Bruno - Racconto interattivo

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cizzu
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Bruno ha ventiquattro anni, io ne ho trentatre.

Bruno è un bel moro dalla carnagione scura, fa palestra da un pò e si vede, indossa abiti alla moda e non è esteticamente ridicolo come chi invece in genere va in palestra. Io non ho mai fatto nè nuoto nè palestra, il mio peso forma è squilibrato, di poco ma si vede. Io indosso abiti normali.

Bruno lavora per una ditta informatica, è bravo, molto intelligente, gira il mondo, è già stato dappertutto. Guadagna molto, troppo. Io lavoro in fabbrica da quindici anni, non so se si possa dire che sono intelligente, però i Bartezzaghi li completo tutti. Sono stato in Francia, una volta, e un'altra in Grecia. Guadagno normale.

Bruno ha una macchina nuova ogni anno. Io ho sempre quella.

Bruno ha una fi§@ bionda ricciolina, abbastanza alta, mette sempre i tacchi, la guardi e ti vien duro. Io sono sposato con una mora, una bella donna normale che mi capisce e va bene per me. Mi ha dato due bimbi bellissimi che spaccano tutto in casa, i primi due anni di ognuno non ho dormito mica tanto.

Bruno gira in giacca e cravatta al lavoro, poi la sera se non ha il corso di spinning va sul palco e canta le sue canzoni elettroniche col suo gruppo. Ha tante energie. Quando finisce, prima di tornare a casa passa dalla sua donna e la scopa anche tre volte di fila. Io ho da pagare il mutuo, se mi licenziano sono fottuto, torno a casa dal lavoro e se non ho niente da fare preferisco, mi mancano un pò le energie, scopo poco da un pò.

Io e Bruno.

Bruno ha un nome da orso.

Io voglio essere Bruno.
Ultima modifica di Anonymous il 08/09/2003, 23:16, modificato 1 volta in totale.
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JJSante
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Ciao Bruno

Ciao...

Ti va di bere un'aperitivo che facciamo due bagole?

Ma sì va. Dove ci vediamo?

Mha? Facciamo ai templari?

Ma va ai templari? No. E' meglio al Motta, o in Tisaneria...

Vabbè. Ci vediamo al Motta alle 18.30

Va bene ciao.

Bruno mi porta sempre in posti pieni di gente come lui. Chissà perché?



ORE 18.30 - Bar Motta - Galleria 25 Aprile.

Arrivo che Bruno è già lì con una fi§@ iper aderente (nel senso del modo in cui è vestita.) lo saluto e mi siedo dall' altra parte del tavolo.

A volte o l' impressione che non abbia voglia di vedermi, come se lo facessi sentire a disagio, non so...

Senti Bruno...  Volevo parlarti...

Si? A proposito di cosa?

Vedi: io sono molto invidioso.

Oddio! Non cominciare che di storie in testa ne hai già abbastanza!

No, è che vedi...

Ma va! Ti ho detto basta! E fammi un piacere: smetti di farti le canne che ti confondono! Vai un po in palestra che ti riprendi!

La fichetta mi guarda e ride.

No ma guarda che io

Mi sa che sono diventato rosso...

Delle volte mi fa proprio incazzare...

E mi vien da pensare: forse proprio perché fumo sono sempre confuso poi mi faccio i problemi e divento invidioso..

O ma guarda che io lavoro cretino! Mica te che ti fai le lampade davanti al computer! Cretino! Ma non glielo dico mica perché alla fine Bruno è mio amico.

Ma chi?

Vaffanculo

Cosa?

Fottiti Bruno.

Ma cosa...

Ho detto vai a farti fottere tu e la tua aderentissima tr°i@. Addio

Non mi ha mica più detto niente. E mi sono alzato e ho pensato: vado ai Templari a bere!

Che di Bruno a me cosa me ne incula che io sono io...


ORE 19.15 - Osteria dei Templari - Largo Boccaccino.

Sono qui che bevo da mezz' ora e sono già contento anche se faccio fatica a non pensarci a cosa ci ho detto a Bruno che alla fine è un mio amico. Ma chi!?

Sono ubriaco.

Quando entra Bruno. Sembra a disagio. Che passando in mezzo alla massa dei miei amici sembra non voler infettarsi.

Viene verso di me...  
Ultima modifica di JJSante il 14/05/2003, 18:17, modificato 1 volta in totale.
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McA
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È davanti a me.
Attacca: «Senti, scusa, dai, non volevo, dai, – adesso si fotte, non gli dico una parola – parliamo, di cosa poi? Di invidia? Cos'hai detto prima? Sei invidioso? O cosa? Dai, – anzi no, dai, gli do una possibilità, facciamolo parlare – di cosa dovresti poi essere invidioso? – ora m'incazzo – Sentiamo, di cosa? – prova a dire "cosa" un'altra volta, solo un'altra volta... – Dai, tu cosa...».
Pronti. Mi alzo, prendo il boccale di Grimbergen – il terzo – che avevo appena iniziato e – PAM! – glielo spacco in faccia.
Bruno fa due passi indietro, prima di cadere di çul° contro un tavolino alle sue spalle. Ha il naso rotto, è una maschera di sangue e ha la faccia tra lo stupito, l'indemoniato e l'idiota, insomma, la faccia che può avere solo uno a cui hanno appena spaccato un boccale da birra in faccia.
Nella moviola che ci si può immaginare di una scena del genere, il momento che non dimenticherò più l'ho già fotografato. Bruno è disteso a terra, col volto ornato da ‡r@mmæn¶i di vetro rossi; l'espressione di Figaderente deve ancora raggiungere l'apice dello shockato; molti clienti del posto devono ancora rendersi conto di ciò che è successo; io (che nel ricordo, lo so già, mi vedrò in terza persona, e non in soggettiva) mi giro, prendo un cicciolo dal bancone, frego La Gazzetta che comunque è sabato e devo vedere le formazioni, mi lancio fuori dalla porta e scappo. Ma mentre all'inizio mastico e corro, dopo un po' vedo che nessuno mi sta inseguendo. Così, inizio a masticare e a camminare. Ho il passo rapido e incerto di un tredicenne che ha rubato alla Standa, mastico e cammino. c@xxo, 'sto cicciolo è un'agonia. So di essere tutto rosso in volto. Dopo un po', per fortuna, il cicciolo di m.rd@ finisce. Mi limito a camminare. Penso che magari quel po' d'alcool nella birra ha dato il suo piccolo contributo alla causa "dolore lancinante inferto a Bruno". Me ne compiaccio.
Non posso stare a spiegare nel dettaglio i procedimenti mentali che governano le mie azioni e che mi portano a pensare, dopo un algoritmo assolutamente scientifico, le seguenti cose.
Primo: io non avevo mai fatto male a nessuno, mai un pugno, mai un ceffone, niente di niente.
Secondo: se l'ho fatto, vuol dire che qualcosa in me è cambiato.
Terzo: se qualcosa in me è cambiato, vuol dire che devo cambiare tutto di me e della mia vita.
Quarto: la prima cosa da fare è cambiare aria, del tutto.
Mentre la mia mente sta formulando questi bei sillogismi e nessi di causa-effetto, il mio corpo è intanto arrivato a casa mia, ha preso tre vestiti in croce e tutti i (pochi) risparmi che tengo sotto al letto (le care vecchie tradizioni), ha dato uno sguardo alla foto di moglie e figli, non capiranno – e come potrebbero? – ma io devo andare, ed è già sul treno per Milano.
A metà viaggio circa, la mente e il corpo si rincontrano.
Ma dove sto andando? Ma cosa sto facendo? Ma mi rendo conto? Ho ferito gravemente quello che consideravo uno dei miei migliori amici, e sto lasciando la mia famiglia. Ma che c@xxo sto facendo?
Arrivato a Milano, capisco che non potrò tornare indietro, o meglio, che se torno indietro dovrò affrontare le conseguenze di ciò che ho fatto, ma non è che abbia paura, è solo che non ne ho voglia.
Allora, vada per l'estero. Sceglierò il Paese in base al primo manifesto pubblicitario che vedrò.
Certo che il match sarà tra Stati Uniti e Giappone, chiudo gli occhi e punto un dito a caso. Apro.
FUJIFILM
Ok, allora, vada per il Giappone.
Arrivo a Linate.
«Buonasera. Il primo aeroplano per Tokyo?».
«Deve partire urgentemente?»
No, brutta stronza, ti sto chiedendo a che ora è perché sono curioso...
«Eh, sì». Sorrisino suo e mio.
Un insolito colpo di fortuna: devo aspettare solo quattro ore, il mio bagaglio è praticamente inesistente, e il biglietto di sola andata prosciugherà solo il 65% del mio budget. Comunque meglio del previsto.
Mi butto dentro al primo bar che trovo, per bere giusto un bicchiere.
Al tg regionale della notte siamo alla cronaca. Sicuro che si parlerà di me, seguo.
DRAMMA A CREMONA – Ma dai, che titolo, «Dramma»... – Erano amici. Ma una banale discussione si è tramutata in dramma. Bru – adesso sarà lì in ospedale, non mi dispiace per nulla – cale di birra ed è morto per un'emorragia interna cau – come «morto»? è morto? – locale frequentato del centro di Crem – oddio l'ho ammazzato – l'omicid – oddio l'ho ammazzato – a detta di tutti amico della vittima – ho ammazzato Bruno.
Esco senza prendere il bicchiere. È il mio modo per autopunirmi. Ho ammazzato Bruno.
Le ore successive passano mentre i pensieri si accavallano. – Amici, amici, amici un c@xxo, mi ha sempre considerato inferioresì, ma non è un motivo sufficiente per ucciderloera diventato insostenibilesì, ma non è che perché lo invidi devi ammazzarlo, che c@xxo, sei un maniaco?
Mentre salgo sull'aeroplano, giungo alla mia conclusione.
Ho pensato alla morte di Bruno, ma non mi sento addolorato, non ho versato una lacrima, potrei quasi dire che non mi frega un c@xxo che sia morto? Forse potrei. Non che mi consideri un esempio da seguire, non meritava certo di essere ucciso, però nemmeno lui è un martire. Anzi, era uno stronzo. Solo uno stronzo. E un rompicoglioni.
Ma mentre sto volando ancora le gambe tremano. Troppe emozioni forti, per me che non ne avevo quasi mai avute. Intanto è notte, profonda.
Dormo, o faccio finta, mi dico di dormire ma ho solo gli occhi chiusi e sono sveglio. Sveglio. Sveglio. Sveg...
Plin plon – «Gentili passeggeri, siamo in arrivo al New Tokyo International Airport di Narita». – plin plon.
c@xxo, ho dormito per tredici ore, la durata del volo. Narita... La Linate giapponese. Una marea di persone, un casino pazzesco, occhi e orecchie sono iperstimolati.
Bene, faccio mente locale prima di mettere l'orologio avanti di otto ore. Alle 19:15 circa ho ammazzato Bruno; il treno per Milano era alle 20:00; alle 21:00 ero alla stazione centrale: a Linate sarò arrivato che erano le... Diciamo 22:30... L'aeroplano era alle 02:15, sono sicuro...  Tredici ore di volo... L'orologio fa le 15:30. Lo porto alle 23:30. Ho cavalcato i fusi orari. Praticamente domenica sta per finire qui in Nippon, mentre in Italia stanno cominciando le partite. Quanti soldi ho? Butto uno sguardo dentro al portafoglio. Pochi. Dove vado? Boh. Tanto non ho sonno, ho dormito fino ad ora.
Ultima modifica di McA il 14/05/2003, 18:45, modificato 1 volta in totale.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
cudiel

...sì, grazie per la linea, siamo qui davanti al locale dove ieri si è consumata la tragedia di Bruno Z., il giovane ucciso da quello che tutti definiscono "un suo amico" dopo una furibonda rissa... mi scusi, mi scusi, non vede che sto lavorando, si sposti ...sì, naturalmente c'è molta agitazione qui, Cremona è una città tranquilla, non certo abituata a questo genere di cose, ma prego la regia di mandare il servizio con le interviste...

-- ma see, noo, era un bravo ragazzo, io ero suo amico, sa, ero in classe con lui alle medie, poi ci eravamo persi di vista, però proprio l'altro giorno l'ho visto al Motta che prendeva l'aperitivo e mi sono detto "cat, 'ara Bruno!" però non l'ho salutato perchè da quando...
-- grazie, questo signore, invece, conosceva bene Bruno Z., ci dica
-- mah! bene.. so che era insieme alla Francesca, una ragazza molto carina e simpatica che una volta ci ha provato con me, poi un po' il lavoro, un po' che frequentavamo due bar diversi non ci eravamo più visti tanto spesso
-- con Bruno?
-- no, con la Francesca!
-- lei invece era amico dell'aggressore: K., cosa ci può dire di lui?
-- noncicredononèpossibileKnonavrebbemaifattounacosadelgenereloconoscotroppobene
nonhamaifattodelmaleaunamoscadevesseresuccessoqualcosanonèpossibile...


... bene, torniamo in diretta solo per dire che la polizia sta indagando e non tralascia nessuna pista, l'ipotesi più probabile è il delitto passionale, ma non si esclude il regolamento di conti tra organizzazioni rivali nel traffico della droga, di cui entrambi i protagonisti erano grandi consumatori. un'altra voce, che il Giudice per le Indagini Preliminari però smentisce categoricamente, parla di pedofilia e di un traffico di materiale pornografico attraverso Internet e il passaggio di cd-rom che avveniva proprio qui, in questa centralissima piazza appena dietro alla cattedrale
per adesso è tutto da Cremona, ma non appena avremo nuovi sviluppi richiederemo la linea, a voi studio...
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