Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Le cinéma (abréviation de cinématographe) est une projection visuelle en mouvement, le plus souvent sonorisée.

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ribes
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Ieri sono andato al cinema alle 17:30 (e mi è costato i soliti 14 €, cosa che McA può confermare).

Ieri ho assistito a quella che viene descritta come la raggiunta maturità di Tim Burton. Ciò che temevo era di trovarmi di fronte a una favola fantastica, fantasiosa e buonista.

«Sai pilotare un aereo?».
«Certo, ne hai uno?».

Le mie preoccupazioni, a conti fatti, erano fondate, dato che Big Fish - Le storie di una vita incredibile è la storia della riconciliazione tra un padre sognatore in fin di vita e un figlio vagamente materialista, che detesta l’egocentrismo del suo vecchio e che, allo stesso tempo, vuole saperne finalmente di più.
In questo teatrino di anziani boccaloni che prendono ogni spunto per raccontare di sé stessi e figli modello che sono stufi di stare ad ascoltare “frottole”, si inseriscono le sequenze stesse della vita fantastica del capofamiglia Bloom.
Bloom: un nome probabilmente non casuale, dato che nel corso delle peregrinazioni mirabolanti narrate dal letto di morte, il padre è stato anche un agente di commercio, il che non dista troppo da quel “pubblicitario affamato”, Leopold Bloom, protagonista, assieme a Stephen Dedalus (che in fin dei conti è il suo figlio mancato), di un’ordinaria giornata dublinese di un celebre romanzo del Novecento.
Le somiglianze con l’Ulisse, tuttavia, si chiudono qui, perché Big Fish, seppure sia di ambientazione per così dire contemporanea, prende spunto soprattutto da quelli che sono i “classici” del genere eroicomico. Giganti e mezzigiganti (il riferimento a Gargantua e Pantagruele credo sia abbastanza esplicito), pesci enormi, streghe, villaggi più o meno incantati, circhi itineranti, foreste impenetrabili, grandi (e assurde) imprese: Burton pesca con maestria dalle ricorrenze del genere.
Quella che forse è identificata dalla critica come l’acquisita maturità burtoniana coincide probabilmente con la scelta di non scadere nell’espressionismo più spinto, di gestire in modo pacato gli elementi introdotti, rimarcando sempre i buoni sentimenti dell’eroe, che è un uomo eccezionale, fedele, operoso.
Ecco cos’è la maturità: buonismo hollywoodiano sommato a dotte citazioni, mescolati con la maestria di un regista che di classe ha già dimostrato di averne parecchia.
Wow.
Be’, che (bella) m.rd@, però.
Non c’è traccia di saraceni, di relazioni incestuose tra ecclesiastici; non ci sono bordelli, non ci sono tradimenti nascosti, non c’è un filo psicologico coerente (né interessante); non c’è uno schizzo di sangue (o quasi), non c’è ombra di pulsione fisica, non c’è abbandono alla tentazione, non c’è gusto per l’accumulo.
Mi chiedo in che chiave Tim Burton abbia “letto” quel ciclo di poemi eroicomici e romanzi picareschi. Ne ha estratto la parte digeribile e l’ha riproposta saggiamente, creando un artificio bello da vedere, ma che è privo della sua anima.
Non mi piace questo tipo di maturità artistica e intellettuale, francamente.
«Ho bisogno di un lassativo e allo stesso tempo non voglio sentirmi troppo m.rd@, ma in fin dei conti sulla tazza sto cercando di cagare… Per cui leggo un libro e profumo l’ambiente con un deodorante, tipo agrumi di Sicilia. Intanto, spingo».
Ecco Big Fish.
Ultima modifica di ribes il 08/03/2004, 1:13, modificato 1 volta in totale.
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McA
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La recensione, condivisa o meno, è comunque da dieci e lode.

In ogni caso, visto che siamo qui, propongo a tutti il Tim Burton di Ed Wood (il vero capolavoro) e non quello di Planet Of The Apes. In quel caso è meglio vedersi Il pianeta delle scimmie originale di Franklin J. Shaffner con Charlton "Sono un settantenne rincoglionito innamorato del mio fucile e non mi rendo conto del fatto che Michael Moore mi sta prendendo per il çul° da mezz'ora" Heston.

In ultima istanza: ribes, a questo punto, perché non scrivere recensioni ufficiali? Che so, potresti partire da Jackie Brown... ::)
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.ferro
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Forse è un sottile riferimento al fatto che secondo me è un bel film mandato a mezza velocità?
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale oscure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva......
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.ferro ha scritto: 08/03/2004, 11:10Forse è un sottile riferimento al fatto che secondo me è un bel film mandato a mezza velocità?
Non ho capito se il riferimento sottile sia mio o di McA, ma comunque condivido perlomeno parzialmente.

Che sia un film godibile, nessuno lo mette in dubbio;
tuttavia...come dire...infilarti le piume nel çul° non farà di te una gallina...per quanto bravo tu possa essere....
McA ha scritto: 08/03/2004, 1:49In ultima istanza: ribes, a questo punto, perché non scrivere recensioni ufficiali? Che so, potresti partire da Jackie Brown... ::)
(8P)

Grazie McA, ma affronterei la cosa con un timore reverenziale che mi impedirebbe credo di essere del tutto oggettivo...
e poi non credo di esserne capace...ne sapete di più voi...un pacco anche.
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.ferro
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Mi riferivo all'invito di McA a fare una recensione di Jackie Brown .. film indubbiamente godibile (dalla seconda visione in poi diciamo) ma che soffre di una certa rilassatezza .. se noi tutti sappiamo che Tarantino è il dio dei dialoghi fini a se stessi quando ne produce per svariate ore può indisporre anche i più fanatici ..
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cudiel

ribes ha scritto: 08/03/2004, 20:58e poi non credo di esserne capace...ne sapete di più voi...un pacco anche.
e io invece pensavo di copiare il post pari pari per farne direttamente la recensione ufficiale...
attendo autorizzazione da ribes
Ultima modifica di cudiel il 09/03/2004, 15:32, modificato 1 volta in totale.
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:o

pubblica pubblica, hai la mia approvazione....
sarebbe una bella idea, imho, che qualcuno arricchisse con una seconda opinione magari, fa più bella figura in home page, o almeno credo.
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.ferro ha scritto: 09/03/2004, 11:11Mi riferivo all'invito di McA a fare una recensione di Jackie Brown .. film indubbiamente godibile (dalla seconda visione in poi diciamo) ma che soffre di una certa rilassatezza .. se noi tutti sappiamo che Tarantino è il dio dei dialoghi fini a se stessi quando ne produce per svariate ore può indisporre anche i più fanatici ..
ah, ora la cosa mi è più chiara!

per me jackie brown è di gran classe anche se mi ha appassionato molto, molto meno degli altri film di tarantino...molto più canonico, molto più soft, molto meno ardito, per così dire...i dialoghi sono meno brillanti, ma sono anche meno lunghi...non c'è, che io ricordi, una disquisizione a due lunga come quella tra vic vega e mya al ristorante, non ci sono massime eclatanti come la celeberrima su like a virgin, o sui massaggi ai piedi, o su amsterdam città libera....non c'è un personaggio come mr.Blonde, o come marsellus "ho venduto l'anima al diavolo" wallace (mi riferisco al cerotto sul coppino), o, per passare alle cose recenti, un "buck Fuck" (che purtroppo si è perso nell'adattamento italiano...mi chiamo buck e sono qui per fottere....my name's buck and i'm here to fuck....)...e dov'è il disordine temporale? sarebbe soltanto una commedia vagamente pulp particolarmente ingegnosa nella trama, raccontata in modo semplice ma efficace, che dovrebbe piacere un po' a tutti...ma in alcuni momenti, tipo quando beaumont viene convinto a ficcarsi nel baule (con i relativi sviluppi), tipo nella prima scena in cui c'è de niro, che è troppo lunga per essere una scena ambientata in casa, senza azione, ma che sa di tarantino fino al midollo, o in quel "Vuoi scopare? sì _ "tre minuti dopo" _ ti è piaciuto? sì...dicevo, in quei momenti l'appassionato tarantinomane si sente a casa sua, mentre il vicino di sedia è un attimo sconvolto, perché non se l'aspettava...il tarantinomane invece riconosce il suo guru, e gli si stampa un sorriso sul faccione, compiaciuto di sentirsi a casa.
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ribes ha scritto: 09/03/2004, 17:19ma in alcuni momenti, tipo quando beaumont viene convinto a ficcarsi nel baule (con i relativi sviluppi), tipo nella prima scena in cui c'è de niro, che è troppo lunga per essere una scena ambientata in casa, senza azione, ma che sa di tarantino fino al midollo, o in quel "Vuoi scopare? sì _ "tre minuti dopo" _ ti è piaciuto? sì...dicevo, in quei momenti l'appassionato tarantinomane si sente a casa sua, mentre il vicino di sedia è un attimo sconvolto, perché non se l'aspettava...il tarantinomane invece riconosce il suo guru, e gli si stampa un sorriso sul faccione, compiaciuto di sentirsi a casa.
Esatto.

Ma guarda ribes, tu spacchi, obiettivamente.
Ecco la tua recensione trasferita sul sito.
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:o 8) ::)
Prof._Anteguerra

ribadisco che pare il momento di farsi i pompini a vicenda

una cosa su jackie brown...l'ondata citazionista del buon quentin in questo caso si basa sul film foxy brown, interpretato da pam grier negli anni settanta e nominata tra l'altro in macchina in una scenza delle iene, e nella fattispecie quando le iene "vere" vanno a prelevare il futuro mr. orange.

bon
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Non sapevo che fosse lei, è commovente!
cudiel

però!
sono andato a guardarmi la scheda di Pam Grier su Allmovie e ho scoperto diverse cose interessanti: intanto che era una supergnocca (cercate Pam Grier tra le immagini con google), poi che il suo debutto è avvenuto con "Hollywood Vixens" supercult di Russ Meyer, il re dell'horror-softcore

alcuni titoli di Russ Meyer: "faster, pussycat! kill! kill!", "vixens", "supervixens", "beyond the valley of the ultra-vixens", inoltre il buon Russ appare in un cameo in "donne amazzoni sulla luna" (vorrei una scatola di Titan ;))

il mondo dei b-movie è più piccolo di quanto non si creda...
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Altro filmaccio capolavoro di Russ Meyer è Motorpsycho!, del 1965: dura poco più di un'ora ed è la storia di tre teppisti che ascoltano rock'n'roll con la radiolina e vanno in giro con tre motociclettine a rubare, rapinare e violentare. Simpatici.
Film ovviamente visto in aula multifunzionale a Bologna, percorso sul cinema underground americano... E dove, se no?
Inoltre Russ Meyer doveva essere il regista del film-documentario sui Sex Pistols dal titolo Who Killed Bambi?, progetto poi accantonato in favore di un cambio alla regia, con Julien Temple a scalzare Russ Meyer, e di titolo, con l'idea geniale di The Great Rock 'N' Roll Swindle.
Tutto ciò è molto fuckin' (e soprattutto non c'entra un c@xxo con Big Fish.
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Russ Meyer è morto sabato all'età di 82 anni.
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