Razzismo, xenofobia... le parole sono importanti?

Dal greco = spazio aperto

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il belloso
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quoto baol

la maggior parte dei coinquilini con i quali ho vissuto(/sto vivendo) sono meridionali, alcuni erano gay.

non sono abituato ad usare i termini terrone o frocio, questo non vuol dire che ne faccia uso come le parole cacca o m.rd@, in base ai contesti. e sono sicuro che nessuno di loro si offenderebbe se io li chiamassi in quel modo.

alcuni dei ragazzi con cui ho vissuto parlando, mi dicevano che si ritengono molto più offesi quando vengono chiamati meridionali, di quando vengono chiamati terroni, penso che sia perchè ormai terrone è diventato parte del gerco comune (o almeno qui a milano, come lo è ad esempio la vezzeggiativo coglione), mentre meridionale viene usato spesso come identificativo di un'altra zona, di persone di una zona diversa dalla "nostra", come se fossero stranieri.(in questo quoto marlenina quando dice che bisognerebbe chiamare le persone in base alla regione, alla città, o come dice andyB per nome )
"I fatti?" proferì nuovamente. "Signor Franklin, prenda ancora un sorso di groge si riprenderà dalla debolezza di credere ai fatti! Gioco sleale, signore!"
(Wilkie Collins, La pietra di luna)

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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
jami ha scritto: spegni il computer e riaccendilo
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reeebs
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baol ha scritto: 22/10/2007, 14:30così come il vero ateo non sa nemmeno di essere ateo, perchè per lui non ha senso porsi il problema se credere o meno
e invece, caro, in italia, a cremona, nella mia vita (mica in qualche racconto di qualche amico o di qualche miocuggino miocuggino) il problema te lo poni eccome.
cioè, te lo pongono.
tutti i giorni.
sempre.
poi puoi decidere se rispondere o non rispondere.
ma il problema te lo pongono gli altri.
eccome.

i miei amici "veri omosessuali" lo sanno di esserlo.
e il "problema" se lo pongono.
cioè, glielo pongono gli altri.

tutte le "diversità" (che termine orrendo, ma serve in questo contesto) non sono una menata di chi le vive, ma degli altri.
che ti ci fanno sentire, "diverso".
o almeno ci provano.
sempre.

con tutto che da quello che ho scritto se qualcuno in malafede volesse cercare di dire che io stesso giustifico le "diversità" avrebbe più di un appiglio, perchè già il mio virgolettare può essere interpretato sia come un goffo tentativo di essere politically correct sia viceversa come un sottolineare che "diversità" si contrappone quasi automaticamente a "normalità".

cos'è normale? chi è "normale"?
discorsi complessi, discorsi dove fraintendersi è un attimo.

io credo che poi alla fine sia il comportamento nel concreto delle persone a fare la differenza.
io odio il politically correct.
io credo che se fossi cieco non apprezzerei molto i goffi tentativi di riferirsi a me come "non vedente", magari correggendosi a metà parola.
e continuerei lo stesso a non vedere una cippa di niente, comunque tu mi chiami.

ci vogliono cuore e buon senso.
consapevolezza del valore dell'altro, di qualsiasi cosa sia "altro" da noi, e del potenziale arricchimento socio-culturale che qualsiasi tipo di melting-pot cela al suo interno.

le parole possono essere contestualizzate o no, strumentalizzate o no, piegate verso una o l'altra ragione anche solo attraverso vuoti esercizi di stile.

è nel concreto e nel quotidiano che si fa la differenza.

non è l'amore, ma la consapevolezza.
che salverà il mondo.
Ultima modifica di reeebs il 22/10/2007, 19:36, modificato 1 volta in totale.
non sarei niente, senza i miei occhiali da sole 8)
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reeebs ha scritto: 22/10/2007, 19:34i miei amici "veri omosessuali" lo sanno di esserlo.
[...]
cioè, glielo pongono gli altri.
Come darti torto.
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Da una parte i qualunquisti, dall'altra gli ideologi. Alla fine il razzismo sta nella coincidenza degli opposti come il dio di Cusano. Il razzismo semantico, il parlare di razzismo, essere razzisti in quanto parlanti in una prospettiva razzista, per carita' va anche bene, ci riempie tanto di sociale, di solidale, di "noi siamo il bene e loro il male", ma questo e' dovuto ad una questione storica: hanno vinto gli antirazzisti all'ultima guerricciuola, quindi il razzismo e' sbagliato - singolare come le guerre decidano del giusto e dello sbagliato. Il problema non e' il razzismo, ma la reazione corrisposta alla paura della differenza innesca in noi un aprioristico apparato di credenza contro il differente. Questo non e' razzismo e' storia dell'umanita': chiamare terrone, negro, viso pallido, frocio, ebreo di m.rd@, comunista, fascista, feticista, cattolico non e' offendere, ma e' porre una differenza per affermare il proprio io (ti riconosco come diverso da me, e' un ragionamento lapalissiano nell'uomo, altrimenti non sapremmo di essere alcunche' perche' non essendoci forma di vita che ci assomiglia per l'appunto non-assomiglieremmo/non-differiremmo da). Ora se l'apparato di conoscenze acquisite ci porta a creare un ordine gerarchico entro il quale disporre il proprio io e' ovvio che il differente sara' subordinato a noi e quindi, nella peggiore delle ipotesi: inferiore. Per economia, perche' e' uno sbattimento star li' a dipanare questo ragionamento lo si indica e gli si attribuisce un nome.

Per il resto leggete reeebs.
reeebs ha scritto: 22/10/2007, 19:34non è l'amore, ma la consapevolezza.
che salverà il mondo.
Sono commosso, davvero.
Ultima modifica di Anonymous il 22/10/2007, 19:43, modificato 1 volta in totale.
Oh Bucaiola! Tu mi tradisci! Tu dici "VENGO!" e invece tu pisci!
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jack malandra
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.......mamma mia.
...
mi tremano i polsi...
grazie VnZ che mi hai dato il cartellino rosso.

condoglianze ai posteri.
tutti americani quando serve, incerti fra la camicia nera e quella verde, merde! sale che è un indecenza, a male! altro che alleanza, è un'arroganza nazionale.
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Q ha scritto: 21/10/2007, 23:46vabbé, ho capito che usate la parola terrone come sinonimo di tamarro, ma resta che l'origine della parola serve a distinguere, in maniera offensiva, italiani del nord e italiani del sud, quindi quando la usate accettate un'implicita superiorità delle origini nordiche rispetto a quelle meridionali.
Non è una questione di superiorità, è una parola che usi per etichettare.
Nell'esempio della macchina evidentemente all'inizio erano i meridionali a marchiare così le proprie auto.
Quando passa uno con un auto così, oppure che fa rumore, si usa dire: "ara lè che teron", ma non lo dici con un aria di superiorità e non pensi che tutti i terroni vadano in giro con quelle auto.
Q ha scritto: 22/10/2007, 13:28quello che voglio dire io è che questo atteggiamento è il sottobosco culturale nel quale si alimenta il razzismo più grave.
Può essere, certamente. Credo che nella maggior parte dei casi però non sia così. Le parole sono importanti, gli insulti possono far più male delle botte, ma ritengo più grave il vero razzismo cioè quello, per esempio, fatto da forza nuova dove si organizzano per fomentare l'odio e per fare dell'azione contro le persone diverse. Bisogna dare IL giusto peso alle parole.
il belloso ha scritto: 22/10/2007, 19:32non sono abituato ad usare i termini terrone o frocio, questo non vuol dire che ne faccia uso come le parole cacca o m.rd@, in base ai contesti. e sono sicuro che nessuno di loro si offenderebbe se io li chiamassi in quel modo.
Lo penso anch'io.
Nel 2000 considerare "ingiuriosa" una parola come terrone mi sembra eccessivo, magari non è bella, dà fastidio, ma allora bisognerebbe anche non usare più le parolacce così siamo tutti bravi, belli e buoni.
Per mia madre se mi sente dire "c@xxo" o "fanculo" dovrei andare a confessarmi ogni volta.

Quoto tutto il tuo post reeebs tranne questa frase dove hai dimenticato una lettera
reeebs ha scritto: 22/10/2007, 19:34i miei amici "veri omosessuali" lo sanno di esserlo.
e il "problema" se lo pongono.
cioè, glielo pongono agli altri.
jack malandra ha scritto: 22/10/2007, 16:37non preoccuparti che non moralizzerò più nessuno ne tantomeno ti risponderò più
Ok. Allora non commentare più nessun mio post, così ti tranquillizzi un pò.
VANTArsi non è bello.
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baol
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reeebs ha scritto: 22/10/2007, 19:34e invece, caro, in italia, a cremona, nella mia vita (mica in qualche racconto di qualche amico o di qualche miocuggino miocuggino) il problema te lo poni eccome.
cioè, te lo pongono.
tutti i giorni.
sempre.
poi puoi decidere se rispondere o non rispondere.
ma il problema te lo pongono gli altri.
eccome.
appunto.
sono d'accordissimo con te.

fin quando qualcuno porrà il problema del "li chiamiamo di colore o negri? gay o froci? meridionali o terroni?" -anche se fatto in buona fede (lasciamo perdere chi lo fa con chiari intenti offensivi...)- saremo ben lontani dal non essere razzisti.

non lo saremo (tutti, mica uno solo) nel momento in cui questo problema non avrà più senso (per tutti, non per uno solo)

esempio.
qualche secolo (nemmeno tanti) fa ci si scannava per decidere se la donna avesse o meno un'anima.
problemone.
ora non se e parla più (non sto dicendo che tutti i problemi di discriminazione femminile sono risolti, anzi)
significa che è un problema che non ha più senso porsi.
lo abbiamo superato.
decidendo unanimemente che la donna non ha un'anima.

un giorno (spero) non ci si porrà più il problema di come chiamare i gay/froci-dicolore/negri-meridionali/terroni.
lì non saremo più razzisti.

per ora ci siamo dentro in pieno (come giustamente dici tu: "il problema te lo pongono")
...it's only your mind, you know...

L'uomo capisce tutto.
Tranne le cose perfettamente semplici.

errare è umano, correggere lecito, cliccare invia prima d’aver ricontrollato è ma porca tr°i@ che figura di m.rd@.
luchino
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Condivido molto i post di Baol, snorky e reeebs.
Personalmente uso molto poco quelle parole, e non per formalità, ma perché mi da proprio fastidio. Se le uso è perché lo faccio in modo scherzoso, e magari con amici siciliani, pugliesi, africani od omosessuali.
In ogni caso quando le uso a volte mi vengono in mente Borghezio o Storace...e mi vien la nausea
luchino
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Q ha scritto: 21/10/2007, 23:46vabbé, ho capito che usate la parola terrone come sinonimo di tamarro, ma resta che l'origine della parola serve a distinguere, in maniera offensiva, italiani del nord e italiani del sud, quindi quando la usate accettate un'implicita superiorità delle origini nordiche rispetto a quelle meridionali.
questo di fondo è il problema di tutte le parole discriminanti: a parità di tutto il resto il tuo colore di pelle, i tuoi orientamenti sessuali e/o le tue origini ti collocano un gradino più in basso, poi magari sei meglio in altre cose, ma quel punto lo perdi e non lo recuperi più.
questo è pregiudizio, fine.
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Grande Gila ha scritto: 23/10/2007, 9:55Può essere, certamente. Credo che nella maggior parte dei casi però non sia così. Le parole sono importanti, gli insulti possono far più male delle botte, ma ritengo più grave il vero razzismo cioè quello, per esempio, fatto da forza nuova dove si organizzano per fomentare l'odio e per fare dell'azione contro le persone diverse. Bisogna dare IL giusto peso alle parole.
gnente Grande Gila, 3 pagine di post tra cui svariati miei buttati al vento, nel tuo caso. volontariamente o meno (e non so cosa sia peggio) sei riuscito a fraintendere qualunque cosa io abbia detto, qualunque tono io abbia usato.
se sintetizzi il mio pensiero con "non dite le parolacce" vuol dire che non hai capito un beneamato, poi sarà colpa mia che non sono riuscito a farmi capire.

spero che almeno per qualcuno questo thread sia servito a soffermarsi un secondo sul proprio linguaggio e sui propri atteggiamenti nei confronti del "diverso".
io ringrazio tutti quello che mi hanno dato occasione di riflettere (in particolare (A)narchiste) e mi ritiro dalla discussione.
“Condividere saperi, senza fondare poteri”

Primo Moroni