La cosa bella di tante culture giovanili è proprio l'ingenuità, e non parlo dell'affetto un po' nostalgico e un po' paternalistico che si può provare vedendo dei giovani e giovanissimi in un video di trent'anni fa: cinque anni fa mi è capitato di realizzare un microdocumentario su una crew hip hop cremonese, e dicevano
gasta ha scritto: ↑02/12/2013, 17:25le stesse identiche cose che dicono tutti gli altri gruppi
Penso che la componente sincera del malessere espresso da tante di queste «bande giovanili», come si diceva, sia significativa quanto quella simulata: lo pseudometallaro con la erre moscia che dice «Solo quando ci provocano, ci possiamo arrabbiare» sta
recitando la parte del metallaro che si può arrabbiare se provocato, il che, in un certo senso, è perfetto. Confuso, per dirla con Gasta, ma perfetto.
Detto ciò, io sono sempre felice di vedere testimonianze come questa, nel suo piccolo, epocale. L'unica "subcultura" (ma chiamandola così mi pare di nobilitarla) giovanile degli anni Ottanta sulla quale non mi viene voglia di documentarmi, e probabilmente faccio male, è quella dei paninari. Credo dipenda dal fatto che, nonostante anche i paninari ascoltassero musica, essa non era il punto nodale della questione "essere un paninaro".
Io sono un rocker ma mi sono sempre piaciuti i mod e i punk e gli heavy metal e i rockabilly (tranne quelli nazisti), e non mi sono mai sentito guardato male o con disprezzo per via dei capelli lunghi o dei jeans a zampa. Sarà che si vede che sono un bravo ragazzo, oppure sarò sempre stato molto fortunato, o poco attento alle reazioni altrui.
Il video, che dichiara 15:30 di durata, a me si interrompe a 11:17 su un fermo immagine dello pseudometallaro con la erre moscia di cui sopra.