CRISI FINANZIARIA

Dal greco = spazio aperto

Moderatore: .ferro

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bigulmol

In seguito alla riunione sull'attuale crisi finanziaria, tenutasi al Centro Sociale Kavarna giovedì scorso, propongo il seguente volantino da diffondere per invitare gli studenti ed i lavoratori cremonesi ad un pubblico dibattito.

Vi chiedo calorosamente di inoltrare le vostre critiche, i vostri commenti e le vostre proposte, grazie.



> Prendiamo in mano il nostro futuro!
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> Strappiamolo dalle mani del capitale!
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> Approfondiamo insieme le cause e le dinamiche della crisi,le ragioni e i fini della nostra lotta.
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> Da settimane la crisi finanziaria partita oltre un anno fa dagli Stati Uniti scuote come un terremoto le Borse di ogni continente, e strozza la produzione reale tagliando milioni di posti di lavoro e minacciando le condizioni di vita dei lavoratori in tutto il mondo, e il futuro, dei giovani in particolare.
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> La crisi “brucia” migliaia di miliardi di dollari di capitale fittizio, ricchezza che non c’è mai stata ma che i più astuti o i più fortunati hanno incassato nella stagione del Toro, quando tutti osannavano Mammona che dal denaro crea più denaro. Una fetta crescente della ricchezza creata da oltre un miliardo di proletari in tutto il mondo è stata rapinata dalle bande dei finanzieri che maneggiano denaro altrui. Come tutte le sbornie e i “viaggi” nell’euforia anche questa doveva finire con una grande depressione e stordimento.
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> Chi fino a ieri cantava le lodi del “libero mercato” ora invoca e usa l’intervento dello Stato per salvare banche e banchieri, fondi e finanzieri a colpi di centinaia di miliardi di dollari, frutto del lavoro di milioni di proletari. Sono questi a pagare, con tasse, licenziamenti e rinvio dell’andata in pensione (il cui ammontare è caduto con la Borsa) quanto i parassiti della finanza hanno perso alla bisca dei futures, degli swap, dei CDO e degli altri “derivati” della finanza creativa divenuta distruttiva.
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> L’ideologia della “mano invisibile”, che trasformerebbe il cieco perseguimento dell’interesse individuale nella realizzazione di quello collettivo, meno di vent’anni fa celebrava il suo trionfo sullo statalismo. Ma ora si scopre che il mercato è cieco e ha condotto al disastro. E i borghesi, da Bush a Sarkozy e Berlusconi tornano allo Stato.
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> Noi siamo contro il capitalismo, quello privato e “selvaggio” che genera crisi, come quello di Stato che queste crisi cerca di tamponare con trasfusioni di denaro e nuove regole per garantire la sopravvivenza del capitale e la continuità dello sfruttamento, entrambi preparando nuove guerre.
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> Questa crisi vede indebolirsi l’imperialismo americano e rafforzarsi le potenze asiatiche; mette alla prova le velleità di unione politica degli imperialismi europei.
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> Nel mondo che sarà sempre più multipolare la guerra sarà sempre meno periferica.
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> I giovani studenti che per la prima volta dopo molti anni rifanno finalmente sentire numerosi la loro voce nelle strade e nelle piazze farebbero bene a riflettere su queste forze gigantesche scatenate e incontrollabili, che minacciano il loro presente e ancor più il loro futuro, in balia dei cicli di espansione e crisi del capitale che nessuna regolamentazione, nessuna politica economica, nessuno Stato può eliminare.
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> La lotta contro i tagli alla scuola e la sua privatizzazione strisciante deve essere l’inizio di una presa di coscienza e di una lotta per prendere nelle nostre mani il nostro futuro.
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> Strappandolo dalle mani del capitale.
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> Per una società equa e solidale in cui nessuno sia più merce, in cui la produzione sia direttamente sociale, finalizzata ai bisogni umani e non più dettata dal profitto.
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