27/10/2012, 13:00
Delegazione KWMC presente, si sono visti anche volti noti di altre squadre del D.E. S.I.C.A.
Che dire. Rispetto al linguaggio del cortometraggio, il passo in più è stato fatto più no che sì, nel senso che Il dito a scatto si compone di capitoli che in sostanza sono degli episodi giustapposti e basati sulla medesima dinamica. Più che una narrazione, si sono viste cinque/sei micronarrazioni.
Esteticamente, non ho trovato cose che mi abbiano fatto pensare Be'. Viene raccontata una storia, ma gli espedienti tecnici (ma anche gli effetti speciali) erano inadeguati al linguaggio cinematografico. Questo non ha a che vedere con il non avere mezzi o il girare a budget zero, che va benissimo, ma proprio con certe scelte (a partire dalla grafica digitale) che mi sono parse non azzeccate.
Che cosa, di buono? Sicuramente il cast. Peccato per la presenza risicata di Luchino, che avrei voluto in scena per più tempo, ma in ogni caso Gianni Tedolfi (nel film, Gianni Traversi, con solo la vocale finale a differenziarlo dal Gianni Traverso del Noisy Neighbours che partecipò al D.E. S.I.C.A. 5) e, un gradino sotto, Grazia, Pego, Robi e Luchino stesso, fanno il loro, mettendo in campo buone capacità.
Altra nota positiva: fa ridere. Varie cose, pur basate su gag straviste, sono divertenti e, per come sono inserite e/o pronunciate, strappano la risata. Inoltre, la struttura in capitoli tiene un discreto ritmo per quasi tutta la durata dei settanta minuti, cosa che non è semplice.
Teatro Monteverdi riempito e bella risposta di pubblico, anche durante la proiezione in coda (il backstage).
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.