ACQUA PUBBLICA SENZA SE E SENZA SPA!

L' amata/odiata città ... i fatti, i personaggi e i luoghi che la rendono un esperimento sociale ...
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COMUNICATO STAMPA

Napoli come Parigi, l'acqua è di nuovo pubblica

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e il Comitato Acqua Pubblica Napoli salutano con gioia e soddisfazione il voto del Consiglio Comunale di Napoli che ha approvato, sostanzialmente all'unanimità, la trasformazione dell'azienda Arin S.p.A. in Acqua Bene Comune Napoli, un ente di diritto pubblico che gestirà le risorse idriche.
Si tratta delle prima effettiva attuazione del voto referendario, e della volontà di 27 milioni di cittadini, in una grande città: a Napoli l'acqua torna pubblica.
Si compie il primo, storico, passo verso la ripubblicizzazione del servizio idrico nel nostro Paese.
Ci aspettiamo adesso che tutte le altre città seguano l'esempio napoletano e che oltre alla ripubblicizzazione si vada nella direzione di una reale partecipazione dei cittadini e dei lavoratori nella gestione del Servizio Idrico Integrato.
Da oggi, 26 ottobre, inizia il percorso della gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, a cui tutti i cittadini e tutte le cittadine saranno chiamati a contribuire.
L'acqua torna a essere un bene comune e nessuno, d'ora in poi, potrà dire che non si poteva fare. Su acqua e referendum indietro non si torna.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Comitato Acqua Pubblica Napoli
Napoli, 26 ottobre 2011
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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IL 26 NOVEMBRE IN PIAZZA PER L’ACQUA, I BENI COMUNI E LA DEMOCRAZIA
PER IL RISPETTO DELL’ESITO REFERENDARIO, PER UN’USCITA ALTERNATIVA DALLA CRISI


Il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato per l’uscita dell’acqua dalle logiche di mercato, per la sua affermazione come bene comune e diritto umano universale e per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico.
Un voto netto e chiaro, con il quale 27 milioni di donne e uomini, per la prima volta dopo decenni, hanno ripreso fiducia nella partecipazione attiva alla vita politica del nostro Paese e hanno indicato un’inversione di rotta rispetto all’idea del mercato come unico regolatore sociale.
A oggi nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione: la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari, gli enti locali - a eccezione del Comune di Napoli - proseguono la gestione dei servizi idrici attraverso S.p.A. e nessun gestore ha tolto i profitti dalla tariffa.
Non solo. Con l’alibi della crisi e dei diktat della Banca Centrale Europea, il Governo ha rilanciato, attraverso l’art. 4 della manovra estiva, una nuova stagione di privatizzazioni dei servizi pubblici locali, addirittura riproponendo il famigerato Decreto Ronchi, abrogato dal referendum.
Governo e Confindustria, poteri finanziari e lobby territoriali, resisi conto che il popolo ha votato contro di loro, hanno semplicemente deciso di abolire il popolo, producendo una nuova e gigantesca espropriazione di democrazia.

IL RISULTATO REFERENDARIO DEVE ESSERE RISPETTATO E TROVARE IMMEDIATA APPLICAZIONE

Per questo, il movimento per l’acqua si prepara a lanciare la campagna nazionale Obbedienza civile, ovvero una campagna che, obbedendo al mandato del popolo italiano, produrrà in tutti i territori e con tutti i cittadini percorsi autoorganizzati e collettivi di riduzione delle tariffe dell’acqua, secondo quanto stabilito dal voto referendario.
Quello che avviene per l’acqua è solo il paradigma di uno scenario più ampio dentro il quale si colloca la crisi globale. Un sistema insostenibile è giunto al capolinea. I poteri forti, invece di prenderne atto invertendo la rotta, ne hanno deciso la prosecuzione, attraverso la continua restrizione del ruolo del pubblico a colpi di necessità imposte dalla riduzione del debito e dai patti di stabilità, la consegna dei beni comuni al mercato, tra cui la conoscenza e la cultura, lo smantellamento dei diritti del lavoro anche attraverso l’art. 8 della manovra estiva, la precarizzazione dell’intera società e la conseguente riduzione degli spazi di democrazia.
Indietro non si torna. Dalla crisi non si esce se non cambiando sistema, per vedere garantiti il benessere sociale, la tutela dei beni comuni e dell’ambiente, la fine della precarietà del lavoro e della vita delle persone, un futuro dignitoso e cooperativo per le nuove generazioni.
Un altro modello di società è necessario per l’intero pianeta. Insieme proveremo a costruirlo anche nei prossimi appuntamenti internazionali, come la conferenza sui cambiamenti climatici di Durban di fine novembre e a Marsiglia nel Forum Alternativo Mondiale dell’acqua a marzo 2012.
Siamo vicini ai popoli che subiscono violenze, ingiustizie e vengono privati del diritto all’acqua, come in Palestina, di cui ricorre il 26 novembre la Giornata internazionale di solidarietà proclamata dall’Assemblea della Nazioni Unite.
Per tutti questi motivi il popolo dell’acqua tornerà in piazza il prossimo 26 novembre e invita tutte e tutti a costruire una grande e partecipata manifestazione nazionale.
Vogliamo che sia il luogo di tutte e di tutti, da qui l’invito a costruirlo insieme, come sempre è stata l’esperienza del movimento per l’acqua. Un movimento che ha sempre praticato la radicalità nei contenuti e la massima inclusione, con modalità condivise, allegre, pacifiche e determinate nelle forme di mobilitazione, considerando le une inseparabili dalle altre.
Per questo, nel prepararci a costruire l’appuntamento con la massima inclusione possibile, altrettanto francamente dichiariamo indesiderabile la presenza di chi non intenda rispettare il modo di esprimersi di questa ricchissima esperienza.
Vogliamo costruire una giornata in cui siano le donne e gli uomini di questo Paese a riprendersi la piazza e la democrazia, invitando a essere presenti tutte e tutti quelli che condividono questi contenuti e le nostre forme di mobilitazione, portando le energie migliori di una società in movimento, che, tra la Borsa e la Vita, ha scelto la Vita.

E un futuro diverso per tutte e tutti.

Promuove: Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
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Partecipiamo tutti alla prossima Conferenza dei Comuni
Martedì 22 novembre 2011 - ore 19:00
Auditorium AVIS - Via Massarotti, 65 - Cremona

Fuori l’ACQUA dal MERCATO! Fuori i PROFITTI dall’ACQUA!

Referendum del 12 e 13 giugno 2011
27 milioni di SÌ alla gestione pubblica e partecipata dell’acqua
27 milioni di SÌ per l’eliminazione dei profitti dal servizio idrico integrato
27 milioni di cittadini hanno sancito col loro voto per la prima volta nella storia della Repubblica Democratica che i servizi pubblici locali devono rimanere fuori dal mercato

In Provincia di Cremona 137.000 cittadini hanno votato 2 SÌ per l’Acqua Bene Comune!
I cittadini esigono ora il RISPETTO del voto referendario, di TUTTI e DUE i quesiti referendari.
In ballo non c’è solo l’ACQUA: è una questione di uguaglianza e di democrazia perché chi oggi decide di privatizzare il servizio idrico e non cancella dalle tariffe la remunerazione del capitale investito si assume anche la gravissima responsabilità di dire ai cittadini italiani che il loro voto non conta nulla, che partecipare attivamente alla vita democratica non serve a nulla, che nulla cambierà, che paradossalmente la maggioranza assoluta degli italiani conta meno del volere degli eletti (da una sola parte dei cittadini) a rappresentare tutti!

È QUANTO STA SUCCEDENDO OGGI A CREMONA.

L’Ufficio d’Ambito, governato per legge dall’Amministrazione Provinciale, ha scelto di privatizzare il servizio idrico integrato costituendo una società mista che gestirà l’acqua di tutti per i prossimi 20 anni! Ha pure deciso di riconoscere alla detta società mista (e quindi anche al privato che ne farà parte) la remunerazione del capitale investito, remunerazione che attraverso la tariffa idrica continuerà a gravare pesantemente sulle bollette di tutti gli utenti.
Il 22 novembre i sindaci saranno chiamati a votare queste scelte, scelte fermamente volute dall’attuale Amministrazione Provinciale.
I sindaci poco più di un anno fa hanno già una volta respinto la decisione di privatizzare il servizio idrico tramite società mista. L’amministrazione Provinciale, sorda a ogni voce di cautela e di rispetto, ripropone oggi lo stesso modello gestionale perché non ha mai preso sul serio quella votazione e quindi non ha mai lavorato a una proposta alternativa. Non solo: ripropone la stessa cosa scaricando tutto il peso della decisione sul parere vincolante della Conferenza dei Comuni, potendo subdolamente contare sul cambiamento della modalità di votazione che oggi in forza di una nuova norma regionale dà più valore ai sindaci dei comuni più popolosi.
Molti sindaci in un’adunanza a settembre hanno espresso la necessità di tenere conto del voto referendario, di trovare soluzioni adeguate all’esito di quella votazione, di rallentare il percorso per poter approfondire meglio la situazione, di attendere la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge regionale sui servizi pubblici, di ridimensionare gli interventi del piano d’ambito e quindi le tariffe in questa fase di crisi economica, che chiede a tutti più sobrietà.
Richieste e voto dei sindaci totalmente ignorati, voto dei cittadini carta straccia.

Mobilitiamoci TUTTI!
Facciamo pressione sui nostri sindaci sollecitandoli a metter mano a ogni strumento a loro disposizione per opporsi alla privatizzazione del servizio idrico e richiamandoli al rispetto del voto dei cittadini!
Partecipiamo tutti alla prossima Conferenza dei Comuni il 22 novembre dalle 19:00, Auditorium dell’AVIS, in Via Massarotti, 65, a Cremona.

COMITATO ACQUA PUBBLICA DELLA PROVINCIA DI CREMONA
contatti: referendumacqua@fastpiu.it
Acqua Bene Comune
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VOTAZIONE RIMANDATA
A DATA DA DESTINARSI!!!
SALINI SUCAAAAAA!!!!!
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DAI ALLORA!!!
“Condividere saperi, senza fondare poteri”

Primo Moroni
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Un esempio pazzesco di come la partecipazione popolare, pacifica e determinata, possa davvero cambiare le cose.
Una buona presenza numerica (anche se, visti i potenziali sviluppi gravissimi della decisione che si stava per prendere, si sperava comunque - credo - di vedere ancora più facce).
Ore di permanenza civile e decisa davanti alla sede AVIS, a fronte di un atto illegale da parte dell'assemblea (non si può impedire ai cittadini di presenziare a un atto pubblico, come un'assemblea dei sindaci è, per definizione). C'è chi sostiene che lasciarci fuori, in tanti, al freddo, per ore, sia stata una mossa mirata a cercare di portare qualcuno a perdere la calma, cosa che puntualmente non è successa: comportamento impeccabile da parte di tutti.
Il sit-in, di fatto, non c'è stato, nel senso che non ci si è seduti per terra. Molto meglio, dal mio punto di vista, l'estemporaneo attraversamento collettivo e ripetuto delle vicine strisce pedonali senza semafori, a bloccare il traffico come forma di protesta rispetto alle porte chiuse: in un minuto, coda di automobili; in due minuti, retromarcia delle macchine e via deserta. Potere ai pedoni!
Attorno alle dieci di sera, la lieta novella.
Positivo, infine, il segnale che la votazione sia rimandata a data da destinarsi, e non a una data già fissata. Sarebbe, secondo i più ottimisti, un segnale della scarsissima convinzione di tanti sindaci riguardo alla votazione in sé.

Come sempre quella di ieri è solo una battaglia, ma diamine, che vittoria!
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labbio
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La mia parte ottimista: evvai!!!
La mia parte pessimista: non sapere la data della prossima votazione può lasciare spazio ad un'imboscata
La mia parte polemica: cosa c'entrano le auto, magari guidate da persone contrarie alla privatizzazione che a quell'ora stanno tornando a casa dal lavoro?
Tranquillo, penso a tutto io
Dicono di me: "un rompicoglioni fuori scala, un vero professionista della noia". Siete avvisati.
Non è una frisona
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labbio ha scritto: 23/11/2011, 15:50La mia parte polemica: cosa c'entrano le auto, magari guidate da persone contrarie alla privatizzazione che a quell'ora stanno tornando a casa dal lavoro?
Eri tra quelle? ;D
Non è che c'entrino le auto, Labbio, inchiodare il traffico era un modo per protestare e cercare di ottenere ciò che era nostro diritto, ma non ci veniva riconosciuto come tale. L'attraversamento pedonale di massa è stato rapido, fugace e, pur non avendo raggiunto lo scopo specifico sul momento (entrare in assemblea), può comunque aver contribuito a mostrare la determinazione dei manifestanti a chi, da dentro, senz'altro osservava. Il tutto in modo nonviolento e al prezzo del fastidio di una trentina di automobilisti, non di più, che avranno allungato il proprio giro di un chilometro e/o due minuti. Direi che è accettabile, laddove non era accettabile il torto subìto da quelli che volevano essere partecipanti (critici) dell'assemblea e invece ne sono stati esclusi.
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ottimo articolo apparso sul fatto quotidiano (e segnalatomi da sienanza) in cui il caso di Cremona è esemplare sia come assalto all'acqua, sia come difesa da parte dei cittadini, sia come interpretazione legale.
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Primo Moroni
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Domenica 11 dicembre alle ore 16,00
presso la Sala Bonomelli del centro pastorale di Cremona in via S.Antonio del Fuoco 9/a
Cremona ospita
l'avv. Luca Longhi
collaboratore del prof. Alberto Lucarelli nella costruzione, andata in porto poche settimane fa, della nuovissima azienda di diritto pubblico che va a gestire il servizio idrico del comune di Napoli, la ABC (Acqua Bene Comune).

Finalmente gli amministratori e i cittadini della provincia di Cremona avranno occasione di ascoltare dal vivo qualcuno che è riuscito a realizzare quello che tante voci dicono impossibile (e che molte altre si ostinano ad ignorare)!
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nuova convocazione della Conferenza dei Comuni per

lunedì 12 dicembre
alle ore 19.00

presso la Fiera di Cremona
sala Zelioli Lanzini

Annotatevi l'appuntamento, preparate le sciarpe, calze pesanti, té bollente, pentole e cucchiai di legno.
Acqua Bene Comune ha scritto:La legge regionale (che il presidente Salini si è scritto da solo, salvo poi infarcirla di illegittimità tali da vedersela sanzionata dalla Corte Costituzionale) prevede che se i sindaci non esprimeranno entro il 16 dicembre un parere (che sarebbe vincolante) sul piano d'ambito tale piano d'ambito si riterrà approvato in base alla tecnica del silenzio-assenso. Basterebbe questo obbrobrio a far gettare quella legge regionale nel cestino, ma tant'è.

Quello che conta ora è che i sindaci sono di fronte a tre soluzioni:
- approvare il piano d'ambito e la privatizzazione del servizio idrico subendo la pesantissima contestazione del movimento acqua pubblica da qui alla fine del loro mandato e oltre (perché sia chiaro che diventeremo l'incubo loro e delle forze politiche che li sostengono);
- bocciare il piano d'ambito in quanto contrario agli esiti referendari e restituire ai cittadini un briciolo di rispetto della politica;
- non esprimersi facendo mancare il numero legale o astenendosi alla votazione finale.

Noi chiediamo loro di bocciare il piano d'ambito perché è impresentabile; tuttavia la terza soluzione è quella che, stanti i rapporti di forza sul campo, potrebbe da una parte "svincolare" i sindaci dal peso di una decisione impopolare, evitare nello stesso tempo a molti di loro di assumere una iniziativa politica troppo dirompente nei confronti dell'Amm. Provinciale e rimettere pienamente nelle mani del presidente Salini la scelta della privatizzazione.
Ultima modifica di Q il 06/12/2011, 13:24, modificato 1 volta in totale.
“Condividere saperi, senza fondare poteri”

Primo Moroni
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Gente, mi raccomando. Tra un'ora e mezza, alle 18:30, a Ca' de' Somenzi.
Sì, piove e fa freddo, ma bisogna andar lì e star lì a far massa critica.
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ATTENZIONE, EMERGENZA!!!

OGGI MERCOLEDI 14 NUOVO PRESIDIO ALLE ORE 17,30 IN C.SO VITTORIO EMANUELE!
L'UFFICIO D'AMBITO VUOLE RIFIUTARE LA REVOCA DEL PIANO!!!!!!!!!
Tranquillo, penso a tutto io
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aderite, ma soprattutto venite!
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Un solo voto per revocare il piano d'ambito, un astenuto, tre contrari. Nessuna revoca.
Ultimo presidio, venerdì 16 dicembre. Luogo e ora ancora da stabilire.
Ultimo sforzo. Esserci. TUTTI.
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Il Consiglio d'amministrazione se n'è sostanzialmente sbattuto della "forte indicazione di revoca" espressa dall'assemblea dei sindaci lunedì e in tre hanno votato contro la RE-VO-CA.
eccoli: vicesindaco Gianfranco Cavenaghi per il Comune di Piadena, sindaco Gian Pietro Denti per il Comune di Ripalta Guerina, Flavio Rastelli tecnico nominato dall'Amministrazione Provinciale
(commento personale: ma va? non l'avrei mai detto...)

il sindaco Marco Cavalli per il Comune di Romanengo ha votato per la revoca (non ringrazio perché era suo dovere, lo ringrazio semmai per aver detto di essersi scandalizzato riguardo all'esito della votazione)

il fenomeno di giornata è l'assessore Bordi del comune di Cremona che, dopo aver chiesto autisticamente 30 giorni di rinvio (gli è già stato spiegato in tutti i modi che questo piano non si può rinviare, si può solo approvare o bocciare), alla fine si è coraggiosamente... astenuto

quindi la palla torna all'assemblea dei sindaci che domani, venerdì 16, non si ancora quando e dove, dovranno esprimersi una volta per tutte a favore o contro di 'sto piano infernale proposto da Salini e dai suoi sgherri che forse non sono a conoscenza che
CremaOggi ha scritto:in alcuni Comuni della provincia di Cremona sono operativi agenti commerciali della multinazionale Gdf-Suez che, nel pubblicizzare la fornitura di gas e energia elettrica presso locali pubblici e abitazioni private, affermano contestualmente che, poiché sarà privatizzato anche il servizio idrico, essi saranno a disposizione per estendere i contratti riferiti a tale servizio.
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VENERDI 16 DICEMBRE ORE 17.30
In occasione della votazione finale abbiamo intenzione di organizzare non più un presidio ma un CORTEO che attraversi la città e si concluda davanti alla sala ove avverrà la votazione.
PARTENZA ALLE ORE 17.30 DA PORTA VENEZIA (via Mantova, nel piazzale antistante i vigili), proseguiremo per via Brescia e arriveremo alla Fiera Ca' de Somenzi, dove presidieremo l'assemblea dei sindaci.


Siamo arrivati al dunque: ieri sera il Consiglio di Amministrazione dell'ATO di Cremona non ha accolto la richiesta di revoca del Piano di Ambito che 102 sindaci su 103 avevano richiesto lunedì sera a gran voce.
Quindi venerdì 16 dicembre i sindaci saranno chiamati a votare a favore o contro la privatizzazione della gestione dell'acqua pubblica nella nostra provincia: si tratta infatti dell'ultima data utile per il loro voto (vincolante), dopo di che la decisione sulla gestione del sistema idrico passerà altrimenti in mano alla provincia.
Se voteranno a favore della gestione mista privatizzeranno l'acqua per i prossimi 20 anni! (tanto durerà il primo appalto...)

Non ci sono parole, ma QUELLO CHE È SUCCESSO IERI SERA È UN VERO E PROPRIO GOLPE!

I Comitati dell'Acqua Pubblica e i cittadini di Cremona chiederanno ai sindaci di VOTARE CONTRO!

Bisogna immediatamente agire e reagire organizzandosi per rispondere a questo attacco alla democrazia.
Dobbiamo ricordare a tutti che non si decide sulla testa dei cittadini!!!

Dobbiamo organizzarci e passare l'informazione a più persone possibili perché capite da soli che se a Cremona accompagnamo i Sindaci in 2000 o 3000 invece che 200 può fare la differenza per tutti soprattutto per quei sindaci che NON HANNO ANCORA CAPITO LA RESPONSABILITA' CHE SI ASSUMONO DI FRONTE AI 27 MILIONI DI CITTADINI CHE Si SONO ESPRESSI CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE.

Nella nostra provincia di Cremona privatizzeranno l'acqua per i prossimi 20 anni!!!!
POTRANNO CAMBIARE I SINDACI e LE AMMINISTRAZIONI MA LE SPA DELL'ACQUA SARANNO ANCORA LE STESSE!

Organizzatevi fin da ora con cartelli, tamburi, pentole, dobbiamo essere visibili, sonori e determinati!

DOMANI NON CI SONO SCUSE, BISOGNA ESSERCI TUTTI!
ALL'ULTIMO ASSEDIO DOBBIAMO ESSERE IN TANTISSIMI!

PARTENZA MANIFESTAZIONE ALLE ORE 17.30 DA PORTA VENEZIA (via Mantova, nel piazzale antistante i vigili), proseguiremo per via Brescia e arriveremo alla Fiera Ca' de Somenzi, dove si terrà l'assemblea dei sindaci.
FUORI DALLA FIERA CONTINUEREMO CON IL PRESIDIO!
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In una mail al sindaco di Cremona e all'assessore all'ambiente Bordi, Q ha scritto:Egregio sindaco, gentile assessore,
gli stessi cittadini che vi hanno eletto, il 12 e il 13 giugno vi hanno chiesto di non privatizzare il servizio idrico.
Io non ho votato per voi alle elezioni amministrative, ma mai metterei in discussione la legittimità del vostro ruolo di sindaco e assessore. Allo stesso modo ritengo che voi non dovreste andare contro la volontà di chi quel ruolo ve l'ha attribuito e agire di conseguenza, bocciando stasera il piano d’ambito che va contro il risultato del referendum.

Confidando nel vostro senso di responsabilità istituzionale porgo cordiali saluti,
Q
cittadino cremonese
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