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il belloso
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nono, ho sbagliato io, avevo letto che Capozzi era tra i dipendenti Napoletani, e non di Mirafiori.
a questo punto collegare le 2 realtà ha poco senso (che lo faccia la fiat o che lo faccia la stampa ha poco senso cmq).

io prendevo come riferimento solo il contesto napoletano, ed in quel contesto dare forti segnali di discontinuità potrebbe essere l'unico modo per tenere la produzione attiva, con tutto ciò che comporta
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ma lascia stare i contesti
qui c'è un impiegato di mirafiori che, da sindacalista fiom, ha mandato la lettera dei dipendenti fiat polacchi a 40 colleghi usando la mail aziendale e prima è stato sospeso 6 giorni, poi licenziato per aver diffuso contenuti lesivi dell'immagine dell'azienda
dai
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Q ha scritto: ma lascia stare i contesti
qui c'è un impiegato di mirafiori che, da sindacalista fiom, ha mandato la lettera dei dipendenti fiat polacchi a 40 colleghi usando la mail aziendale e prima è stato sospeso 6 giorni, poi licenziato per aver diffuso contenuti lesivi dell'immagine dell'azienda
dai
Infatti preso singolarmente è una stronzata, mi sembra ovvio che debba essere reintegrato (non penso rientrerebbe nemmeno nei vincoli di un NDA, se ha mandato informazioni solo a colleghi)


tornando invece su pomigliano:
anche i 3 sindacalisti lasciati a casa pensate che debbano essere reintegrati?
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il belloso ha scritto: tornando invece su pomigliano:
anche i 3 sindacalisti lasciati a casa pensate che debbano essere reintegrati?
noi pensiamo di sì.
credo tu ti riferisca ai tre operai di Melfi (Potenza) licenziati perché hanno bloccato il passaggio di un carrello che portava materiale alla linea di produzione.

la FIOM è dipinta come sindacato di "terroristi" quando contesta, com'è suo diritto/dovere i punti contrattuali, mentre la Fiat, che ricatta, minaccia, licenzia per rappresaglia e intimidazione è dipinto come un ente di beneficenza.
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FIOM terroristi? mah, secondo me sono solo fuori dal mondo in cui vivono e fuori anche dagli schemi con cui ragiona la CGIL in generale.

cmq ok, dov'è che finisce il limite della protesta?
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a parte che un limite non finisce, credo che la protesta debba arrivare fino al punto in cui il belloso smette di fare domande capziose e fermarsi lì
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I licenziamenti di Fiat si possono leggere in maniera differente.

Da un punto di vista formale se uno o più dipendenti commettono irregolarità od ostacolano il lavoro dei colleghi possono essere soggetti di interventi disciplinari, fino al licenziamento. Sarà poi il tribunale del lavoro a stabilire se il provvedimento attuato sia commisurato o meno in base alle norme che regolano l'impiego.
In questa chiave di lettura è corretto che Fiat abbia preso dei provvedimenti, resta da derimere il contenzioso sul tipo di provvedimento, e questo probabilmente darà ragione ai dipendenti che verranno reintegrati.

Se però guardiamo un po' più in la della cruda e sterile formalità non è difficile vedere dietro le azioni di Fiat un'opera di indimidazione nei confronti di chi protesta.
Ogni giorno verranno commesse centinaia di infrazioni al contratto da parte dei dipendenti (una pausa un po' più lunga del dovuto, un uso di internet e della mail per scopi privati...), ma casualmente Fiat ha usato il pugno di ferro solo con chi stava protestando contro le condizioni di lavoro o le politiche aziendali.
Non importa se poi il tribunale del lavoro reintegrerà i dipendenti, il segnale è lanciato.
Con questa mossa Fiat ha messo a tacere tutti quei dipendenti che avevano una mezza idea di far valere i loro diritti di sciopero e protesta.

È vero che anche lo sciopero e la protesta hanno delle loro regole e che probabilmente il blocco del carrello è andato oltre queste regole, ma dall'altra parte (governo e industria) stanno lavorando per erodere le conquiste sindacali del secolo scorso.
E ci stanno riuscendo benissimo, non tanto e non solo eliminando alcune delle tutele dei lavoratori, quando portando l'opinione pubblica a pensare come loro.

Ci stiamo talmente tanto abituando a pensare da precari che cominciamo a vedere le garanzie previste per i lavoratori a tempo indeterminato come dei privilegi, degli inutili costi collettivi.
Se c'è qualcuno che approfittando delle tutele di cui gode esagera o viola delle norme si possono usare gli strumenti esistenti per contrastare questi fenomeni.
Da noi è sempre così. C'è una norma e ci sono gli strumenti di controllo. Poi siccome gli strumenti di controllo non vengono utlizzati/apllicati, si inaspriscono le norme. Così chi era rispettoso dei divieti si vede limitate le proprie libertà, chi invece se ne fregava prima, continuerà a fregarsene anche dopo.

La soluzione delle crisi di Pomigliano non può passare sulla pelle di tutti i lavoratori. Non si possono scavalcare diritti costituzionali per porre rimedio ad una situazione particolare. Anche se il senso comune porterebbe a dare ragione a chi usa il pugno duro è necessario agire all'interno dei paletti esistenti. Altrimenti si crea un precedente e lo stesso metedo, la stessa privazione dei diritti, diventano ammissibili anche in situazioni dove non ci sono le stesse problematiche.
Ultima modifica di labbio il 20/07/2010, 10:17, modificato 1 volta in totale.
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2 cose per riassumere quello che ho già detto:

1 - é evidente che la situazione attuale non è più quella di 50 anni fa, la produzione non è obbligata a rimanere in italia, i diritti in altri stati sono di certo inferiori ed alle aziende conviene investire all'estero; in questa situazione poco valore darei alla fiat, che è un'azienda come un'altra, e se la consideriamo italiana facciamo solo del romanticismo, da quando i mercati sono aperti non esiste il concetto di italiano o meno, esiste solo il concetto di costi, le aziende non sono persone e non ragionano con passione o senso di appartenenza. (ci sono delle eccezioni dove le aziende sono a conduzione famigliare, la fiat non è più così da parecchio tempo).

Da quando la situazione è diventata questa i diritti non sono più un problema nazionale, non è più un problema tra contratti a progetto e dipendenti, perché se c'è l'alternativa altrove il confronto viene fatto con l' "altrove".

2. Partendo dal presupposto che se Fiat fa ritorsioni nel resto dell'italia ovviamente sbaglia per prima, o partiamo dal presupposto che si denunciano anche tutte le esagerazioni del sindacato o ne se ne esce più.
Quindi come è sbagliato dire che il contratto proposto "fa schifo perché attacca i diritti dei lavoratori" (o si entra nel dettaglio o diventa una discussione da bar con tifoserie) è sbagliato anche dire che chi manifesta ha ragione a priori e anche se sbaglia è stato messo in quella situazione da Stato e azienda.
Quindi o ci si mette nella condizione di poter giudicare gli errori ed i pregi di entrambe le parti o la discussione è inutile, non utile.


[edit: farei senza dire, ma lo ripeto perché si sa mai]
Ho già detto più volte che secondo me il commercio mondiale è una stronzata, benissimo per il viaggio indisturbato di gente e pensieri, ma le merci le si dovrebbero produrre in italia per l'italia, nel sud per il sud, nel nord per il nord;
già detto e ridetto anche quando si parlava di stampare magliette all'estero (fatto anch'io, non mi tiro fuori da quelli che sbagliano) se le magliette le si stampano all'estero non le si stampano più in italia, se le macchine le si producono all'estero non le si producono più in italia, questo bel mercato mondiale è una bella stronzata, detto questo tutto il resto viene di conseguenza: merato mondiale,
consumi mondiali, diritti mondiali, ed i diritti mondiali sono di gran lunga inferiori ai nostri[/edit]
Ultima modifica di Anonymous il 20/07/2010, 12:05, modificato 1 volta in totale.
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continui ad accusarmi di un manicheismo e di un apriorismo che nei miei post, forse offuscato dall'esserne l'autore, non mi pare di ravvisare. a me sembra di riferirmi a fatti specifici e di muovere accuse sulla base di ciò che i soggetti accusati fanno e non di ciò che i soggetti sono. e mi pare che le mie affermazioni siano documentate e circoscritte.

per quanto riguarda i tuoi due punti ti rispondo citando di peso un articolo di lavoce.info in replica a un articolo pubblicato su repubblica che più o meno faceva i tuoi stessi ragionamenti:
lavoce.info ha scritto:Una visione statica e troppo semplificata della globalizzazione conduce a una conclusione pessimistica, che non lascia spazi all’iniziativa politica al di fuori di un’eventuale chiusura protezionistica, che sarebbe disastrosa, o della rassegnazione di fronte alla corsa al peggio nelle condizioni di lavoro. Invece l’alternativa esiste: sul terreno della formazione, dell’innovazione e della ricerca, dell’investimento nella scienza e nella tecnologia. Proprio i paesi emergenti, di ieri e di oggi, investono massicciamente nell’educazione  primaria e secondaria, nella formazione professionale, nell’università e nei centri pubblici di ricerca: offrendo esempi di buone politiche orientate al futuro, su cui forse un paese in ripiegamento, come è oggi l’Italia, farebbe bene a riflettere.
Ultima modifica di Q il 20/07/2010, 13:56, modificato 1 volta in totale.
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Q ha scritto: 20/07/2010, 13:49continui ad accusarmi di un manicheismo e di un apriorismo che nei miei post, forse offuscato dall'esserne l'autore, non mi pare di ravvisare. a me sembra di riferirmi a fatti specifici e di muovere accuse sulla base di ciò che i soggetti accusati fanno e non di ciò che i soggetti sono. e mi pare che le mie affermazioni siano documentate e circoscritte.
quando faccio riferimento a ciò che scrivi, direttamente, ti cito, come in questo post
Q ha scritto: 20/07/2010, 13:49per quanto riguarda i tuoi due punti ti rispondo citando di peso un articolo di lavoce.info in replica a un articolo pubblicato su repubblica che più o meno faceva i tuoi stessi ragionamenti:
questo è un commento all'edit, e non ai 2 punti,
non sono d'accordo ma grazie per il link, articolo interessante,
sia la mia nota sia l'articolo esulano fiat e lavoratori dal poter essere considerati responsabili della situazione, bon, contenti tutti quindi
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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
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il belloso ha scritto: quando faccio riferimento a ciò che scrivi, direttamente, ti cito, come in questo post
cat, stiamo scrivendo (e presumibilmente leggendo) solo io, te e labbio nelle ultime due pagine.
il belloso ha scritto: questo è un commento all'edit, e non ai 2 punti,
hai ragione, anche se l'articolo completo toccava anche il tuo punto 1, ne converrai.
il belloso ha scritto: non sono d'accordo ma grazie per il link, articolo interessante,
su cosa non sei d'accordo? quali punti ti convincono meno e perché?
il belloso ha scritto: sia la mia nota sia l'articolo esulano fiat e lavoratori dal poter essere considerati responsabili della situazione, bon, contenti tutti quindi
direi proprio di no, l'articolo era una replica al discorso generale sulla globalizzazione, la mia personale posizione specifica sulla "situazione" è: lo stabilimento di pomigliano andrebbe ceduto dalla fiat allo stato (come contropartita dei tantissimi aiuti e incentivi che tuttora fiat riceve dall'italia) o ai lavoratori e riconvertito a produzioni sensate (quindi non la panda); così com'è non serve a niente e a nessuno.
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il belloso ha scritto:
1 - é evidente che la situazione attuale non è più quella di 50 anni fa, la produzione non è obbligata a rimanere in italia, i diritti in altri stati sono di certo inferiori ed alle aziende conviene investire all'estero; in questa situazione poco valore darei alla fiat, che è un'azienda come un'altra, e se la consideriamo italiana facciamo solo del romanticismo, da quando i mercati sono aperti non esiste il concetto di italiano o meno, esiste solo il concetto di costi, le aziende non sono persone e non ragionano con passione o senso di appartenenza. (ci sono delle eccezioni dove le aziende sono a conduzione famigliare, la fiat non è più così da parecchio tempo).

Da quando la situazione è diventata questa i diritti non sono più un problema nazionale, non è più un problema tra contratti a progetto e dipendenti, perché se c'è l'alternativa altrove il confronto viene fatto con l' "altrove".
scusate se mi intrometto, ma non sono daccordo con questo punto.
in particolare sul romanticismo del considerare italiana la fiat.

per due motivi:
1- la fiat è italiana perchè il suo brand e la sua immagine fanno di tutto per far passare questo messaggio.
che lo sia o meno, è quello che lei vuole far credere di essere.
le conseguenze sul piano mediatico e della percezione dei consumatori (che sono anche i contribuenti) sono quelle che vediamo.

2- quando la fiat è stata in crisi è lo stato italiano che ha, da sempre, finanziato per tappare falle.
prima regola delle aziende: comanda chi mette i soldi.
la fiat è italiana.
anzi, la fiat è un ente pubblico.
mio signore dell'elasticità mentale, fa che si capisca che c'è dell'ironia
Ultima modifica di baol il 21/07/2010, 9:05, modificato 1 volta in totale.
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L'uomo capisce tutto.
Tranne le cose perfettamente semplici.

errare è umano, correggere lecito, cliccare invia prima d’aver ricontrollato è ma porca tr°i@ che figura di m.rd@.
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3- la fiat è italiana perchè ha la sede legale in Corso Agnelli 200 a Torino
Ultima modifica di labbio il 21/07/2010, 12:01, modificato 1 volta in totale.
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romantici :)

(Q, appena mi libero rispondo)
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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
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è la copertina del manifesto, sui giornali mainstream non ne trovo traccia.
il tunisino Ben Asri Sabri, 32 anni, si è rifugiato da 3 notti sul tetto del Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) di Torino per evitare di essere espulso, perché in quanto detenuto da 6 mesi in vari CIE italiani alla mezzanotte di oggi sarebbe stato libero.
scrivo sarebbe perché stamattina, alle 7, i vigili del fuoco l'hanno tirato giù e adesso lo rimanderanno in Tunisia.
questa notizia la leggo dal quotidiano antifrastico (e in questo caso davvero tragicamente ironico) Libero.

questo articolo de La Stampa che intervista gli abitanti della zona del CIE, i quali si lamentano delle proteste dei manifestanti solidali con i detenuti, è da antologia.
chissà perché mi risuonano le parole di labbio:
labbio ha scritto:Fino a qualche anno fa mi ero sempre chiesto come fosse stata possibile la salita al potere di personaggi come Hitler e Mussolini.
rispondo con De André
anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti
anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti
Ultima modifica di Q il 22/07/2010, 10:12, modificato 1 volta in totale.
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Bertolaso chiede 60 mila euro di danni a Frigidaire.
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Gino Strada: 'Oggi riapriamo Lashkargah'

Gino Strada racconta le tappe che hanno portato alla riapertura della struttura, dopo una lunga trattativa che ha visto come protagonista la politica afgana, le pressioni militari, la caparbietà di Emergency.
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in Germania i cinghiali sono spesso radioattivi.

a livelli tali (7.000 becquerel per chilo contro il limite di 600) che dal 2007 la Germania rimborsa i cacciatori in caso di superamento del limite da parte della loro preda, l'anno scorso sono stati pagati più di 400mila euro. la cosa è talmente nota che solo in Baviera ci sono 70 centri di misurazione della radioattività, a disposizione di cacciatori e agricoltori.
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...perchè i cinghiali, come i maiali, mangiano di tutto...criptonite compresa!
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labbio ha scritto:I licenziamenti di Fiat si possono leggere in maniera differente.

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