Poor Things di Yorgos Lanthimos

Le cinéma (abréviation de cinématographe) est une projection visuelle en mouvement, le plus souvent sonorisée.

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Tra le millemila cose grandissime e piccolissime del film, che personalmente ho visto solo ieri, una che mi si è incistata è la seguente:

Spoiler:
Capitolo Nave.
Bella è sul ponte a leggere un libro di filosofia coi suoi nuovi amici e discute appunto di filosofia e approccio alla vita in particolare con l'amico nero, arrivando nella schermaglia verbale a dargli del cinico.
Poco dopo la conversazione viene interrotta da Mark Ruffalo che, già sull'orlo della disperazione, la aggredisce verbalmente e le strappa, gettandolo in mare, il libro che stava leggendo e poi anche il libro sostitutivo fornito dall'amica agée.
Ebbene, prima di sbottare nella sceneggiata di insulti e libri lanciati in mare, Mark Ruffalo resta fermo impassibile davanti a Bella che insiste nella lettura, salvo interrompersi, guardare Mark Ruffalo e dirgli:
Mi stai oscurando il Sole.
Che è ciò che dice Diogene ad Alessandro Magno, quando questi lo va a cercare in quanto Filosofo Più Grande di Grecia che però vive in una botte e Diogene (Diogene Il Cinico! Ovvero originariamente 'quello che pare un cane'), non se lo inqula pure se lui è Alessandro Magno, nientemeno.
“Condividere saperi, senza fondare poteri”

Primo Moroni
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McA
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Si potrebbe dire molto sul film, sia preso di per sé sia nel contesto dell'opera lanthimosiana.
Allora aggiungo solo una suggestione frammentaria, cionondimeno cinefila.

Spoiler:
Il finale disturbante, ma anche liberatorio, in cui l'orrendo bastardo Alfie Blessington subisce una mostruosa chirurgia che lo rende uomo capra patetico e catatonico, mi è parso un'esplicita citazione da Freaks, forse il film più inquietante e importante della storia del cinema. Alla fine del capolavoro di Tod Browning, era la normale, bella e malvagia Cleopatra a essere grottescamente mutilata, ridotta a donna gallina e mostrata al pubblico come fenomeno da baraccone.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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Mi sono chiesto: "Chissà se un film del genere, come già Nope di Jordan Peele, ha provocato una recensione dell'ex docente universitario di McA, Roy Menarini".
Mi sono risposto: "Sì".
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Primo Moroni
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Eh sì, a Roy non sfugge nulla: ho seguito il suo approfondimento subito dopo aver visto il film.
E visto che Menarini sostiene la tesi secondo cui l'oggetto filmico vada analizzato anche in relazione al testo di cui è adattamento, ne approfitto per ricostruire la storia della versione italiana del libro Poor Things dell'autore scozzese Alasdair Gray: il volume uscì per Marcos y Marcos, prima come Poveracci! (con il punto esclamativo malandrino, assente in originale, che tuttora ci trasciniamo) e poi come Vita e misteri della prima donna medico d'Inghilterra (titolo arbitrario anzichenò). In tempi recenti, Safarà Editore ha rimesso parzialmente le cose (appunto) a posto, ripubblicando il romanzo con titolo Povere creature! e copertina indipendente, a cui però adesso è stata aggiunta la fottuta sovracopertina esterna sfoderabile che, dal punto di vista grafico, riprende il film.
La domanda, in sintesi, resta: perché?
La domanda, per esteso, resta: perché non sono io a decidere i titoli italiani di qualsiasi opera dell'ingegno umano? Farei un lavoro del tutto fedele e del tutto anticreativo, giuro.

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