signorina, lei è troppo qualificata per lavorare.

Dal greco = spazio aperto

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Yurgen
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nessuno dice che la scuola non è una buona base o trampolino di lancio.
sia la scuola che l'esperienza servono.

ma trovare lavoro è un'altra cosa.
e se non si viene assunti non bisogna pensare che "ah fi§@ o studiato e sono laureato con il max dei voti", sei in italia cristo, tutto va al contrario.
Ash
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Io mi sono laureato in Filosofia Teoretica con una tesi sulla Metafisica Analitica di Mellor.
Oggi ho montato un video aziendale per la Deutsche Bank.

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garte
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ciacci ha scritto: per risolvere e sbloccare certe situazioni una buona parola non basta. insomma "il buon senso comune" non credo sia quello che serva, almeno non solo.
non intendevo il buon senso o la pacca sulla spalla.volevo solo dire che l'esperienza sul campo vale più di mille libri.
Neuz ha scritto: Non ce l'ho assolutamente con te, solo che più sento parlare del tuo caso o di chi ha un percorso di studi che non c'entra niente con la mera pedagogia più mi girano le palle tantissimo.
Lo scotto lo pago io che guadagno poco e mi vedo sullo stesso piano di chi ha fatto studi diamentralmente opposti ai miei,
Riguardo al resto del discorso taccio e mi tengo i pensieri per me :-X
"io non insulto, giovanotto, diagnostico."
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BaroneBirra
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Neuz ha scritto: Non ce l'ho assolutamente con te, solo che più sento parlare del tuo caso o di chi ha un percorso di studi che non c'entra niente con la mera pedagogia più mi girano le palle tantissimo.
ovvero:
non ce l'ho con te.
solo che più penso a quelli come te, più mi girano le palle.
Ultima modifica di BaroneBirra il 20/03/2008, 18:29, modificato 1 volta in totale.
Come uomo lavoro male.
lapierina
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Neuz ha scritto: non trovano nei "non-educatori" una professionalità che non poggia su solide basi di pedagogia e che quindi non hanno strumenti operativi efficienti.
Discutibile.
Ho visto autisti del pulmino, ma anche donne delle pulizie essere estremamente più professionali ed UMANI, che ci sapevano decisamente fare più di "educatrici" con vent'anni di professione alle spalle.

E' pur vero che per affrontare determinate situazioni è necessario avere competenze adeguate, sono la prima a sostenerlo, ma sono anche profondamente convinta che sul piatto della bilancia pesino molto di più le doti umane, soprattutto in un lavoro che consiste nell'avere a che fare con Persone, e dico persone..non "il disabile", "l'anziano", "il tossico"...

Io sono totalmente d'accordo con Garte.
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Piperita
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lapierina ha scritto: Io sono totalmente d'accordo con Garte.
O0
Ultima modifica di Anonymous il 20/03/2008, 20:25, modificato 1 volta in totale.
che cosa farei, io, che cosa potrei mai fare, tutto il giorno, voglio dire, tra il campanello del risveglio e quello del sonno?..
Neuz

lapierina ha scritto: soprattutto in un lavoro che consiste nell'avere a che fare con Persone, e dico persone..non "il disabile", "l'anziano", "il tossico"...
Questa è un'uscita di una retorica allucinante.

Credi che io non sappia che dire "Persone" (E si, ci metto la maiuscola come te) sia più politically correct? Credo di averlo specificato pure io in thread differenti da questo.

Credo che sia tanto importante in questo ambito avere una buona teoria alle spalle proprio perchè non si può instaurare una relazione d'aiuto uguale che si lavori con un tossicodipendente, con un  bambino, con una ragazza madre, con un disabile lieve, con un disabile grave, con un anziano. (Solo per farti alcune semplicissime differenziazioni). La porgettazione che noi facciamo non è mirata a " Persone", è mirata a persone che hanno differenti patologie e che vanno quindi aiutati, sostenuti, accompagnati proprio nella loro unicità. 

La questione delle doti umane nemmeno la toccherei perchè sennò arriveremmo a screditare veramente troppo questo lavoro. Non me la sento.
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Secondo me ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere.
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Neuz ha scritto: sia più politically correct?
Guarda, a me il "politically correct ' mi sta proprio sul c@xxo, detta così.
Infatti non mi pare di averti detto, per esempio, che "diversamente abili" sarebbe più politically correct di "disabili".Proprio no.
Perchè sta sul c@xxo pure a me.
Sì, sta cosa del "politically correct mi fa proprio cagare.
Neuz ha scritto:un tossicodipendente, con un  bambino, con una ragazza madre, con un disabile lieve, con un disabile grave, con un anziano. (Solo per farti alcune semplicissime differenziazioni).
Grazie per l'accortezza delle tue seplicissime differenziazioni accessibili anche a me.Non sapevo ci fosse una così ampia gamma di pERSONE con problemi.

Mi pare anche di aver premesso che un certo tipo di preparazione sia indispensabile.

Dopodichè torno nel mio e da brava retorica vado recriminare sulla latitanza delle mezze stagioni.
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Kappo
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Oh régas, tenete sempre conto del fatto che vivete a Cremona.
Qui, se volete un lavoro fisso dovete avere conoscenze, sennò nisba.
Poi non importa che il vostro datore di lavoro sia Vostro padre o lo zio del cugino del bisnonno del vostro vicino di casa. L'importante è che chi vi dà un lavoro conosca qualcuno che conosce qualcuno che conosce qualcuno che vi conosce o garantisce per voi.
Per 15 anni ho fatto un lavoro troppo bello, a tempo indeterminato, che mi ha insegnato molto e mi ha portato a girare l'Europa venendo a contatto e collaborando con multinazionali spaventose (una su tutte : Procter & Gamble). Sono partito dallo scalino più basso proprio perchè non avevo un titolo di studio e sono arrivato ad un solo livello dal diventare quadro. Mi sono fatto il çul° per scalare in quel modo la scala gerarchica ma col c@xxo che ne avrei avuto la possibilità se non fossi stato introdotto in azienda da qualcuno.
Ho lasciato l'azienda prevedendo in tempi non sospetti quello che accadrà a breve (chiusura a causa di una speculazione immobiliare del sito). Adesso, dopo una esperienza nella quale "non sono stato introdotto" da nessuno, ma che preferisco dimenticare, sono un semplice magazziniere/autista, sto imparando molto in un ambito totalmente differente dalle mie precedenti esperienze e sono ripartito dal basso (5° livello commercio). Purtroppo i datori di lavoro non vogliono più rischiare sul personale e la legge glielo permette. Ho un contratto a 6 mesi che scade a giugno, ma già da questo mese avrò un aumento di stipendio e hanno già programmato le mie ferie di agosto (quindi si spera che abbiano intenzione di passarmi a tempo indeterminato). Ma anche in questo caso, ho avuto il posto perché mio padre conosce il mio datore di lavoro da 40 anni.
C'é un c@xxo da fare.... titolo di studio o meno....
Ultima modifica di Kappo il 20/03/2008, 21:09, modificato 1 volta in totale.
Non esistono domande stupide. Solo le risposte possono esserlo.
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gasta
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Seriamente, che lavoro fate?
Cioe' un medico cura le malattie.
Uno psicologo studia la mente per curarne patologie.
Un educatore, invece?
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Neuz ha scritto: non si può instaurare una relazione d'aiuto uguale che si lavori con un tossicodipendente, con un  bambino, con una ragazza madre, con un disabile lieve, con un disabile grave, con un anziano
l'università insegna..
Ultima modifica di Anonymous il 20/03/2008, 21:11, modificato 1 volta in totale.
che cosa farei, io, che cosa potrei mai fare, tutto il giorno, voglio dire, tra il campanello del risveglio e quello del sonno?..
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Kappo
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gasta ha scritto: Seriamente, che lavoro fate?
Cioe' un medico cura le malattie.
Uno psicologo studia la mente per curarne patologie.
Un educatore, invece?
educa.....

Dai, fi§@!  T-T
Non esistono domande stupide. Solo le risposte possono esserlo.
Neuz

Chi e e cosa fa? L'educatore e specializzato nella messa in atto di progetti educativi e riabilitativi, in collaborazione con altre figure quali l'assistente sociale, il medico, lo psicologo. L'attivita puo essere rivolta a carcerati, anziani, tossicodipendenti, disabili, persone con disagio psichico, giovani a rischio, sia all'interno di comunita che all'esterno, per conto dei servizi sociali pubblici o di associazioni e cooperative che operano in questo settore. Si tratta di una professione riconosciuta dallo Stato, vale a dire che per il suo svolgimento e necessario il conseguimento di un titolo di studio specifico che permette l'iscrizione in un albo professionale.

Quali sono le attivita piu frequenti? Le sue attivita variano a seconda dei destinatari; possono prevedere: partecipare a incontri con altre figure professionali per mettere a punto progetti educativi; organizzare attivita ludiche o educative, cercare occasioni di lavoro o tirocinio contattando imprese e cooperative sociali, svolgere colloqui di sostegno, accompagnare gli utenti in attivita quotidiane (fare la spesa, preparare da mangiare, fare i compiti, partecipare ad attivita sportive, etc.).

Dove sono svolte e in quali condizioni? L'attivita e svolta presso carceri, centri di accoglienza, residenze protette, etc.

copincollato da non so dove.
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Kappo, non prendertela, ma non mi sembra una cosa scontata.
Perche' se per me e' molto chiaro il mestiere che faccio io, non lo e' per molta gente (i miei compresi).

Un educatore educa.
Non cura, quindi.
O meglio, il suo mestiere e' educare.
Ma su cosa, di cosa?

Ho sempre pensato che la dote principale per un educatore dovesse essere la capacita' di ascoltare, di essere in qualche modo una sicurezza e in questo senso un punto fermo.
Sono doti queste innate.
Io potrei studiare tutta la vita, ma non riuscirei mai a fare questo mestiere.

Non voglio parlare di talenti.
Ma e' innegabile la propensione che hanno alcune persone per determinati mestieri.

Kappo, vedi, non e' che sono idiota al 100%, quando faccio una domanda apparentemente banale.
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Neuz ha scritto: Questa è un'uscita di una retorica allucinante.

Credi che io non sappia che dire "Persone" (E si, ci metto la maiuscola come te) sia più politically correct? Credo di averlo specificato pure io in thread differenti da questo.

Credo che sia tanto importante in questo ambito avere una buona teoria alle spalle proprio perchè non si può instaurare una relazione d'aiuto uguale che si lavori con un tossicodipendente, con un  bambino, con una ragazza madre, con un disabile lieve, con un disabile grave, con un anziano. (Solo per farti alcune semplicissime differenziazioni). La porgettazione che noi facciamo non è mirata a " Persone", è mirata a persone che hanno differenti patologie e che vanno quindi aiutati, sostenuti, accompagnati proprio nella loro unicità. 

La questione delle doti umane nemmeno la toccherei perchè sennò arriveremmo a screditare veramente troppo questo lavoro. Non me la sento.
:-X
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Neuz

Tralasciando il copincolla di prima.

L'educatore è una figura che opera nel concreto e nel pratico, è una figura professionale che sta a stretto contatto (quotidianamente) con l'utente.
Strumento essenziale dell'educatore è il progetto.
Provo a farti un esempio: se lavori in uno SFA( Servizio di Formazione all'Autonomia) lavorerai con disabili magari con sindrome di Down, sindrome dell' X fragile o altre patologie che seguono le attività della giornata un pò come se fossero a scuola. Sono persone a cui dall'educatore insieme agli psicologi e assistenti sociali e magari anche dai medici vengono fatti dei progetti. Questo progetti nel caso specifico sono volti a mantenere e migliorare le abilità specifiche dell'individo. Ad. esempio si può insegnare a fare la spesa, comprare il giornale, compiere il tragitto casa-SFA da soli, ecc.. Si prgrammano attività fisiche o la trattazione di alcuni particolari argomenti del quale il gruppo sente l'esigenza di un approfondimento o che vengono anche totalmente ignorati.

L'educatore è una figura di sostegno e di accompagnamento dell'utente e del gruppo stesso con il quale si trova a lavorare.
L'educatore deve sapere cos'è l'empatia, deve farne un proprio personale strumento essenziale per mettersi in relazione con l'utente.
L'educatore è anche figura da tramite tra l'Ente, la famiglia e l'utente stesso.
L'educatore studia le dinamiche del gruppo in cui l'utente è inserito.


Parlo di "utente", non è dispregiativo.
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Umh.
Per capirci.
L'educatore sta allo psicologo come l'ostetrica sta al ginecologo?
Cioe' e' una figura fondamentale che piu' dello psicologo e del medico sta a stretto contatto con i suoi "utenti" per mettere in pratica cio' che e' voluto da - appunto - uno psicologo o un medico o un'equipe di psicologi e medici che hanno la responsabilita' di quegli "utenti"?

Fores piu' che un'universita' allora serve un corso di specializzazione, o no?
E forse lapierina ha proprio ragione da vendere...
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Neuz ha scritto: L'educatore deve sapere cos'è l'empatia, deve farne un proprio personale strumento essenziale per mettersi in relazione con l'utente.
lauree in empatia??!! :)

adesso la smetto.giuro.scusate
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volevo scrivere qualcosa per sdrammatizzare ( del tipo "non intervenite quando si tirano i capelli"), ma poi non so come mai, non ce la faccio.

si capisce la rabbia e la frustrazione di chi non trova un posto di lavoro. adeguato ? giusto ? mah ... molti si accontentano del fatto che sia retribuito, quanto alla soddisfazione morale si vedrà in seguito. si scrivono due righe, aha, ma fig@ - vaffanculo - stronzi di m.rd@. poi ci sono quelli che "la colpa è sempre degli altri" e quelli che "la colpa è sempre mia".
in ogni caso, domani è ancora uguale a oggi. dopodomani è ancora uguale a oggi. dopo-dopodomani piove. poi vinci all'enalotto e non lo è più. yuhuhuu.

quello
che
non
capisco

è la bile e che traspare ripetitivamente dai messaggi (qui e altrove). oltremodo inappropriata, se mi si consente.
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