10 sportivi

Dal greco = spazio aperto

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Sulla falsariga delle catene dei 10 libri e dei 10 dischi, giovedì scorso Meda ha indicato su feisbuc i suoi 10 sportivi e mi ha chiesto di indicare i miei.
Scelta quantomai ardua, forse più che per i libri ed i dischi, così ho scelto di indicare i momenti di sport che mi sono rimasti nel quore appuntandomeli di getto.

Me ne sono usciti 9 che descrivo qui sotto:

1 - Ruud Gullit, 1987. Appena comprato dal Milan, la TV mostra il filmato di una sua azione nel PSV Eindhoven: lui che corre lungo la linea di fascia destra, ma proprio sulla linea, saltando un avversario dopo l'altro palla al piede come fossero birilli. Ho descritto l'emozione provata nel successivo tema di terza elementare.

2 - Lorenzo Bernardi, 28 ottobre 1990. schiacciata, palla giù, campioni del mondo di pallavolo. La prima volta che mi sono sentito "campione del mondo", prima di motociclismo, calcio, ciclismo ecc.

3 - Silvio Fauner, 22 febbraio 1994. Martedì, ma sono a casa malato, mi consolo con le olimpiadi invernali di Lillehammer. E che consolazione! Oro nella staffetta di sci di fondo per Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner che taglia il traguardo con uno sprint millimetrico. Cercando info adesso ho trovato questo bell'articolo sull'eroico sprint.

4 - Andriy Shevchenko, 28 maggio 2003. Finale di Champions League. Contro la Juve. Ai rigori. Ai trii scaléen (io). Se entra siamo campioni. Un'occhiata all'arbitro, un'altra, ancora. Primissimi piani che neanche Sergio Leone. Sguardo stralunato. Poi, finalmente, il tiro. Ed il trionfo. Un momento solo che per me racchiude tutte le coppe ed i trofei che ho visto vincere al Milan e tutti i gol che ho visto segnare a Sheva. Idolo.

5 - Usain Bolt, 16 agosto 2009. Finale dei 100 metri ai mondiali di atletica di Berlino, 9''58... Tutti i record del mondo di atletica sono emozionanti, quelli dei 100 metri sono certamente i più "scontati", ma andare così tanto oltre il proprio record già mostruoso di Pechino (9"69), nonostante le attese e mentre gli altri sognano ancora di andare sotto i 9"80... Extraterrestre.

6 - Nazionale italiana di rugby, 5 febbraio 2000. L'esordio (vincente) al Sei Nazioni. Ricordo di aver visto quella partita senza conoscere le regole, senza capire quello che succedeva in campo, aiutato ben poco dal commento televisivo, ma ricordo anche la sensazione di assistere a qualcosa di più significativo di un evento sportivo, a qualcosa che includeva e portava valori universali, uno sport con un’epica che in quel momento non riuscivo a decifrare, ma che, ne ero certo, avrei apprezzato col tempo.

7 - Armin Zöggeler, 9 febbraio 2014. Olimpiadi invernali di Soči, finale di slittino individuale maschile. Dopo due manche la gara per l'oro è altrove, ma Armin a 40 anni sta gareggiando per qualcos'altro che per un "semplice" oro, sta cercando di scrivere il proprio nome nel libro delle Leggende. E quella sera ce la farà, medaglia di bronzo, sesta medaglia individuale in sei edizioni *diverse* dei giochi, da Lillehammer 1994 in poi. 20 anni di emozioni, grazie Armin.

8 - Marco Pantani, 27 luglio 1998. Il Giro d'Italia mi ha sempre esaltato e regalato tante soddisfazioni, anche in quel 1998 in cui Pantani aveva finalmente conquistato la classifica generale. Il Tour de France era sempre stata la gara in cui puntare alle tappone, mai alla classifica. Coppi, Bartali e Gimondi a me suonavano mitici come Cesare, Nerone e Augusto. Quell'anno sembrava non fare eccezione: dopo due settimane Marco era quasi 5 minuti dietro all'automa Jan Ullrich. Invece quel giorno scatta da lontanissimo e stacca tutti, rifilando 9 minuti al tedesco e garantendosi la maglia gialla finale. 50 km di salita infinita sudati con lui, nell'estate della maturità.

9 - Salvatore Antibo, 26 agosto 1991. Mondiali di atletica di Tokyo, se c'è una speranza per l'Italia di vincere una medaglia questa risiede in Totò e nei suoi 10000 metri, dove è già stato medaglia d'argento a Seul '88 e campione europeo nel '90. La finale sembra procedere normalmente, ma ad un certo punto Totò rallenta, perde posizioni, non viene più inquadrato. Poi eccolo: lento, confuso, largo in corsia. Arriverà ultimo, ma soprattutto arriverà con lo sguardo assente, disorientato. Si scoprirà poi che, mentre correva, aveva avuto un attacco di epilessia. Per me la rivelazione della normalità, dell'umanità, della "realtà" oltretelevisiva degli sportivi.
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Primo Moroni
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Se devo elencarne solo dieci, non c'è spazio per lo sport fuori dal calcio, né per il calcio fuori dal Milan.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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McA ha scritto: 17/11/2014, 13:001. Marco Van Basten.
1. Ruud Gullit.
1. Franklin Rijkaard.
Di solito mi citi solo il cigno di Utrecht, ora davvero dovrai spiegarmi perché non sei ancora venuto a trovarmi. oOL
McA ha scritto: 04/11/2012, 12:30Senso di completezza a manetta, e solito mix di sentimenti.
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McA ha scritto: 17/11/2014, 13:001. Marco Van Basten.
1. Ruud Gullit.
1. Franklin Rijkaard.
4. Franco Baresi.
5. Paolo Maldini.
6. Andriy Shevchenko.
7. Kakà (Ricardo Izecson dos Santos Leite).
8. Oliver Bierhoff.
9. Filippo Inzaghi.
10. Gennaro Gattuso.

Se devo elencarne solo dieci, non c'è spazio per lo sport fuori dal calcio, né per il calcio fuori dal Milan.
molto bello!

ne strasottoscrivo 8 su 10, ma senza togliere nulla a Bierhoff e Inzaghi, personalmente metterei Serginho e Seedorf (rimanendo nella sotto-sottocategoria "calciatori del Milan" che ho visto giocare in diretta)
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Primo Moroni
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