[VIDEO] Spot incredibili

Le cinéma (abréviation de cinématographe) est une projection visuelle en mouvement, le plus souvent sonorisée.

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redkilla

pubblicità progresso

Ultima modifica di redkilla il 08/09/2006, 16:35, modificato 1 volta in totale.
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redkilla ha scritto: 08/09/2006, 16:34pubblicità progresso
oddio mi sto cappottando :D
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negli anni ho notato un aumento degli spot che puntano alla commozione, o all'emozione; o meglio, il fatto è che ora lo fanno dannatamente bene...
per ora me ne vengono in mente due, ma ce ne sono altri, solo che i miei tre neuroni per ora non fanno contatto...

Dove



Sony Bravia

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gasta
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Mostrillo, la Barilla fa roba così da 30 anni eh.
La Barilla vende un'idea di famiglia più che pasta.
Eh.
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allora è il mio cuoricino che è diventato tenero...
cambierò il mio nickname da mostrillo a puccipuccizuccherosa
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dai.



e questo di John Lewis, un centro commerciale molto bello di Londra.
pagato 7 milioni di sterline.



il making of.

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Nel caso della Dove hanno sparato letteralmente in faccia alla vanità femminile, direi
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gasta ha scritto: 04/12/2013, 14:26e questo di John Lewis, un centro commerciale molto bello di Londra.
Rischio inondazione da lacrime e bava.
Per il making of.
Grazie, gasta.

(Per la pubblicità in sé, invece, la personalità n. 2 [idiota] ha declassato la personalità n. 1 [sentimentale]: ma che rompicoglioni 'sta lepre, che l'orso si spari il suo letargo leggenda!)
McA ha scritto: 04/11/2012, 12:30Senso di completezza a manetta, e solito mix di sentimenti.
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Io invece sono schermato, o almeno così mi pare, da tutta 'sta robaccia sentimentale.
Degli ultimi spot postati, salvo solo Sony Bravia, perché cerca di emozionare con la bellezza pura ('na vagonata di palline colorate sono semplicemente belle) anziché con la retorica melensa dell'idea del Tu sei bellissima o del Natale.
Ciò non toglie che l'artigianato e la creatività che stanno dietro alla campagna John Lewis siano assolutamente straordinari.
In generale, sono felice di constatare come le sfere delle persone che mi circondano siano più del tipo umano che si sofferma sui meccanismi pubblicitari, mentre là fuori c'è tutto un mondo che veramente comprerà Dove, Sony Bravia, pasta Barilla e veramente farà le compere natalizie da John Lewis dopo averne visto le pubblicità, perché ne ha visto le pubblicità. Questo è terribile.
Ultima modifica di McA il 04/12/2013, 18:06, modificato 1 volta in totale.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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McA, non so.
Il fatto è che, ok, vedo nello spot pubblicitario un modo di comunicare qualcosa. E soprattutto un linguaggio televisivo o cinematografico importante.
I videoclip musicali in teoria non fanno altro che pubblicizzare l'immagine del prodotto musicale (non dell'artista). Ma sappiamo bene come un videoclip possa diventare esso stesso un prodotto artistico, senza comunque perdere la sua forte componente commerciale e di commerciabilità.

Detto ciò.
Siamo davvero certi che dopo aver visto uno spot bello come quello di John Lewis non andiamo a comprare da John Lewis?
Il fatto che abbiano prodotto qualcosa di così BELLO (è innegabile che lo sia, vero?), non ti dà l'idea di un posto dove trovare cose BELLE?

McA, ti chiedo questo.
Tu, dopo aver visto questo spot, compreresti questa barretta di cioccolato?
Perché io NO.
Davvero.

Eppure, non ho una televisione, ho le lenzuola di john lewis perché costano meno dell'ikea e sono più belle come cotone (ma davvero belle eh), non compro la barilla perché secondo me sa di cartone.

La pubblicità nel 2013 non mira a VENDERE un prodotto.
Mira piuttosto a costruire un'IDENTITA' dell'azienda.

Ora, secondo voi a cosa serve una pubblicità così, fatta da Google?
Ci spiega come usare Google? O quanto è figo?
O ci racconta una storia bella, figlia di un MODO che IN TEORIA è eticamente (leggasi commercialmente) affine all'idea che l'azienda vuole dare?

Le pubblicità della Barilla e del Mulino Bianco non le sopporto.
Vendono un'idea banale e bigotta e cattolica di famiglia.
Ci hanno fottuto il cervello quelle pubblicità. Non noi, forse, che siamo consumatori critici (ma pur sempre consumatori), ma la società intera.
E le esternazioni dell'AD di barilla le conosciamo tutte, no?

In sintesi.
Gli spot pubblicitari servono in un modo sottile, ormai. E possono essere bellissimi o bruttissimi, prima di tutto.
In generale credo debbano stuzzicare il cervello, prima del portafogli.
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Sono d'accordo con il tuo post; forse stavo ragionando su un asse diverso e non mi sono spiegato bene.
gasta ha scritto: 04/12/2013, 18:34ho le lenzuola di john lewis perché costano meno dell'ikea e sono più belle come cotone (ma davvero belle eh), non compro la barilla perché secondo me sa di cartone.
Questo per me è "eticamente" perfetto. Lo spot di John Lewis è fico. Le lenzuola di John Lewis sono di qualità. Tu compri le lenzuola di John Lewis. Ma le hai comprate perché sono di qualità, non perché lo spot è fico.
gasta ha scritto: 04/12/2013, 18:34Gli spot pubblicitari servono in un modo sottile, ormai. E possono essere bellissimi o bruttissimi, prima di tutto.
In generale credo debbano stuzzicare il cervello, prima del portafogli.
Anche qui, sono d'accordo. Quello che dico è: il latte Cravendale ha fatto uno spot della madonna. Il latte Cravendale magari è gramo, magari è buono. Se è buono, lo compro, e la fighezza dello spot diventa un valore aggiunto, ma a posteriori, non a priori. Se il latte Cravendale è gramo, ma lo compro perché la Cravendale ha fatto uno spot della madonna, allora sono proprio un consumatore, nell'accezione peggiore del termine. Mi sembra di stare dicendo delle banalità, ma in realtà per vagonate di persone funziona tuttora al contrario, nel 2013: la pubblicità è ancora un mezzo per stabilire a priori quello che va comprato. E, chiudendo in senso morale, auspico che questo meccanismo possa crollare, presto o tardi.

Per quanto riguarda l'essere schermati, ti dirò: quella pubblicità orrenda col tizio che fa il cretino me la ricordavo, ma non ricordavo che cosa pubblicizzasse.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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(volevo dirvi che è per questi scambi di opinione che sono contento di essere su Cremonapalloza)

Il latte cravendale però te lo ricordi.
E quando vai al supermercato, lo vedi e pensi "ehi è quello dei gatti coi pollici!" e se non costa di più magari lo compri (io compro il latte che costa meno sempre).

Credo che le persone siano molto più influenzate dalle persone che hanno attorno più che dalle pubblicità. È incredibile come, vivendo all'estero, si riesca a capire semplicemente dal giubbotto la nazionalità delle persone.
Gli italiani nel 2013, per esempio, sfoggiano i moncler sottili in nuances di colore precise. Le famigliole, vi giuro, che arrivano sembrano usciti dai cataloghi. E Hogan ai piedi.

È incredibile, dal mio punto di vista, come gli oggetti continuino ad essere uno status symbol.
Il plasma da 100 pollici.
Il suv enorme.
La pelliccia.
Le scarpe prada.

Quello che ho visto è che ogni nazione, o meglio ogni gruppo sociale, ha il suo.
Gli indiani miei vicini di casa hanno l'iphone 5s e la ps4 e le macchinone. Però si vestono a c@xxo (dal mio punto di vista).
Gli italiani si vestono come dei modelli.
Le inglesi come delle sciattone tamarre e spendono 200 sterle in un venerdì a furia di shot di jager + redbull (non scherzo).

Però mi affascina come le pubblicità siano internazionali e riescano a funzionare in ogni Stato, no?
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