Morgan

Tutto ciò che vuoi sapere o dire sulla tua musica preferita o odiata

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robymm8

Ricordo don Mazzi che gli dice: morgan tu sei un bischero perchè eri fattto. il giornalista è un bischero perchè ti ha visto fatto e ti ha fatto dire quello che voleva.
poi ho spento.
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chiarezza
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Poche persone mi urtano e schifano come don Mazzi.
robymm8

chiarezza ha scritto: 05/02/2010, 11:08Poche persone mi urtano e schifano come don Mazzi.
anche a me!
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Sakamoto
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chiarezza ha scritto: 05/02/2010, 11:08Poche persone mi urtano e schifano come don Mazzi.
A me fa cagare ma non è lui l'oggetto del TOPIC.
Morgan che si fa a me non fa né caldo né freddo, come non mi fanno né caldo né freddo quelli che vanno a puttane.
Al contrario, mi fanno venire molto freddo quelli che puntano il dito e difendono una morale divulgata e propagandata da potenti con il çul° rotto dai trans e dalla narici rifatte per colpa della coca.
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gasta
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Ma infatti secondo me non e' neanche il punto che Morgan si faccia.

Quello che mi fa ridere e' fare il ciutto.
Cioe': lui sta vivendo questo suo essere bohemien a tutti i costi per cui e' figo solo lui.
Prima beveva l'assenzio solo lui.
Adesso si fa la coca in basi perche' cosi' dice che funziona contro la depressione.

Ma per favore!
Kurt Cobain si faceva le pere e se ne strafotteva.
Come lui uno stuolo di artisti "dannati".
Ma mai ho visto Cobain o uno di questi artisti andare da Vespa.
Il Messaggero ha scritto:ROMA (5 febbraio) - Tutto ci saremmo aspettati tranne vedere l’indomabile pirata Morgan prigioniero della poltroncina bianca al salotto di Vespa. Dimesso, preoccupato, sinceramente scosso, privo di quella combattiva loquacità che sovente porta l’interlocutore a dargli ragione o perlomeno a considerare plausibile ogni sua opinione. Lui che sente parlar volentieri sé stesso, al punto che lo sfoggio di cultura e la predilezione per i giochi di parole predominano sul senso del discorso, ieri ha principalmente ascoltato, si è lasciato mettere alla gogna, ha detto ciò che volevano fosse detto.

Si è prestato docilmente a un conduttore che per prima cosa ha infierito sulla sua vicenda personale tirando in ballo la figlia e il padre morto suicida e che lo ha poi imboccato: «Morgan sei d’accordo anche tu che la musica è vita e la droga è morte?», presumendo che su questa ovvietà si possa dissentire. Ha accettato che Don Mazzi, in una sorta di esorcismo in diretta, incitasse: «Dì che di Sanremo non te ne frega niente, dì che non ci vai. Ora torni nel silenzio e ti metti a riflettere». Il tutto davanti al ministro Meloni che accoglieva con visibile scetticismo le sue frasi di ravvedimento.

Si sfigura il ritratto di Morgan Gray, l’immagine di personaggio trasgressivo e sopra le righe che Marco Castoldi era riuscito negli anni a costruire, si sgonfiano le sue pose letterarie. Non si è fregiato dell’esclusione come qualunque maledetto avrebbe fatto, da Jim Morrison a Vasco Rossi, non ha ritenuto l’emarginazione una forma di elezione, di conferma del suo essere oltre le convenzioni sociali. Tutt’altro. La sua presenza a Porta a Porta è andata ad oliare un meccanismo pubblicitario tradizionale (il programma ha incassato il record di ascolti), ha permesso che emeriti sconosciuti maneggiassero grossolanamente la sua delicata storia fino a ridurla ad uno spot d’occasione.

Ammettere insistentemente che l'uso di droghe sia sbagliato, non basta a liberare i tossicodipendenti, Morgan compreso, dall’inferno in cui abitano. Rendersi imputato in quell’auletta inquisitoria, considerare la tribuna mediatica alla stregua di una seduta terapeutica è stato autolesionista e forse controproducente. Vedendo l’accanimento e l’approssimazione con cui gli adulti affrontano un tale argomento, ai ragazzi dei quali tanto ci si interessa potrebbe passare qualsiasi voglia di chiedere aiuto.

Dopo l’opportuna pubblica ammenda riguardo le dichiarazioni sull’uso terapeutico della cocaina l’artista avrebbe potuto tacere, ritirarsi dignitosamente nella sua musica, decidere cosa fare del suo tormento insieme a chi gli è caro, evitando di partecipare attivamente a questo gioco al massacro. Le sue miserie private non si comprendono né si risolvono nella piazzetta televisiva in cui il dolore è ridotto a combustibile dell’Auditel, dove si inneggia all’importanza dei modelli pedagogici mentre se ne spacciano di altamente diseducativi, dove regnano la superficialità e l’ipocrisia.

Tutto questo putiferio deriva da un doppio fraintendimento. Morgan ha dato una valutazione errata di sé, superiore, sia prima che dopo l’intervista incriminata: prima, adagiandosi in dichiarazioni che a uno del suo medio calibro non vengono perdonate, dopo ergendosi ad esempio per gli adolescenti. Ha sentito questo pesante fardello perché altri, che ignorano la realtà e non controllano affatto il polso della società, glielo hanno affidato. Lui, lusingato e impaurito da tanta importanza, ha accettato di farsene carico.

Ma Morgan non è un idolo in Italia, ha discretamente successo per motivi che per fortuna esulano dal suo stile di vita dissoluto. Finora da lui i ragazzi avevano imparato la disciplina della musica, l’amore quasi religioso per l’arte, temevano il suo giudizio e il suo rigore tecnico. Della droga sospettavano ma era un elemento estetizzante, non fondante, e quasi scontato, non certo scandaloso, vista la quotidianità con cui ci si rapportano a scuola, in discoteca e ovunque. E’ la grancassa attuale che lo ha reso un modello negativo e la demonizzazione, si sa, è pericolosamente attraente.

Questo cattivo maestro lo hanno cacciato da Sanremo dove sarebbe comparso per soli cinque minuti a sera con una canzone che nulla a che fare con l’apologia degli stupefacenti, salvo poi invitarlo sullo stesso canale per la durata di un intero programma. E forse, ancor più paradossale, sarà chiamato a partecipare al Festival come ospite.
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gasta ha scritto: 05/02/2010, 19:17Ma mai ho visto Cobain o uno di questi artisti andare da Vespa.
AHAAHAH!! Eh si, hai ragione poteva fare a meno di vantarsene.
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