Eh sì, a Roy non sfugge nulla: ho seguito il suo approfondimento subito dopo aver visto il film.
E visto che Menarini sostiene la tesi secondo cui l'oggetto filmico vada analizzato anche in relazione al testo di cui è adattamento, ne approfitto per ricostruire la storia della versione italiana del libro
Poor Things dell'autore scozzese Alasdair Gray: il volume uscì per Marcos y Marcos, prima come
Poveracci! (con il punto esclamativo malandrino, assente in originale, che tuttora ci trasciniamo) e poi come
Vita e misteri della prima donna medico d'Inghilterra (titolo arbitrario anzichenò). In tempi recenti, Safarà Editore ha rimesso parzialmente le
cose (appunto) a posto, ripubblicando il romanzo con titolo
Povere creature! e copertina
indipendente, a cui però adesso è stata aggiunta la fottuta sovracopertina esterna sfoderabile che, dal punto di vista grafico, riprende il film.
La domanda, in sintesi, resta: perché?
La domanda, per esteso, resta: perché non sono io a decidere i titoli italiani di qualsiasi opera dell'ingegno umano? Farei un lavoro del tutto fedele e del tutto anticreativo, giuro.