso aiutarla.

OBIETTORE: Lei non può obbiettarmi un bel niente: sono io che le obbietto che obbiettivamente lei, più che un venditore di obbiettivi è un essere abbietto (o abietto? Oddio! Se avessi comprato il Della Valle-Patota, adesso non mi troverei in questo guaio!).
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gasta
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Il barista si chiama Galles, perché ha preso tante bottigliate in faccia che è tutto ridotto a quadri e losanghe. Lo potrebbero usare come bersaglio per le freccette (anzi, qualche volta lo fanno). La sua specialità sono i cocktail: mette insieme dei ceffi di liquori e ne fa un ottimo equipaggio. I suoi cocktail leggendari sono: Anagrafe, Rappresaglia e Menedaunàl.
Anagrafe è così detto perché se ne bevi più di due, dopo devi andare all'anagrafe per sapere chi sei. Rappresaglia sono venti parti di grappa italiana per una di grappa tedesca. Poi c'è il Menedaunàl. Favoloso. Dopo averlo bevuto, ti vien sempre voglia di fare il bis. Allora chiedi, appunto: "Me ne dà un al..." Ma nessuno ha mai finito la frase, si schianta a terra prima.

Stefano Benni, Baol
Ultima modifica di gasta il 19/08/2011, 0:09, modificato 1 volta in totale.
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labbio
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Mi domando - prosegui con voce più lenta - quale sia la parola per dire «tagliare i piedi»? Tagliare la testa si dice «decapitare». Per gli occhi, si dice «enucleare»; per i testicoli, «evirare». Ma per i piedi? Come si dice? «Epedestrare»?
- Niente, - rispose Danglard, - non si dice niente. La parola non esiste perchè l'atto non esiste. Insomma, non esisteva ancora. Ma un tizio l'ha appena inventato, nel continente ignoto.
- È come per il mangiatore di armadi. Non esiste un parola.
- Tecofago, - propose Danglard.

Fred Vargas, Un luogo incerto
Ultima modifica di labbio il 04/09/2012, 18:25, modificato 1 volta in totale.
Tranquillo, penso a tutto io
Dicono di me: "un rompicoglioni fuori scala, un vero professionista della noia". Siete avvisati.
Non è una frisona
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McA
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Le cose più importanti sono le più difficili da dire, perché le parole le rimpiccioliscono. È difficile far in modo che un estraneo provi interesse per le cose belle della tua vita.

Stephen King, Il corpo, in Stagioni diverse
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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gasta
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Tutto quello che non sopporto ha un nome.
Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele.
La loro inutilità.
Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza.
I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddotica esasperata.
La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.
Ma non sopporto neanche le generazioni successive.
Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus.
Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.
La prosopopea dell'invincibilità eroica dei giovani è patetica.
Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto ai vecchi in autobus.
Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.
Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancor più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione e tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste.
Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e i loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e i disoccupati e l'ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina.
Che divina non è. Solo mancanza di impegno.
Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l'ascella? Impossibile sopportarli.
Non sopporto i manager. E non c'è bisogno nemmeno di spiegare il perchè. Non sopporto i piccolo borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza conoscere neanche il significato della parola.
Non sopporto i fidanzati, poichè ingombrano.
Non sopporto le fidanzate, poichè intervengono.
Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati.
Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili.
Tutto consentito, tranne l'omicidio.
Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma, mettono in difficoltà. Poichè boicottano la cattiveria.
Quindi, sono insopportabili.
Ti chiedono: "Come stai?" e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l'interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.
Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.
Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli indecisi, i non fumatori, lo smog e l'aria buona, i rappresentati di commercio, la pizza al taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, coloro che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent'anni ti incontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai occasione per ricordarti che hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d'arte, gli ex comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono "intrigante", i modaioli che dicono "figata" e derivati, gli sdolcinati che dicono bellino carino stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti "amore", certe bellezze che dicono "ti adoro", i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci, gli adolescenti, i sottosegretari, le rime, i cantanti rock attempati coi jeans attillati, gli scrittori boriosi e seriosi, i parenti, i fiori, i biondi, gli inchini, le mensole, gli intellettuali, gli artisti di strada, le meduse, i maghi, i vip, gli stupratori, i pedofili, tutti i circensi, gli operatori culturali,gli assistenti sociali, i divertimenti, gli amanti degli animali, le cravatte, le risate finte, i provinciali, gli aliscafi, i collezionisti tutti, un gradino più in su quelli di orologi, tutti gli hobby, i medici, i pazienti, il jazz, la pubblicità, i costruttori, le mamme, gli spettatori di basket, tutti gli attori e tutte le attrici, la video arte, i luna park, gli sperimentalisti di tutti i tipi, le zuppe, la pittura contemporanea, gli artigiani anziani nella loro bottega, i chitarristi dilettanti, le statue nelle piazze, il baciamano, le beauty farm, i filosofi di bell'aspetto, le piscine con troppo cloro, le alghe, i ladri, le anoressiche, le vacanze, le lettere d'amore, i preti e i chierichetti, le supposte, la musica etnica, i finti rivoluzionari, le telline, i panda, l'acne, i percussionisti, le docce con le tende, le voglie, i calli, i soprammobili, i nei, i vegetariani, i vedutisti, i cosmetici, i cantanti lirici, i parigini, i pullover a collo alto, la musica al ristorante, le feste, i meeting, le case col panorama, gli inglesismi, i neologismi, i figli di papà, i figli d'arte, i figli dei ricchi, i figli degli altri, i musei, i sindaci dei comuni, tutti gli assessori, i manifestanti, la poesia, i salumieri, i gioiellieri, gli antifurti, le catenine d'oro giallo, i leader, i gregari, le prostitute, le persone troppo basse o troppo alte, i funerali, i peli, i telefonini, la burocrazia, le installazioni, le automobili di tutte le cilindrate, i portachiavi, i cantautori, i giapponesi, i dirigenti, i razzisti e i tolleranti, i ciechi, la fòrmica, il rame, l'ottone, il bambù, i cuochi in televisione, la folla, le creme abbronzanti, le lobby, gli slang, le macchie, le mantenute, le cornucopie, i balbuzienti, i giovani vecchi e i vecchi giovani, gli snob, i radical chic, la chirurgia estetica, le tangenziali, le piante, i mocassini, i settari, i presentatori televisivi, i nobili, i fili che si attorcigliano, le vallette, i comici, i giocatori di golf, la fantascienza, i veterinari, le modelle, i rifugiati politici, gli ottusi, le spiagge bianchissime, le religioni improvvisate e i loro seguaci, le mattonelle di seconda scelta, i testardi, i critici di professione, le coppie lui giovane lei matura e viceversa, i maturi, tutte le persone col cappello, tutte le persone con gli occhiali da sole, le lampade abbronzanti, gli incendi, i braccialetti, i raccomandati, i militari, i tennisti scapestrati, i faziosi e i tifosi, i profumi da tabaccaio, i matrimoni, le barzellette, la prima comunione, i massoni, la messa, coloro che fischiano, coloro che cantano all'improvviso, i rutti, gli eroinomani, i Lions club, i cocainomani, i Rotary club, il turismo sessuale, il turismo, coloro che detestano il turismo e dicono che loro sono "viaggiatori", coloro che parlano "per esperienza", coloro che non hanno esperienza e vogliono parlare lo stesso, chi sa stare al mondo, le maestre elementari, i malati di riunioni, i malati in generale, gli infermieri con gli zoccoli, ma perchè devono portare gli zoccoli?
Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sè, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i battutisti, i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli svogliati, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.
Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l'iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, la vergogna, l'arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l'abuso di potere, l'inettitudine, la sportività, la bontà d'animo, la religiosità, l'ostentazione, la curiosità e l'indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l'eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l'eccitazione, la saggezza, la determinazione, l'autocompiacimento, l'irresponsabilità, la correttezza, l'aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l'incoscienza, la capziosità, la rapidità, l'oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l'ineluttabilità, l'esibizionismo, l'entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo, l'automobilismo, l'autonomia, la dipendenza, l'eleganza e la felicità.
Non sopporto niente e nessuno.
Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.
Solo una cosa sopporto.
La sfumatura.

Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione

(se sapessi scrivere, l'avrei voluto tanto scrivere io)

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mostrillo
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La luce rossastra del tramonto illumina ogni cosa con il fascino della nostalgia: anche la ghigliottina.

Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere

(E come già dissi... anche quella del Campari. Mai mandare sms dopo averne bevuti un paio...)
vivi col cuore in mano, cerca il tuo equilibrio, cerca l'interferenza minore
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mostrillo ha scritto: 12/12/2013, 10:41(E come già dissi... anche quella del Campari. Mai mandare sms dopo averne bevuti un paio...)
(Dopo aver bevuto un paio di sms? :P )
mostrillo ha scritto: 12/12/2013, 10:41La luce rossastra del tramonto illumina ogni cosa con il fascino della nostalgia: anche la ghigliottina.

Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere
Sì.

E aggiungo (a memoria):

"Sotto la luce sbagliata anche il çul° più bello può risultare ospedaliero."

Gipi, Appunti per una storia di guerra
McA ha scritto: 04/11/2012, 12:30Senso di completezza a manetta, e solito mix di sentimenti.
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quindi, Eta, tutto è una questione di luce?
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Sono appena tornata a casa da un pomeriggio tutto a parlare di luce e una sera con una donzella che su come la luce ci formi aveva partorito la tesi… ;)
McA ha scritto: 04/11/2012, 12:30Senso di completezza a manetta, e solito mix di sentimenti.
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Secondo la Guida galattica per gli autostoppisti, gli Zona del Disastro, un gruppo plutonium rock delle Zone Mentali di Gagrakacka, sono non solo il gruppo rock più assordante della Galassia, ma anche il rumore più assordante in assoluto che sia dato di sentire a essere vivente. I frequentatori abituali dei concerti di questi musicisti affermano che per avere il sound migliore bisogna stare dentro grandi bunker di cemento situati a circa sessanta chilometri dal palcoscenico. Quanto agli esecutori stessi, suonano i loro strumenti con comandi a distanza collocati a bordo di un'astronave isolata acusticamente che resta in orbita intorno al pianeta dove si svolge il concerto, oppure, più spesso, intorno a un pianeta completamente diverso.
Le loro canzoni nel complesso sono molto elementari e per lo più seguono il classico schema del "ragazzo incontra ragazza sotto una luna argentea, la quale poi esplode per ragioni non sufficientemente chiarite".
Molti pianeti hanno vietato gli spettacoli di queste stelle del rock, a volte per disapprovazione verso il loro tipo di espressività artistica, ma assai più spesso perché il rumore da loro prodotto violava i trattati locali di limitazione delle armi strategiche.
Questo però non ha impedito agli Zona del Disastro di guadagnare cifre così astronomiche da oltrepassare i confini dell'ipermatematica pura, e il capo contabile del gruppo è stato nominato di recente professore di Neomatematica all'Università di Maximegalon. Questo come pubblico riconoscimento di validità alla sua teoria generale (e anche a quella ristretta) della Dichiarazione dei Redditi degli Zona del Disastro, teoria nella quale egli dimostra che l'intera struttura del continuum spazio-temporale non è semplicemente curva, ma completamente gobba.

Douglas Adams, Ristorante al termine dell'Universo
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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