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Dal greco = spazio aperto

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il belloso
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Vale la pena ordinare qualcosa via internet quando potremmo acquistarla dietro casa?
il bilancio che facciamo deve essere sempre e solo economico?
o possiamo valutare anche l'impatto ambientale e sociale delle scelte che facciamo?

Prendo come esempio il caso di Chiarezza solo perché qui si parlava di questo
per la parte sociale acquistando in Francia da un grosso centro stampa togliamo non solo vita alle piccole stamperie francesi, ma anche ai grossi e piccoli centri stampa italiani e cremonesi.
per la parte ambientale non so come voi la pensiate, ma se il pacco deve fare 950 km probabilmente inquinerà di più di quanto avreste fatto voi andando -con il tir- da casa vostra al negozietto "di fiducia"

è ovvio che io estremizzo ma se andremo avanti in questa direzione molto probabilmente ci troveremo senza lavoro in italia, ma potremo comprare i vestitini cinesi dei quali pagheremo solo il costo del trasporto e non quello della manodopera, .. e sopravviveremo tutti felici e contenti

(tengo la riflessione molto alta, e prendo l'esempio di chiarezza solo come base, anch'io ho fatto degli acquisti via internet, non vorrei fare il "moralizzatore", ma solo lasciare qualche spunto e magari aprire una discussione seria su questi temi)
Ultima modifica di il belloso il 17/12/2013, 1:27, modificato 2 volte in totale.
"I fatti?" proferì nuovamente. "Signor Franklin, prenda ancora un sorso di groge si riprenderà dalla debolezza di credere ai fatti! Gioco sleale, signore!"
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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
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Belloso, il tuo punto di vista lo capisco ma non lo condivido.
Per gli scooterboys ci siamo forniti da aziende di Roma, tedesche e canadesi.
Se vuoi il meglio, il meglio non lo puoi avere sotto casa.
Non solo: le magliette a roma ci costano meno della meta' rispetto a Cremona, i flyer un decimo e sono fatti meglio.
Non mi sento in colpa per questo, affatto.
Anche se probabilmente hai ragione tu: l'economia locale va a fottersi e si inquina.
Ma perche' l'utente dovrebbe fare scelte controproducenti?
Perche' l'economia locale non favorisce utenti locali?

Il trasporto incide sull'ambiente. Ma se si utilizzassero meglio i treni merci di sicuro inciderebbe di meno...
Ultima modifica di gasta il 17/12/2013, 1:27, modificato 2 volte in totale.
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cat, belloso, come gli italiani comprano dai francesi, così i francesi possono comprare dagli italiani, non è automatico che siano gli italiani a perdere il lavoro.
abbiamo il web, l'euro e i trattati di schengen che agevolano la circolazione delle merci, non approfittarne sarebbe poco furbo.
certo, se per risparmiare un euro devo far fare al mio CD un viaggio di millemila km, magari posso pensare di andare per negozi, ma il CD che trovo in negozio si è fatto cmq un bel po' di strada, non l'hanno mica prodotto nella cantina.
il concetto di km 0 riguarda la produzione, non che devo comprare al negozio più vicino a casa, anche se costa il triplo...

se ci fosse un negozio di CD in cui mi stampano il disco e il libretto su richiesta usando gli mp3 favorirei quello, un po' come interflora per i fiori.
interflora ti manda un fiore a 1000 km perché recapita dal negozio vicino al destinatario un fiore UGUALE a quello che tu hai visto nel negozio vicino a te.
e se threadless, 80stees e gli altri negozi di tshirt online avessero un'agenzia in città che stampa la maglietta che hai scelto sul web, si risparmierebbero un sacco di menate.
altrimenti, parlando di beni non deperibili, un negozio francese o uno di cremona per l'acquirente sono uguali e tanto vale preoccuparsi del proprio portafogli.
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anche se l'ho già scritto nel primo post:
1. vorrei lasciare uno spunto di riflessione per chi si troverà a fare acquisti la prossima volta
2. e potrei essere io stesso, visto che di acquisti in internet ne ho fatti anch'io
3. non ho una posizione a prescindere su questo tema, ne tantomeno una "risposta",
come mio solito cerco di instillare il dubbio su ciò che facciamo quotidianamente, sulle posizioni che non mettiamo quasi mai in discussione (detto in altre parole faccio il cagacazzi, as usual)

tornando a tema:
gasta ha scritto: Se vuoi il meglio, il meglio non lo puoi avere sotto casa.
[cut]
Non solo: le magliette a roma ci costano meno della meta' rispetto a Cremona, i flyer un decimo e sono fatti meglio.
[cut]
Ma perche' l'utente dovrebbe fare scelte controproducenti?
Perche' l'economia locale non favorisce utenti locali?
a queste domande non sò dare risposta, come dicevo prima: lasciavo spunti.
solamente una domanda: da quando l'unica ottica dalla quale guardiamo è diventata quella del consumo?
nasciamo e moriamo consumatori ora?
Q ha scritto: cat, belloso, come gli italiani comprano dai francesi, così i francesi possono comprare dagli italiani, non è automatico che siano gli italiani a perdere il lavoro.
io infatti non parlavo di un problema di Nazioni: ho scritto che le realtà piccole, italiane e francesi, ne subirebbero danni.
Un piccolo volo pindarico utile allo scopo, è come se per far la spesa si andasse solo nei centri commerciali, o se vuoi farti fare le stampe vai in una delle 5/6 realtà che ci saranno in italia, però è anche vero che o lavori lì, o non lavori in quel settore
(senza accennare al fatto che si presuppone che l'aumento dei trasporti non venga messo in discussione)
Q ha scritto: abbiamo il web, l'euro e i trattati di schengen che agevolano la circolazione delle merci, non approfittarne sarebbe poco furbo.
questo mi sembrerebbe in linea di principio assolutamente allineato con il modello di mercato globale e con i modelli liberali e liberisti, inutile dire che io lo metto in discussione (pensavo anche qualcuno di voi in realtà), e lo faccio anche tramite questo post
ciò nonostante mi piace
il web perché permette lo scambio di dati ed informazioni,
l'euro perché se sono all'estero posso usare la mia moneta,
i trattati di Schengen perché permettono la circolazione libera delle persone
Q ha scritto: certo, se per risparmiare un euro devo far fare al mio CD un viaggio di millemila km, magari posso pensare di andare per negozi, ma il CD che trovo in negozio si è fatto cmq un bel po' di strada, non l'hanno mica prodotto nella cantina.
il concetto di km 0 riguarda la produzione, non che devo comprare al negozio più vicino a casa, anche se costa il triplo...
[cut]
altrimenti, parlando di beni non deperibili, un negozio francese o uno di cremona per l'acquirente sono uguali e tanto vale preoccuparsi del proprio portafogli.
non ho mai parlato di km0, anche perché è uno di quegli argomenti che si dà per assodato di sapere cosa sia ma secondo me pochi (me compreso) si sono documentati sul tema

il caso che prendevo io da esempio (diciamo il fatto che io mi faccia stampare le etichette in inghilterra) è la produzione di un prodotto personalizzato, come quello che proponevi te per il cd con le tue canzoni preferite;

e la domanda torna ad essere quindi quella iniziale: usiamo solo il valore economico per ponderare la scelta?

è curioso comunque vedere come siamo disposti a tenere in considerazione il problema ambientale (per prenderne uno) quando parliamo di nucleare ed energie rinnovabili, o quando dobbiamo valutare le scelte fatte da altri,
e vedere quanto siamo disposti a metterlo da parte (o metterli da parte) quando le scelte le dobbiamo fare noi (io per primo) ;)
Ultima modifica di il belloso il 17/12/2013, 1:27, modificato 1 volta in totale.
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il belloso ha scritto: 26/04/2013, 10:59
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vabbé, belloso, ma fi§@!
sei partito un po' per la tangente, 'sto post è un calderone con dentro di tutto e di più e soprattutto 1000 spunti e la dichiarazione che non ci sono risposte.
e come si fa?
chiarezza chiedeva dove far sviluppare foto senza spendere 0,40€ a stampa, su internet ha trovato a 0,01€ ma si è immediatamente preoccupata che la qualità fosse scadente, dimostrando di non usare solo il metro monetario.
ha chiesto conferme e ha ottenuto feedback positivi dimostrando l'importanza della certificazione di qualità, infine ha scelto una soluzione soddisfacente in termini di compromesso delle varie componenti qualità/prezzo/ambiente, visto che un invio dalla francia non mi pare drammatico, probabilmente le cose che ha ordinato in francia viaggeranno su rotaia fino al confine con l'italia, per dire.
direi ineccepibile.
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Q ha scritto: vabbé, belloso, ma fi§@!
sei partito un po' per la tangente, 'sto post è un calderone con dentro di tutto e di più e soprattutto 1000 spunti e la dichiarazione che non ci sono risposte.
e come si fa?
chiarezza chiedeva dove far sviluppare foto senza spendere 0,40€ a stampa, su internet ha trovato a 0,01€ ma si è immediatamente preoccupata che la qualità fosse scadente, dimostrando di non usare solo il metro monetario.
ha chiesto conferme e ha ottenuto feedback positivi dimostrando l'importanza della certificazione di qualità, infine ha scelto una soluzione soddisfacente in termini di compromesso delle varie componenti qualità/prezzo/ambiente, visto che un invio dalla francia non mi pare drammatico, probabilmente le cose che ha ordinato in francia viaggeranno su rotaia fino al confine con l'italia, per dire.
direi ineccepibile.
ti sembra stessi parlando di chiarezza? ho fatto un cappello di 4 righe per spiegare che non era così.
non sto parlando di chiarezza se non si fosse ancora capito

Q, nessuno ci obbliga a mettere in discussione le scelte che facciamo, io ci provo, tu non ti devi sentire forzato, come nessun'altro.
Ultima modifica di il belloso il 17/12/2013, 1:27, modificato 1 volta in totale.
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ho capito, ma prendevi spunto... va beh, andiamo avanti, cerco La Domanda nei tuoi post e cerco di dare la mia risposta.
il belloso ha scritto: Vale la pena ordinare qualcosa via internet quando potremmo acquistarla dietro casa?
spesso sì, in particolare non è sempre vero che quello che trovo su internet potrei trovarlo dietro casa, e anche se fosse, spesso ci guadagno (in senso lato) comprando onlain.
ovviamente ogni volta che ho comprato online ho ritenuto che ne valesse la pena, così come ogni volta che ho comprato in negozio è perché l'ho preferito all'acquisto online.
il belloso ha scritto: il bilancio che facciamo deve essere sempre e solo economico?
in effetti no e hai fatto bene a evidenziarlo: da tempo si è passati a valutare un bene non solo per il prezzo, ma anche per la qualità, è assolutamente fondamentale preoccuparsi anche della sua sostenibilità.
rock'n'roll e w il fair trade!
il belloso ha scritto: o possiamo valutare anche l'impatto ambientale e sociale delle scelte che facciamo?
dobbiamo! senza andare in paranoia ovviamente e stando attenti alle trappole del finto buonismo e verdismo di facciata.
il belloso ha scritto: da quando l'unica ottica dalla quale guardiamo è diventata quella del consumo?
nasciamo e moriamo consumatori ora?
e la domanda torna ad essere quindi quella iniziale: usiamo solo il valore economico per ponderare la scelta?
non siamo solo consumatori, ma siamo ANCHE consumatori e il prezzo non può che continuare ad avere peso in una transazione economica, non pagherò mai 100€ una banana, per dire.
Ultima modifica di Q il 17/12/2013, 1:27, modificato 2 volte in totale.
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Q ha ragione su una cosa: gli spunti di questo post sono tanti, pure troppi.
Come già accennato da Gasta, si acquista su internet non solo per risparmiare. L'anno scorso dovevo stampare delle magliette totalmente ecologiche: sia cotone che stampa. Qui a Cremona e dintorni non ho trovato nessuno. Alla fine mi sono rivolto ad una ditta vicino a Lecco che ho trovato online.

Tornando alle foto (visto che era questo l'esempio di partenza) credo che la diffusione delle macchine digitali abbia ribaltato i valori in campo. Con la pellicola era più sicuro recarsi dal fotografo sotto casa che far sviluppare e stampare da grandi gruppi. Il fotografo sotto casa metteva più cura nello sviluppo e nella stampa. Cambiava più spesso gli acidi e modificava i tempi di impressione foto per foto per correggere piccoli difetti di sotto/sovra esposizione.
Anche oggi la cura che ci mettono i piccoli fotografi è maggiore, ma dall'altra parte le grandi stamperie possono contare su macchine da stampa più moderne ed efficenti e software automatici di correzione.
Altro fattore non secondario. Con i rullini, a parte rare eccezioni, la media delle foto scattate era bassa, massimo un paio di rullini da 36. Oggi superare le 100 foto è un attimo.
Se prima far stampare sotto casa era di poco più costoso a fronte di una qualità migliore, oggi è molto più costoso e spesso la qualità è addirittura inferiore.
Ultima considerazione. Escludendo le classiche foto 12x18, anche i piccoli fotografi spesso fanno stampare fuori sede. Il loro ruolo si riduce a quello di intermediario. A mio parere per essere competivi dovrebbero offrire un servizio o una qualità che non posso trovare altrove. Se no tanto vale rivolgersi direttamente a chi esegue il lavoro, la strada che fa il prodotto è la stessa e si risparmia.

Poi ogni categoria di prodotti è un discorso a se, ma una risposta più articolata richiederebbe un post troppo lungo.
Ultima modifica di labbio il 17/12/2013, 1:27, modificato 2 volte in totale.
Tranquillo, penso a tutto io
Dicono di me: "un rompicoglioni fuori scala, un vero professionista della noia". Siete avvisati.
Non è una frisona
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il belloso ha scritto: nasciamo e moriamo consumatori ora?
Vorrei non morire da pollo.
E comunque stai citando Tyler Durden.
Ultima modifica di gasta il 17/12/2013, 1:27, modificato 1 volta in totale.
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ok, sono d'accordo anch'io, in linea di massima,
mi rimane sempre il dubbio della prospettiva a medio/lungo termine, diciamo il limite di questo meccanismo con gli anni, ma forse è presto per inserirti in tematiche di questo tipo, e rischio di andare OT sul mio OT ;-)

può aver senso porsi una distanza massima percorribile dalla merce, anche se personale e dipendente dalla merce?
(ad esempio al max 10 volte la distanza del produttore più vicino)

può aver senso porsi oltre ad un limite massimo di spesa anche un limite minimo?
ad esempio se mi vendono un cellulare a 5 euro invece dei 200 di prezzo di mercato lo compro cmq e chissenefrega del motivo per cui costa così poco?

ovvero ha senso pensare ad un prezzo minimo equivalente che noi valutiamo per tal prodotto?
Ultima modifica di il belloso il 17/12/2013, 1:27, modificato 1 volta in totale.
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Guarda, belloso, ci penso e ripenso il tuo ragionamento fa acqua.
Perche' la Cina, il Taiwan sono l'industrie manifatturiere del mondo.
Non capisco che differenza fa in termini ambientalisti comprare un telefonino a Cremona piuttosto che su internet.

A meno di vestirsi con tessuti ricavati dal proprio sterco, non vedo in tutto cio' colpe per noi che - si, mi duole dirlo - siamo consumatori, tra le altre cose. Consumatori, utenti, amanti, mariti, mogli, impiegati, disoccupati, dipendenti, indipendenti... siamo quello che vuoi. Dipende con che tono lo dici.

Io consumo e mi piace farlo. Non vedo perche' non dovrei...
Ultima modifica di gasta il 17/12/2013, 1:27, modificato 1 volta in totale.
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gasta ha scritto: Guarda, belloso, ci penso e ripenso il tuo ragionamento fa acqua
[cut]
Non capisco che differenza fa in termini ambientalisti comprare un telefonino a Cremona piuttosto che su internet.
mhh, il mio ragionamento? quale? dove?
io sto solo proponendo spunti di riflessione,
come prima risposta Q ha evidenziato che siamo anche consumatori, e quindi non siamo disposti a spendere troppo per un prodotto e Labbio ha suggerito di fare distinzione prodotto per prodotto.

secondo me non fa proprio nessuna differenza dal punto di vista ambientale
comprare un telefonino in internet o a Cremona,

se prendi quello che dicevo 2 post fa:
può aver senso porsi una distanza massima percorribile dalla merce, anche se personale e dipendente dalla merce?
(ad esempio al max 10 volte la distanza del produttore più vicino)
potresti vedere che avevo già ricalibrato la domanda, nel caso del cellulare il produttore più vicino è taiwan, mi sa

cmq non mi definirei un ambientalista, non evidenzia ciò che mi interessa.
gasta ha scritto: Io consumo e mi piace farlo. Non vedo perche' non dovrei...
come detto prima io ponevo delle domande, e la risposta giusta non c'è, c'è un'idea alla quale mi trovo più vicino, ma definirla giusta sarebbe un po' azzardato, quindi se sei orgoglioso delle tue scelte meglio di così non potrebbe andarmi, così potresti spiegarmi perché e potrei trovare pace ai miei dubbi  ;) :P
Ultima modifica di il belloso il 17/12/2013, 1:27, modificato 1 volta in totale.
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sabato ho seguito la conferenza di Fred Pearce, autore di Confessioni di un eco-peccatore (e columnist di Internazionale con la rubrica Greenwashing), che da giornalista di inchiesta ha fatto quello che piacerebbe fare a tutti: si è messo sulle tracce dei propri prodotti di consumo, dai calzini al cellulare ai fagiolini verdi del kenya.
e ha fatto scoperte molto interessanti, ad esempio "tracciando" i calzini è arrivato in una fabbrica del bangladesh in cui centinaia di donne lavorano 12/13 ore al giorno per produrre calzini e guadagnano 8 centesimi all'ora.
0,08 € per ogni ora di lavoro.
Fred ha parlato con alcune di queste donne e quando lui ha accennato al fatto che avrebbe smesso di comprare quei calzini a causa dello sfruttamento a cui aveva assistito, una donna, Aysha, si è rabbuiata e gli ha detto: - No! non smettere di comprarli! voi in occidente dovete continuare a comprare i nostri calzini e le nostre magliette!
- Ma come? ha risposto Pearce - qui ti sfruttano! (you are exploited!)
- Sì, ma grazie a questo lavoro non sono sfruttata da mio padre, mio fratello e mio marito, ho potuto allontanarmi dal mio paesotto e avere dei soldi miei
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il belloso ha scritto: può aver senso porsi una distanza massima percorribile dalla merce, anche se personale e dipendente dalla merce?
(ad esempio al max 10 volte la distanza del produttore più vicino)

può aver senso porsi oltre ad un limite massimo di spesa anche un limite minimo?
ad esempio se mi vendono un cellulare a 5 euro invece dei 200 di prezzo di mercato lo compro cmq e chissenefrega del motivo per cui costa così poco?

ovvero ha senso pensare ad un prezzo minimo equivalente che noi valutiamo per tal prodotto?
Oppure...ha senso vivere?
Io, nei limiti del possibile, cerco di fare degli acquisti "consapevoli"...al supermercato, se ci sono, prendo le banane equo solidali, prendo sempre frutta e verdura di stagione, cerco di buttare un occhio all'etichetta e, quando posso, privilegio il produttore più vicino, cerco di girare il più possibile in bici, se cambierò la macchina sicuramente non sarà un suv e magari la prenderò a metano...ecc.
Detto questo, nel frattempo, devo anche vivere.
Devo lavorare 8 ore al giorno, devo fare le pulizie in casa mia, devo fare il bucato, stirarlo, farmi da mangiare, andare ad allenamento, dormire e avere una vita sociale soddisfacente.
Non posso analizzare le implicazioni macro e microeconomiche di ogni minimo acquisto, come può essere la stampa delle fotografie della vacanza...e ti dirò di più, non posso nemmeno permettermi di pagarle il triplo solo perchè forse...magari...chissà...sarebbe meglio prenderle dal fotografo in via Palestro e non dalla mega stamperia in Francia...prendo 1100€ al mese...e devo sopravvivere anch'io...non solo il piccolo fotografo a Cremona o in Francia.
Credo che, comunque, sia sempre fondamentale il buon senso.
Ultima modifica di chiarezza il 17/12/2013, 1:27, modificato 2 volte in totale.
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Chiarezza moderata.
E sono gia' le 8.49!
BRAVA CHIAREZZA!!! Liberati dalla dipendenza del caffe'!!!  ;D

Scherzi a parte, sono davvero d'accordo con lei.
Non compro un suv perche' penso non abbia senso possedere un mezzo che consuma un litro per fare due km.
Non accendo l'aria condizionata, perche' a volte basta un ventilatore per stare meglio.

Ma col c@xxo che compro la roba equo solidale. Costa una cifra e fa cagare!
Vogliamo parlare del cioccolato equosolidale? O del Lindt 99%?

Pero' inquino. Tento di inquinare il meno possibile, ma il computer che rimane acceso tutto il giorno, la mia vespa, i diluenti per pulire il motore...
Piantero' un albero per sentirmi meno in colpa?

Sono un consumatore, dicevo, perche' non si puo' essere altrimenti.
Fai parte di studi di settore, sei una fascia di marketing da coprire. E non ci trovo niente di male in questo, perche' E' NORMALE ed e' ovunque cosi'.
Sperare nel baratto di piazza, nel 2009, mi sembra follia.
Come del resto nel comunismo piu' puro.

Sara' patetico, ma ognuno di noi costruisce la propria persona utilizzando oggetti.
Libri, occhiali, moto, vestiti, auto, hobby...
Rifiutare di essere consumatore significherebbe rifiutare di fare parte di questa societa'. Non e' cosa impossibile, ma non conosco nessuno che lo fa.