Per non far marcire in partenza il topic saturandolo con i miei mille ridondanti trip, in effetti ho preferito restare sul vago, nel primo post, e può darsi sia stata quindi anche fuorviante. Comunque sia, per
efficacia, credimi, non avevo in testa discorsi commerciali (share, etc). Affatto. Anzi, quando qualcuno mi parla di 'ste cose devo trattenere la nausea, io. Ma questo è un altro discorso.
Quello che dici è interessante, ma per me non è una risposta.
In verità non sono d'accordo per nulla su un punto: non credo che qualsiasi storia/idea possa essere raccontata con ogni mezzo. Al contrario, sono convinta che il mezzo faccia parte dell'idea in sé. Se uno stesso soggetto funziona con mezzi diversi, infatti, nel momento in cui viene trasposto da, per esempio, un libro a un film, ecco, in quel momento il soggetto cambia, in qualche misura. L'idea stessa cambia. Il libro è un'idea, il film sarà un'altra idea. Quindi, quando si ha un'idea, bisognerebbe decidere attentamente il mezzo che si sceglie. Ci sono degli elementi che sono intrinsechi nel mezzo e influiscono sull'idea stessa.
Ho detto "idea" 67 volte in 2 righe, ma va be'. Ideaideaideaidea!!!!!
Tornando all'efficacia e al discorso della diffusibilità di un'opera, come dicevo, non mi riferisco all'aspetto commerciale.
Il punto è un altro e riguarda in modo piuttosto specifico un certo tipo di lavori "divulgativi".
Esempio. Ho un trip tutto da incubo? Bon, probabilmente non ho l'esigenza di convincere tutti che, come me, devono avere una paura compulsiva dei canguri blu, no? (Perdonate il ragionamento grezzo). Quindi posso privilegiare l'idea in sé, un po' come dicevi tu. Chissenefrega se non comunico a tutti, comunicherò a chi ha quel tipo di sensibilità lì.
Altro esempio. Vengo a sapere di una gravissima situazione sociale nella periferia della mia città, mi rendo conto che nessuno ne sa niente e voglio assolutamente far aprire gli occhi su questa faccenda. Qui la priorità non è più la mia idea in senso stretto, qui il punto è che vuoi far sapere a tutti cosa sta succedendo. Quindi ecco documentari come quelli di Micheal Moore, così sensazionalistici...
Specifica: mica è detto che un documentario debba sempre avere quegli obiettivi lì, non tutti devono essere divulgativi, ovvio. Ora però parlavo di quelli.
...Coincidenza vuole che anche io ero tentata di ritornare su questo topic, perché ieri ho visto un documentario che mi è piaciuto molto, anche dal punto di vista della problematica di questo topic.
Guarda caso, si tratta di un documentario che ha la struttura di un film: come un film ci fa seguire la storia (anzi, le tre storie) di cui parla.
Si chiama
Divine, è di Chiara Brambilla, una regista di ventott'anni.
Ha seguito tre bambine che fanno le modelle, quindi casting su casting, selezioni per le sfliate, rapporto coi genitori, coi compagni di classe. C'è dentro la Vera Italia® (come direbbe McA), ma, ancora per un pochino, anche lo sguardo non dico innocente, ma non filtrato e autocensurato di tre ragazzine di dieci anni. Si è mantenuta un po' di poesia e bellezza, perché hanno usato il punto di vista delle bambine. O ci hanno provato.
Domani lo danno sul canale satellitare Cult.
A rischio di generalizzare, aggiungo: donne, appuntatevelo, vi piacerà/vi interesserà.
Chissà che non abbiate nipotine a cui mostrarlo. Forse ci sono concetti che possono arrivare anche a loro. (Ecco cosa intendo per
efficacia...)