mostrillo ha scritto: ↑24/04/2006, 13:18splendida la scena iniziale con un bellissimo piano sequenza di almeno 10 minuti... io ero ipnotizzata
Grande osservazione, Mostrillo, è davvero una danza ipnotica... Il primo stacco di montaggio arriva sull'esplosione dell'automobile.
mostrillo ha scritto: ↑24/04/2006, 13:18ah... giusto per evitare commenti futuri... il cellulare che squillava nella mia borsa NON ERA MIO, ma di quel giocherellone di tyler durden...
Lo so, lo so...
Altri commenti su questa stupenda pellicola?
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
Oltre al celeberrimo e didattico piano sequenza, questa pellicola è magnifica per la sua teatralità. Le inquadrature deformi e grottesche di Quinlan, le ombre tagliate con il coltello sono immagini quasi espressioniste, molto didascaliche e che spesso non necessitano di un vero e proprio dialogo compiuto. Il mio film preferito da sempre.
I McA.
P.S.: Secondo me, il terribile doppiaggio è figlio del restauro di una decina d'anni fa e alcune voci erano nettamente fuori luogo. M'aspettavo che da un momento all'altro Heston mi parlasse del magnifico mantello striato delle antilopi del Sudan.
Prostataingrossata ha scritto: ↑24/04/2006, 14:59P.S.: Secondo me, il terribile doppiaggio è figlio del restauro di una decina d'anni fa e alcune voci erano nettamente fuori luogo. M'aspettavo che da un momento all'altro Heston mi parlasse del magnifico mantello striato delle antilopi del Sudan.
Parlava con la voce di quello di Beautiful. Quinlan, mi pare, era doppiato da Arnoldo Foà.
D'altra parte, il doppiaggio originale doveva essere deliziosamente retrò, ed è stato un peccato non mantenerlo.
Prostataingrossata ha scritto: ↑24/04/2006, 14:59Le inquadrature deformi e grottesche di Quinlan
Che assomigliava tragicamente al mio direttore di produzione... Ugualmente disgustoso...
Prostataingrossata ha scritto: ↑24/04/2006, 14:59P.S.: Secondo me, il terribile doppiaggio è figlio del restauro di una decina d'anni fa e alcune voci erano nettamente fuori luogo. M'aspettavo che da un momento all'altro Heston mi parlasse del magnifico mantello striato delle antilopi del Sudan.
Be', dai, poteva anche uscirsene con un "Uliveto e Rocchetta. Puliti dentro, belli fuori" o rivolgersi alla moglie Susan chiamandola Brooke o Taylor...
Devo ancora documentarmi su questa questione, ma mi state convincendo.
Mi viene ad esempio in mente quella battuta in cui viene detto "figlio di putt@n@".
Mi pare difficile che l'adattamento italiano originale del '58 prevedesse un'espressione sì tanto colorita.
Sta di fatto che questo restauro dà ettolitri di nuova linfa vitale alla pellicola. L'edizione originale, che girava in televisione fino a pochi anni fa, era messa veramente male nel bianco e nero, negli sfarfallamenti, negli stacchi ecc.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
personalmente mi ha angosciato assai. i film degli anni '50 che mi è capitato di vedere sono sempre parecchio disturbanti, vedi questa rassegna, ma anche "Il seme della violenza", i film di fantascienza stile "L'invasione degli ultracorpi" o i primi Kubrick, alla faccia dell'epoca d'oro. beninteso: davvero bello.
ecco, purtroppo o per fortuna, non so, spesso l'angoscia narrativa era spezzata da gag tipo "sai cos'è la marijuana? e l'eroina?" o "se la iniettano IN VENA!". sic
McA, il "figlio di putt@n@" che intendi è quello detto nello schedario della polizia americana, vero? Certo.
anche a me ha colpito e mi sono posto la stessa domanda.
Per quanto riguarda le "gag" a cui fa riferimento Q non condivido. per quanto i musicisti jazz e i portoricani frequentassero abitualmente le droghe il resto delle persone non aveva una grande conoscenza dell'argomento. è normale quindi che in un film del '58 la marijuana venga presa come un elemento un po'alieno e che lo sceneggiatore decida di avere un atteggiamento più propedeutico nei confronti del pubblico.
McA, il combattimento tra i manichini e il dialogo tra i pozzi di petrolio. forse due tra le scene, anni cinquanta, più belle.
La rassegna American Drama si è chiusa con il bellissimo (e apprezzatissimo) La gatta sul tetto che scotta.
Ringrazio il C.S.A. Kavarna, il Centro Musica e tutti gli spettatori dei quattro film.
I love you all!
I love cinema!
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.