sottoscrivo.
lo spot di per sè mi fa venire una crisi iperglicemica. un po' come le canzoni di celine dion...
Sì, ma tu lo compri, la prima volta, senza sapere che è buono. Magari leggi l'etichetta, magari te l'hanno suggerito, ma il latte, di per sé, mica lo puoi toccare come un lenzuolo. Lo compri perché la pubblicità ti ha stuzzicato (e se sta nel tuo range di prezzo) e se ti piace lo ricompri. Magari quello accanto costa uguale ed è più buono, ma non lo puoi sapere, perché quello Cravendale è buono, non il più buono, ma buono abbastanza per comprarlo la seconda volta, e la terza e così via.McA ha scritto: ↑04/12/2013, 19:00Quello che dico è: il latte Cravendale ha fatto uno spot della madonna. Il latte Cravendale magari è gramo, magari è buono. Se è buono, lo compro, e la fighezza dello spot diventa un valore aggiunto, ma a posteriori, non a priori. Se il latte Cravendale è gramo, ma lo compro perché la Cravendale ha fatto uno spot della madonna, allora sono proprio un consumatore, nell'accezione peggiore del termine. Mi sembra di stare dicendo delle banalità, ma in realtà per vagonate di persone funziona tuttora al contrario, nel 2013: la pubblicità è ancora un mezzo per stabilire a priori quello che va comprato. E, chiudendo in senso morale, auspico che questo meccanismo possa crollare, presto o tardi.