Erano aaanni che non facevo un Sogno Senza Senso come quello di stanotte.
Sostengo un provino per diventare batterista di una band, credo di genere action rock.
Il nome del gruppo è The Avanted: bruttarello forte, ma ci passo sopra e supero l'audizione.
(Il fatto che io suoni la batteria molto bene certifica il fatto che ci troviamo in un sogno.)
Il primo ingaggio è in uno di quei festival rock'n'roll estivi brianzoli o da quelle parti.
Nel backstage ci cambiamo e mi accorgo che le altre band sono parecchio svestite.
All'uscita dai camerini («Usciamo per ultimi come degli stronzi», dico io), perplessità.
Improvvisamente non ci sono palco, area pubblico o spalti, ma un'unica, grande piscina.
A quanto pare ci si tuffa in acqua per quello che è diventato un torneo di pallanuoto.
Tra l'altro, nonostante il set da pallanuoto, il concetto è percepito da me come pallamano.
E il verbo «tuffarsi» è inesatto: stiamo camminando in equilibrio su dei galleggianti.
A questo punto, la perplessità diventa spaesamento totale: tutti usciamo dall'acqua.
La gara, a squadre, consiste nell'arrampicarsi su un grande albero adiacente alla piscina.
Vince chi riesce a piazzare più uomini in equilibrio sul proprio albero, senza farlo crollare.
Non ho memoria se la storia proseguisse in altro modo o se io mi sia svegliato a quel punto.
The Avanted: una band promettente, fermata da sport verso i quali non nutro interesse.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
Spettacolare!
E, beh, la batteria è uno strumento che effettivamente richiede molto al fisico, quindi forse non è così senza senso.
Ce lo ricorda la giovane Nandi:
McA ha scritto: 04/11/2012, 12:30Senso di completezza a manetta, e solito mix di sentimenti.
Il sogno di stanotte è abbastanza sensato, ma vale la pena di fissarlo qui.
Snorky e io siamo al Cine Chaplin (anche se la conformazione della sala ricorda quelle del vecchio Tognazzi). Il protagonista del (bel) film è un uomo la cui vita è segnata dalla Cultura, soprattutto rock e cinematografica. In una scena egli riesce a risalire un pozzo sulle cui pareti di mattoni compaiono loghi di The Wall, dei Rage Against The Machine e altro. Il climax del film si raggiunge in una sequenza metacinematografica, in cui il protagonista è egli stesso al cinema a vedere un film, e grazie a ciò che sta vedendo gli si svelano alcune importanti verità. In quel momento, noto che, stranamente, proprio durante un passaggio narrativo così decisivo, alcune persone, con calma, stanno lasciando la sala. Snorky e io siamo in ultima fila o giù di lì, per cui vedo chiaramente sempre più spettatori sganciarsi, senza fretta. Non c'è un incendio né nulla di simile: il pubblico sta abbandonando in tranquillità. A quel punto, Snorky mi dice che dobbiamo andare perché, è giunta la notizia anche a noi, deve cominciare una conferenza intitolata Irene Grandi e Vevo (sì, Vevo, la piattaforma che distribuisce video musicali su YouTube). Ma come?, chiedo, allibito. Hanno organizzato una conferenza alle undici di sera? E non conoscevano la durata del film? La proiezione è cominciata alle nove puntuali, com'è possibile? Ma non ci sono ragioni: dal fondo della sala, mentre raccolgo il cappotto e faccio per andarmene, Luca Beltrami e Giovanni Schintu (ma insomma, 'sto cinema è il Chaplin, il Tognazzi o il Filo?) mi guardano desolati facendo gesti di scusa con le braccia, mentre un terzo uomo, silente, è con loro (immagino sia l'organizzatore della stramaledetta conferenza).
Mi sono svegliato con la tachicardia, l'ostia e Snorky che mi invitava ad alzarmi (oggi peraltro è capitato di dover fare una levataccia).
Parto con un tentativo di analisi.
Snorky è Snorky. Io sono io. Ma anche il protagonista del film sono io. La sala cinematografica è la somma delle tante che amo (oppure ho amato). La Cultura è la Cultura. Dati per scontati i Pink Floyd, dei Rage ho parlato e visto video di recente. Irene Grandi è Sanremo, o comunque il mio fastidio per il mainstream e il nazionalpopolare. È probabile che ricorra proprio la Grandi, contro cui io, a livello conscio, non ho nulla, proprio perché ogni tanto è considerata rock o qualcuno la definisce tale. Vevo è Vevo, cioè tutto il carrozzone di piattaforme invasive e farcite di pubblicità sul web. Il losco figuro che ha organizzato la conferenza è il Male incarnato. La conferenza è la vita stessa, che ostacola e si scontra in continuazione con il mio desiderio di Cultura.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
Qualche notte fa ho sognato di essere a cena in un ristorante con tutta la mia famiglia (mio padre, mia madre, i miei due fratelli e mia sorella) e con svariate altre persone, il tutto in un contesto molto "Quei bravi ragazzi" e molto anni '90, nel senso che tutti avevamo più o meno l'età e l'aspetto di 30 anni fa.
La cosa quriosa è che siquramente al tavolo con me c'erano: Kirk Douglas, Michael Douglas, Sal Mineo (che appariva come io immagino sarebbe potuto apparire negli anni '90 se non fosse defunto prima, quindi grasso e invecchiato e con pochi capelli, da quasi calvo), Paul Sorvino, Mira Sorvino.
Prof._Anteguerra ha scritto: 16/01/2006, 20:00siccome io sono culturale a differenza di voi sudditi
propongo un thread
in cui si elencano
i sogni fatti
a cui non sappiamo dare una risposta
oppure a cui sappiamo dare una risposta
ma che non hanno senso
Chiedo scusa nuovamente al Prof. Anteguerra; poiché, ancora una volta, il sogno che verrà annotato qui è più che sensato, e mi so pure dare più o meno una risposta.
Mi trovavo da qualche parte aperta, un evento, e McA, in uno dei suoi attuali smaglianti outfit anni Settanta, e con tanto di scintillanti occhiali da sole, afferrava una trottola di mia appartenenza. (Ho una trottola per davvero, fa pure parte del mio altarino, ma questa era diversa, era composta di due punte di pastelli grossi, opposte l'una all'altra alla base, con una rotella orizzontale nel mezzo a unirle).
Eh già, una trottola, in un sogno.
Anzi, due.
Le faceva girare, e ovviamente non smettevano.
E mi diceva: - Hehehe, aveva ragione Nolan!
McA ha scritto: 04/11/2012, 12:30Senso di completezza a manetta, e solito mix di sentimenti.
Non è che sia proprio un Sogno Senza Senso in assoluto, ma stanotte ho fatto un lungo sogno particolarmente vivido, intenso, realistico e potente e mi piace lasciarne traccia qui.
Nel sogno ero l'abitante di un condominio / comunità di quelli più all'americana che italiana / europea, anzi forse alla messicana: ampi spazi comuni frequentati dai vari residenti in totale promiscuità e spazi privati da mini-appartamento privato, di cui ognuno è totale gestore / unico residente.
In questo contesto, durante un giorno apparentemente qualunque, di colpo io e i membri della mia comunità / condominio diventavamo consapevoli che il giorno dopo gli altri esseri umani sarebbero svaniti nel nulla. Tutti. E di colpo.
Il giorno dopo tutti gli altri esseri umani erano svaniti. Tutti. Di colpo. Nel nulla.
C'eravamo solo noi. E neanche tutti e tutti contemporaneamente.
Partiva l'ovvio brutto trip del E adesso come facciamo?
Lunghi minuti (di sonno notturno) e di giornate vissute (nel sogno) di ansia, angoscia e riflessioni esistenziali.
Per fortuna nel mio sogno, man mano che le interazioni con i pochi esseri umani rimasti si diradavano, si faceva paralellamente sempre più largo la timida consapevolezza di essere in un sogno, almeno a sprazzi.
Per fortuna ancora maggiore, il sogno faceva di colpo un balzo in avanti di mesi e, prima di svegliarmi, avevo la consapevolezza che in qualche modo ce la stavamo cavando.
Questo è un sogno che ha un senso originale e inedito.
Nel sogno la mia protagonista si ritrova a fare un viaggio nel tempo per caso, cioè si ritrova in un'altra epoca senza capire come e perché.
Poi poco dopo torna indietro nel suo tempo normale.
Questa esperienza di viaggio nel tempo andata e ritorno, è per lei una sensazione fisica, come un viaggio nello spazio, infatti lei mentre passa da un tempo all'altro vola verso il basso e verso l'alto in una sorta di ascensore dei viaggi nel tempo... una cosa a metà strada tra lo Stargate e la tana del bianconiglio in cui cade Alice.
La cosa particolare è che durante il viaggio di ritorno, tra il terrore e lo shock per quello che sta succedendo, si accorge di incrociare un'altra persona che viaggia in direzione opposta in un tunnel temporale analogo a quello nel quale viene risucchiata indietro lei.
Il sogno continua con le sue vicende, ma la mia protagonista, e io con lei, sviluppa la consapevolezza di cosa sia successo e getta qualche base teorica:
- il viaggio nello spaziotempo è possibile, ma a patto di eseguire uno scambio
- per andare in un certo spaziotempo, bisogna prendere il posto di una certa persona che in quello spaziotempo esiste, e che a quel punto prende il nostro posto nel nostro spaziotempo di partenza
- questo consente di rispettare la legge di conservazione della massa, secondo cui tutto si trasforma e nulla si crea o distrugge, ovviamente estendendo la formula della meccanica classica al caso di trasformazione dell'energia nello spaziotempo, generalizzando all'universo della relatività einsteiniana
- un altro vantaggio del viaggio nel tempo così formulato, è che evita i paradossi classici tipo l'incontro con se stessi o con il viaggio precedente, i paradossi stile Ritorno al futuro I e II che sono divertenti, ma incasinano tutto troppo facilmente e rapidamente
- mentre scrivo queste note mi rendo conto che questa modalità di viaggio nel tempo, con scambio di soggettività, è quello di Quantum Leap, in cui il soggetto sostituito dal dottor Samuel Beckett ad ogni salto, si ritrova ignaro e spaventato nel laboratorio dell'esperimento, nel 1989 o giù di lì, calmato dallo staff, tipo Al Calavicci...
- ma nel mio sogno la questione viaggio con scambio si sviluppa in maniera diversa e, credo, davvero originale e affascinante
- il viaggio con scambio avviene se c'è consenso
- io posso prendere il posto di chiunque, nello spaziotempo, se la persona sostituita è d'accordo nel prendere il mio posto nel mio spaziotempo
- la protagonista del mio sogno, che ha intrapreso un primo viaggio fortuito invocando un nome e un'epoca, intuisce che questa potrebbe essere la chiave e sperimenta
- incide una nota su materiale plastico, indirizzata all'Agenzia del tempo del 3025, spiegando questa sua/mia teoria, la nasconde in una capsula del tempo in un luogo sicuro e 5 minuti dopo si ritrova di nuovo proiettata uno stargate del tempo, incrociando nel viaggio una persona sorridente che la saluta
- la protagonista del mio sogno si ritrova in una stanza del futuro, circondata da alcune persone sorridenti che la accolgono con un applauso
- il sogno si interrompe