signorina, lei è troppo qualificata per lavorare.

Dal greco = spazio aperto

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Kappo
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L'ho letto tutto.....
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il belloso
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baol ha scritto: il mio discorso è:
lo studio aiuta.
indubbiamente.
ma cosa ti da un corso di studi di 5 anni, che tu non possa imparare (anche da zero) in 5 anni di pratica?

[cut]

riassumendo:

in alcuni casi il titolo di studi conferisce "abilitazioni" e "conoscenze"
la pratica fà acquisire "competenze"

le competenze permetto di praticare un lavoro.
le abilitazioni ti mettono semplicemente con le carte in regola per la legge
le conoscenze sono un discreto supporto nel momento in cui devi inizare la tua attività. poi basta
la formazione universitaria ti dà, o di dovrebbe dare, quelle conoscenze che ti permettono di sapere "cosa stai facendo" quando lavori (e perché lo stai facendo), ti permettono di avere una visione d'insieme dinamica e prospettica, quella che dovrebbe dare quel "valore aggiunto" per creare la differenza tra un lavoro, un servizio o un prodotto realizzato in cina ed uno realizzato in italia.

Detto ciò, come diceva janfree, ormai viene chiamato "corso di laurea" anche quel percorso formativo che nulla ha a che fare con la formazione universitaria, che nulla dà in più di ciò che dava una volta la scuola superiore o i Centri di Formazione Professionale privati o regionali; ovviamente in quei casi non è applicabile il discorso di prima.
"I fatti?" proferì nuovamente. "Signor Franklin, prenda ancora un sorso di groge si riprenderà dalla debolezza di credere ai fatti! Gioco sleale, signore!"
(Wilkie Collins, La pietra di luna)

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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
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Strawberry Fields Forever
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Mi sono letta tutti i post, che caos.... :)

Riguardo al trovare lavoro in Italia, io sono espatriata. Un po' perchè l'ho sempre desiderato. Un po' perchè quando mi hanno offerto un lavoro non l'ho potuto accettare. Un po' perchè i potenziali datori di lavoro vogliono tutto e niente.

Onestamente nutro molte riserve sui colloqui di gruppo e motivazionali. Mi è capitato di aver davanti selezionatori che avevano il titolo ma non l'esperienza. Insomma, poco più che coetanei...in rari casi puoi confrontarti con persone all'altezza della responsabilità, ma ho notato (impressione tristemente condivisa da altri) di più un atteggiamento di superiorità del tipo: IO sono arrivato, TU sei nelle mie mani.  :o

L'università ha, secondo me, funzioni diverse a seconda dell'area di studio. In alcune (medico-scientifiche) è indispensabile. In altre (umanistiche ed economiche) è un valore aggiunto.
Nel senso che ci sono persone laureate in lettere che fanno i professori sebbene ne sappiano ben poco, mentre ci sono persone con la PASSIONE per le lettere che potrebbero fare il loro lavoro mille volte meglio. Con tutto vantaggio degli studenti. O pensate ai prof di inglese che sanno davvero parlare fluentemente e senza accenti italiani (in questo caso non sarebbe meglio aver un prof che magari non è dottore ma ha viaggiato e vissuto all'estero, imparando la lingua vera?).
Se penso a chi viene da economia, come me, quando esci non sei in grado di lavorare, sia che tu abbia fatto aziendale, finanza o marketing e qualsiasi altra laurea tra le mille assurde lauree che si moltiplicano di anno in anno.
Ovvio, non mi metterei MAI nelle mani di uno appassionato di chirurgia: solo un Dott. chirurgo!
Prostataingrossata

Strawberry Fields Forever ha scritto:L'università ha, secondo me, funzioni diverse a seconda dell'area di studio. In alcune (medico-scientifiche) è indispensabile. In altre (umanistiche ed economiche) è un valore aggiunto.
Nel senso che ci sono persone laureate in lettere che fanno i professori sebbene ne sappiano ben poco, mentre ci sono persone con la PASSIONE per le lettere che potrebbero fare il loro lavoro mille volte meglio. Con tutto vantaggio degli studenti. O pensate ai prof di inglese che sanno davvero parlare fluentemente e senza accenti italiani (in questo caso non sarebbe meglio aver un prof che magari non è dottore ma ha viaggiato e vissuto all'estero, imparando la lingua vera?).
Se penso a chi viene da economia, come me, quando esci non sei in grado di lavorare, sia che tu abbia fatto aziendale, finanza o marketing e qualsiasi altra laurea tra le mille assurde lauree che si moltiplicano di anno in anno.
Ovvio, non mi metterei MAI nelle mani di uno appassionato di chirurgia: solo un Dott. chirurgo!
Tu non stai parlando dell'università, piuttosto dei corsi di formazione professionale della Regione Piemonte.
Vedi, la logica che sta dietro al concetto di "ateneo" è leggermente diversa.
Frequentare le lezioni, dare gli esami, scrivere quaranta pagine di tesi compilativa e poi dirsi laureato in non vuol dire nulla. All'individuo questo percorso formativo non dà nulla.
Iscriversi ad un ateneo significa aderire ad una precisa Scuola di pensiero storica. Se non si è inseriti in una tradizione di pensatori aderenti ad una corrente formale, nulla ha alcun senso, si è soltanto su una scialuppa di salvataggio in un oceano d'informazioni. Per assimilare è necessario affiancarsi ad un docente, assorbire la sua Scuola (che eticamente dovrebbe coincidere con la tradizione universitaria). Poi, certo, non c'è pensatore maturo che non abbia tentato di uccidere i propri maestri (che spesso e volentieri resistono ad ogni aggressione).
L'educazione al sapere di un individuo non ha alcun valore né utilità se non è approvata e provata, passo dopo passo, dal maestro, che ti sceglie e che ti alleva guidandoti all'interno della sterile formazione universitaria, e che poi farai di tutto per disconoscere e rivalutare e disconoscere e rivalutare e...
Tutto il resto lo si può anche fare da casa per corrispondenza senza sbattersi per pagare un affitto.
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Sgt.Pepper ha scritto: Tu non stai parlando dell'università, piuttosto dei corsi di formazione professionale della Regione Piemonte.
Vedi, la logica che sta dietro al concetto di "ateneo" è leggermente diversa.
Frequentare le lezioni, dare gli esami, scrivere quaranta pagine di tesi compilativa e poi dirsi laureato in non vuol dire nulla. All'individuo questo percorso formativo non dà nulla.
Iscriversi ad un ateneo significa aderire ad una precisa Scuola di pensiero storica. Se non si è inseriti in una tradizione di pensatori aderenti ad una corrente formale, nulla ha alcun senso, si è soltanto su una scialuppa di salvataggio in un oceano d'informazioni. Per assimilare è necessario affiancarsi ad un docente, assorbire la sua Scuola (che eticamente dovrebbe coincidere con la tradizione universitaria). Poi, certo, non c'è pensatore maturo che non abbia tentato di uccidere i propri maestri (che spesso e volentieri resistono ad ogni aggressione).
L'educazione al sapere di un individuo non ha alcun valore né utilità se non è approvata e provata, passo dopo passo, dal maestro, che ti sceglie e che ti alleva guidandoti all'interno della sterile formazione universitaria, e che poi farai di tutto per disconoscere e rivalutare e disconoscere e rivalutare e...
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Sgt.pepper mi piace perché  la metà delle volte che scrive non capisco se scherza o meno, il che vuol dire che in un qualche modo è superiore alla mia capacità di comprensione ;D e ne sono veramente felice

in questo caso quoto in pieno ciò che ha detto, che scherzasse o meno secondo me l'università è anche e soprattutto questo.
Ultima modifica di Anonymous il 26/03/2008, 20:02, modificato 1 volta in totale.
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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
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Sgt.Pepper ha scritto: Iscriversi ad un ateneo significa aderire ad una precisa Scuola di pensiero storica. Se non si è inseriti in una tradizione di pensatori aderenti ad una corrente formale, nulla ha alcun senso, si è soltanto su una scialuppa di salvataggio in un oceano d'informazioni. Per assimilare è necessario affiancarsi ad un docente, assorbire la sua Scuola (che eticamente dovrebbe coincidere con la tradizione universitaria). Poi, certo, non c'è pensatore maturo che non abbia tentato di uccidere i propri maestri (che spesso e volentieri resistono ad ogni aggressione).
L'educazione al sapere di un individuo non ha alcun valore né utilità se non è approvata e provata, passo dopo passo, dal maestro, che ti sceglie e che ti alleva guidandoti all'interno della sterile formazione universitaria, e che poi farai di tutto per disconoscere e rivalutare e disconoscere e rivalutare e...
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Sgt.Pepper, mi sa che stiamo dicendo cose simili. Ti quoto anche io: in un'università ideale potrebbe essere davvero così. Poi, per quella che è stata la mia esperienza, in non ho trovato maestri nella facoltà che ho frequentato.
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janfree
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Strawberry Fields Forever ha scritto: Sgt.Pepper, mi sa che stiamo dicendo cose simili. Ti quoto anche io: in un'università ideale potrebbe essere davvero così. Poi, per quella che è stata la mia esperienza, in non ho trovato maestri nella facoltà che ho frequentato.
il fatto che una laurea in filosofia o in storia o in letteratura italiana possa essere tranquillamente sostituita dalla passione in queste cose lo poteva dire solo un laureato in economia.  ;)

...senza considerare che erano le materie che si insegnavano nelle prime università medievali; ovvero che sono le materie nate con l'università e poche altre materie possono vantare una tal nobiltà accademica.. Ora. a parte questa panzanata che comunque ha un che di verità...

...rimane il fatto che dire che una laurea in filosofia o in storia o in letteratura italiana possa essere tranquillamente sostituita dalla passione in queste cose lo poteva dire solo un laureato in economia.

con tutto il rispetto pei laureati in economia.
Ultima modifica di janfree il 20/09/2010, 15:07, modificato 1 volta in totale.
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E non c'è dubbio che tu sei laureato in storia. Si vede in tutti i post!
Con ogni probabilità se tu fossi "solo" un appassionato non ne parleresti così tanto perchè ti mancherebbero gli argomenti....
;)

Forse ad economia è difficile avere quel tipo di formazione anche per il numero degli studenti, 400 in un aula non aiuta.
Che si stia andando un po' OT?!?
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più o meno ad alcune lezioni siamo in 400 pure noi.. di solito sono quelle che ci smazziamo con quelli di lettere e/o di filosofia..

comunqe non sono solo uno storico.. sono anche un surfista. ed uno snowboarder. un vj. un giornalista...
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