Ranca ha scritto: ↑06/07/2006, 16:39C'e' una "n" in piu'
pardon anagramma lo scambiai con il palindromo
hai ragione!
diffidato!
ma vi diro di piu....
Il curioso quadrato magico è visibile su un numero sorprendentemente vasto di reperti archeologici, sparsi un po' ovunque in Europa. Ne sono stati rinvenuti esempi nelle rovine romane di Cirencester (l'antica Corinium) in Inghilterra, nel castello di Rochemaure (Rhône-Alpes) in Francia, a Siena sulla parete del Duomo di fronte al Palazzo Arcivescovile, a Santiago di Compostela in Spagna, ad Altofen in Ungheria, solo per citarne alcune. A volte le cinque parole si trovano disposte in forma radiale come a Sermoneta (Latina), oppure in forma circolare come nella Collegiata di Sant'Orso di Aosta.
Ma l'esempio più antico e più celebre è quello rinvenuto negli scavi di Pompei, inciso sulle scanalature di una colonna della Grande Palestra. A partire da questo ritrovamento, il Quadrato del Sator viene anche detto “latercolo pompeiano”.
Una studiosa italiana, la professoressa Bianca Capone, attraverso una approfondita analisi dei siti in cui sono stati rinvenute vestigia del Quadrato Sator, arriva a sostenere che dietro alla diffusione del misterioso sigillo ci sia stata l'opera dei Cavalieri Templari.
Questo studio ha probabilmente stimolato ulteriormente la formulazione di congetture ermetiche, cabalistiche e negromantiche (che popolano oggi i siti Internet sull'argomento).
Più convincente (o perlomeno meno improbabile), navigando tra i tanti siti che parlano del Quadrato Sator, appare la congettura formulata dalla scrittrice Silvana Zanella.
Viene proposta una lettura “bustrofedica" del quadrato, vale a dire effettuata cambiando verso di percorrenza alla fine di ogni riga (o di ogni colonna), in modo tale che la frase da interpretare diventa “SATOR OPERA TENET AREPO ROTAS”. L'oscuro termine AREPO viene preso come contrazione di Areopago (nel senso di tribunale supremo). In questo modo si arriva alla traduzione “Il seminatore decide i suoi lavori quotidiani, ma il tribunale supremo decide il suo destino”, e, restituendo ad essa il suo significato morale, “L'uomo decide le sue azioni quotidiane, ma Dio decide il suo destino”.
La congettura ovviamente non spiega tutto. In particolare non spiega quelle iscrizioni in cui - come in quella di Aosta - le parole del Sator non sono disposte nella forma canonica del quadrato.