eccoli che pensano male.
no, davvero, pensate al concetto di buco. è stranissimo.
il buco non esiste. è il nulla.
ma esiste, altrimenti non gli avremmo dato un nome.
è un'assenza, un vuoto.
ma del quale vediamo il contorno.
il buco comincia a esistere nel momento in cui ne cogliamo la fine
se non vediamo il limite il buco non c'è,
c'è solo il nulla,
che non c'è,
poi c'è qualcosa
e allora ecco anche il buco.
Lo spazio filosofico: il buco
Moderatore: .ferro
il buco non esiste.
la distinzione utile fra "spazio positivo" e "spazio negativo"chiarifica la questione: in uno spazio a due dimensioni (nel quale noi esperiamo tramite la vista, indiscutibilmente senso primario) esistono due tipi di figure. La spazio negativo è nella maggioranza dei casi associato allo sfondo, lo spazio positivo alle figure che lo popolano.
quando una figura positiva crea al suo interno uno spazio chiuso, questo spazio (ovviamente negativo) è chiamato "buco".
ma non è nulla in realtà.
la cosa si fa più interessante nel caso in cui spazio positivo e negativo siano nettamente arbitrari.
la cosa diventa suprema quando ci si rende conto che la scelta fra positivo e negativo è sempre arbitraria, anche se a seconda dei casi in maniera più o meno diretta.
la distinzione utile fra "spazio positivo" e "spazio negativo"chiarifica la questione: in uno spazio a due dimensioni (nel quale noi esperiamo tramite la vista, indiscutibilmente senso primario) esistono due tipi di figure. La spazio negativo è nella maggioranza dei casi associato allo sfondo, lo spazio positivo alle figure che lo popolano.
quando una figura positiva crea al suo interno uno spazio chiuso, questo spazio (ovviamente negativo) è chiamato "buco".
ma non è nulla in realtà.
la cosa si fa più interessante nel caso in cui spazio positivo e negativo siano nettamente arbitrari.
la cosa diventa suprema quando ci si rende conto che la scelta fra positivo e negativo è sempre arbitraria, anche se a seconda dei casi in maniera più o meno diretta.
Ultima modifica di Prof._Anteguerra il 28/10/2005, 20:42, modificato 1 volta in totale.
A lezione di storia della filosofia il mio prof usa spessissimo citare l'etimologia delle parole chiave sulle quali si disquisisce. E quando non ho la piu' pallida idea di qualche concetto ne cerco l'etimologia sul dizionario (online perche' cartaceo non ce l'ho), quindi nel dubbio ve la posto.

Secondo me il buco esiste. Non so se ho ben capito la storia dello spazio positivo e negativo... ma non penso che il buco non esista. Cioe'... secondo me il buco e' il contorno-limite-positivo che potrebbe contenere qualcos'altro di non necessariamente positivo. Dentro un buco puoi trovare un nuovo contesto positivo con altri "buchi" come puoi trovare un non-contesto.
In un muro la finestra e' un buco che da di fuori, ma un buco al quale mi aspetto di trovare qualcos'altro e al quale mi propongo a doppio senso.
In un cesso il buco e' anch'esso qualcosa che da di fuori, ma un buco al quale non mi aspetto di trovare niente e al quale mi propongo a senso unico.

Cioe' mi piacerebbe capire la differenza tra guardare dal buco e guardare nel buco.
Mi intrippa la filosofia ma sono nuovo al suo linguaggio e non riesco ancora ad astrarre tanto, non sfottetemi

Secondo me il buco esiste. Non so se ho ben capito la storia dello spazio positivo e negativo... ma non penso che il buco non esista. Cioe'... secondo me il buco e' il contorno-limite-positivo che potrebbe contenere qualcos'altro di non necessariamente positivo. Dentro un buco puoi trovare un nuovo contesto positivo con altri "buchi" come puoi trovare un non-contesto.
In un muro la finestra e' un buco che da di fuori, ma un buco al quale mi aspetto di trovare qualcos'altro e al quale mi propongo a doppio senso.
In un cesso il buco e' anch'esso qualcosa che da di fuori, ma un buco al quale non mi aspetto di trovare niente e al quale mi propongo a senso unico.

Cioe' mi piacerebbe capire la differenza tra guardare dal buco e guardare nel buco.
Mi intrippa la filosofia ma sono nuovo al suo linguaggio e non riesco ancora ad astrarre tanto, non sfottetemi
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Il buco esiste quanto esiste lo zero.
O.
Il buco non esiste quanto non esiste lo zero.
Secondo la mia testa, un'assenza e' una presenza, inevitabilmente (ne percepiamo la mancanza).
Quindi, anche se non e' palpabile ed e' una soluzione mentale per comprendere meglio una forma, beh, esiste, eccome!
O.
Il buco non esiste quanto non esiste lo zero.
Secondo la mia testa, un'assenza e' una presenza, inevitabilmente (ne percepiamo la mancanza).
Quindi, anche se non e' palpabile ed e' una soluzione mentale per comprendere meglio una forma, beh, esiste, eccome!
esiste l'oggetto bucato. non esiste l'oggetto buco. esiste il concetto di buco.
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Il passaggio logico-ontologico presuppone che una cosa pensabile sia esistente. Ma non è così.
L'esistenza mentale non necessariamente deve/può avere un corrispettivo in altre forme di esistenza.
Vedi il concetto di chimera opposto all'esistenza della chimera.
Filosofia da prima liceo, lo so.
L'esistenza mentale non necessariamente deve/può avere un corrispettivo in altre forme di esistenza.
Vedi il concetto di chimera opposto all'esistenza della chimera.
Filosofia da prima liceo, lo so.
Ultima modifica di McA il 17/11/2012, 16:10, modificato 1 volta in totale.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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Raga, buco o non buco, da quello che scrivete, vi fumate della roba fantastica....
Se mi vien voglia di provare, so a chi rivolgermi...
scusate l'O.T. ma non ho resistito... cmq siete forti...
Se mi vien voglia di provare, so a chi rivolgermi...
scusate l'O.T. ma non ho resistito... cmq siete forti...
Non esistono domande stupide. Solo le risposte possono esserlo.
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Fallacia o no, secondo me esiste.
Esiste come esiste il concetto di parallelo, perpendicolare o di bisettrice.
Anzi, esiste come esistono i tasselli di tetris...
Esiste come esiste il concetto di parallelo, perpendicolare o di bisettrice.
Anzi, esiste come esistono i tasselli di tetris...
ma il mistero del buco è più complesso, perchè c'è e non c'è.
la chimera deve esistere perchè la immaginiamo, ma resta il fatto che io non l'ho mai vista.
il cerchio perfetto non esiste, ma di quasi cerchi, di cui posso calcolare il quasi-diametro e la quasi-circonferenza, ce ne sono a trilioni.
il buco è lì in quanto tale, ognuno di noi può identificarne decine guardandosi intorno, e quelli che vede sono buchi veri, non approssimazioni o miti.
eppure il buco non esiste, è intangibile.
abbiate ancora un po' di pazienza e seguitemi.
l'etimo della parola buco, riportato da Panda (ventre e anche stiva della nave) mi ha fatto pensare ai nostri buchi, quelli del corpo umano.
la bocca è incontestabilmente un buco rispetto al nostro corpo, giusto?
lo stesso dicasi per l'altra estremità, l'ano.
bocca e ano sono interruzioni della nostra continuità.
ma bocca e ano sono collegati da altri buchi (o tubi): esofago, stomaco, intestino non fanno altro che scavare un tunnel al nostro interno.
ma rispetto alla montagna la parete del tunnel è l'esterno.
allo stesso modo lingua, esofago, stomaco e intestino sono fuori da noi.
quando "ingeriamo" qualcosa non lo mettiamo dentro di noi, ma lo nascondiamo in un altro "fuori".
la chimera deve esistere perchè la immaginiamo, ma resta il fatto che io non l'ho mai vista.
il cerchio perfetto non esiste, ma di quasi cerchi, di cui posso calcolare il quasi-diametro e la quasi-circonferenza, ce ne sono a trilioni.
il buco è lì in quanto tale, ognuno di noi può identificarne decine guardandosi intorno, e quelli che vede sono buchi veri, non approssimazioni o miti.
eppure il buco non esiste, è intangibile.
abbiate ancora un po' di pazienza e seguitemi.
l'etimo della parola buco, riportato da Panda (ventre e anche stiva della nave) mi ha fatto pensare ai nostri buchi, quelli del corpo umano.
la bocca è incontestabilmente un buco rispetto al nostro corpo, giusto?
lo stesso dicasi per l'altra estremità, l'ano.
bocca e ano sono interruzioni della nostra continuità.
ma bocca e ano sono collegati da altri buchi (o tubi): esofago, stomaco, intestino non fanno altro che scavare un tunnel al nostro interno.
ma rispetto alla montagna la parete del tunnel è l'esterno.
allo stesso modo lingua, esofago, stomaco e intestino sono fuori da noi.
quando "ingeriamo" qualcosa non lo mettiamo dentro di noi, ma lo nascondiamo in un altro "fuori".
Rispolverando la mia tesina della maturità in cui avevo trattato la logicità acuta del paradosso di Russell autologico-eterologico, secondo me si potrebbe applicare al concetto di vuoto, di conseguenza di "buco":
"Cominciamo ad esplorare il Paradosso nella sua versione linguistica.
Innanzitutto osserviamo che possiamo distinguere gli aggettivi in due
gruppi: quelli che si applicano e quelli che non si applicano a se stessi; per
esempio l’aggettivo ‘breve’ è breve mentre l’aggettivo ‘lungo’ non è lungo.
Chiamiamo ‘autologici’ gli aggettivi del primo tipo ed ‘eterologici’ quelli del
secondo. È chiaro che ogni aggettivo debba appartenere ad una ed una sola
delle due categorie; infatti per il Principio del terzo escluso o è vera la proposizione
“X è autologico” o è vera la sua negazione “X non è autologico” (che
equivale a “X è eterologico”) mentre per il Principio di non contraddizione
una sola delle due può essere vera. Adesso osserviamo che ‘autologico’ ed
‘eterologico’ sono essi stessi degli aggettivi ed ha quindi senso chiedersi a
quale delle due categorie appartengano.
Analizziamo l’aggettivo ‘eterologico’. Se ‘eterologico’ fosse eterologico ciò
significherebbe che ‘non si applica a se stesso’ e quindi non sarebbe eterologico,
viceversa se ‘eterologico’ fosse autologico ciò significherebbe che ‘si
applica a se stesso’ e quindi sarebbe eterologico (ovvero non sarebbe autologico).
In ognuno dei due casi si giunge ad una contraddizione e quindi le
ipotesi che l’aggettivo ‘eterologico’ sia eterologico oppure sia autologico devono
essere entrambe rigettate; ma per il Principio del terzo escluso ciò è
impossibile!
Il che significa che l’aggettivo ‘eterologico’ non è né eterologico né autologico;
affermazione ovviamente insensata.
In definitiva il solo fatto di aver definito l’aggettivo ‘eterologico ’, cosa di
per se naturale e apparentemente innocua, ci porta ad una contraddizione;
se ne dovrebbe dunque dedurre l’impossibilità di definire un tale aggettivo!!!"
Di conseguenza se noi definiamo vuoto come una parola autologica, esso non ha ragione di esistere in quanto la "riempiamo" di significato, mentre se gli attribuiamo un aggettivo eterologico essa ha comunque la valenza "vuoto" ma il concetto è sostanzialmento svuotato della logica di essere appunto "vuoto".
Quindi "buco" è "buco" se non ha il significato di buco, altrimenti non esiste.
"Cominciamo ad esplorare il Paradosso nella sua versione linguistica.
Innanzitutto osserviamo che possiamo distinguere gli aggettivi in due
gruppi: quelli che si applicano e quelli che non si applicano a se stessi; per
esempio l’aggettivo ‘breve’ è breve mentre l’aggettivo ‘lungo’ non è lungo.
Chiamiamo ‘autologici’ gli aggettivi del primo tipo ed ‘eterologici’ quelli del
secondo. È chiaro che ogni aggettivo debba appartenere ad una ed una sola
delle due categorie; infatti per il Principio del terzo escluso o è vera la proposizione
“X è autologico” o è vera la sua negazione “X non è autologico” (che
equivale a “X è eterologico”) mentre per il Principio di non contraddizione
una sola delle due può essere vera. Adesso osserviamo che ‘autologico’ ed
‘eterologico’ sono essi stessi degli aggettivi ed ha quindi senso chiedersi a
quale delle due categorie appartengano.
Analizziamo l’aggettivo ‘eterologico’. Se ‘eterologico’ fosse eterologico ciò
significherebbe che ‘non si applica a se stesso’ e quindi non sarebbe eterologico,
viceversa se ‘eterologico’ fosse autologico ciò significherebbe che ‘si
applica a se stesso’ e quindi sarebbe eterologico (ovvero non sarebbe autologico).
In ognuno dei due casi si giunge ad una contraddizione e quindi le
ipotesi che l’aggettivo ‘eterologico’ sia eterologico oppure sia autologico devono
essere entrambe rigettate; ma per il Principio del terzo escluso ciò è
impossibile!
Il che significa che l’aggettivo ‘eterologico’ non è né eterologico né autologico;
affermazione ovviamente insensata.
In definitiva il solo fatto di aver definito l’aggettivo ‘eterologico ’, cosa di
per se naturale e apparentemente innocua, ci porta ad una contraddizione;
se ne dovrebbe dunque dedurre l’impossibilità di definire un tale aggettivo!!!"
Di conseguenza se noi definiamo vuoto come una parola autologica, esso non ha ragione di esistere in quanto la "riempiamo" di significato, mentre se gli attribuiamo un aggettivo eterologico essa ha comunque la valenza "vuoto" ma il concetto è sostanzialmento svuotato della logica di essere appunto "vuoto".
Quindi "buco" è "buco" se non ha il significato di buco, altrimenti non esiste.
bene bene. molto interessante.
ma il buco non è una parola (non solo).
approccio scientifico:
il buco non esiste perchè non esiste il non-buco.
niente è compatto.
a livello atomico ogni particella di materia è infinitamente lontana da quella successiva: se il nucleo atomico fosse una mela al centro di un campo di calcio, gli elettroni più vicini girerebbero sulle righe di quel campo.
ma il buco non è una parola (non solo).
approccio scientifico:
il buco non esiste perchè non esiste il non-buco.
niente è compatto.
a livello atomico ogni particella di materia è infinitamente lontana da quella successiva: se il nucleo atomico fosse una mela al centro di un campo di calcio, gli elettroni più vicini girerebbero sulle righe di quel campo.
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- Località: Cremona
Si, ma una cosa e' dire che un corpo e' non denso, un'altra che e' bucato, no?cudiel ha scritto: il buco non esiste perchè non esiste il non-buco.
niente è compatto.
a livello atomico ogni particella di materia è infinitamente lontana da quella successiva: se il nucleo atomico fosse una mela al centro di un campo di calcio, gli elettroni più vicini girerebbero sulle righe di quel campo.
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In pratica, cudiel, secondo queste tue teorie, ipotizzando che sia possibile, siamo, a causa di un buco, "reversibili"? Cioè, con una manovra (che finora nessuno ha mai tentato, ma che è già stata teorizzata nel film Society - The Horror) sarebbe possibile portare fuori ciò che sta dentro e viceversa?
Non esistono domande stupide. Solo le risposte possono esserlo.