di François Truffaut.
domani sera al Tognazzi, dalle 21:15, se va come deve in francese con sottotitoli in italiano.
chi viene? io andrò nonostante la concomitanza di Milan-Lione, come minimo sarò in compagnia di un mio collega transalpino.
della serie: 'fanculo la scaramanzia.
La mia droga si chiama Julie
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Ov còrs che ci sono!
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oui oui oui oui oui......
Non trovate che la Deneuve sembri un (bel) manichino legnoso?

Carino il film, senz'altro da vedere a livello"storico", e questo intento va a coprire con pudicizia ogni possibile commento negativo( lentezza et smaronamento etc..)
Non trovate che la Deneuve sembri un (bel) manichino legnoso?

Carino il film, senz'altro da vedere a livello"storico", e questo intento va a coprire con pudicizia ogni possibile commento negativo( lentezza et smaronamento etc..)
pinko bag m.rd@
da vedere solo a livello storico? mmmhh.
un esempio della sapienza di Truffaut:
Catherine Deneuve (CD) torna a casa da Jean Paul Belmondo (JPB), inquadrata frontalmente mentre varca la soglia, saluta JPB e si dirige verso di lui, alla sua destra, seguita dalla cinepresa in piano sequenza.
- come mai già qui? - chiede CD mentre nell'inquadratura entra JPB. Il quale , seduto al tavolo, abbattuto e silenzioso fa un cenno verso le scale, alla sua destra.
CD si dirige verso le scale facendo entrare nell'inquadratura il cadavere sul pavimento.
CD vede il cadavere solo quando questi è visto dalla cinepresa, e quindi dallo spettatore.
da qui sorpresa, - come è successo? - e bla bla bla.
Ora: nella realtà CD non avrebbe potuto non vedere il cadavere entrando, ma qui non siamo nella realtà, siamo in un film e nel racconto del film è funzionale (ai dialoghi, all'atmosfera, alle inquadrature) che CD veda il morto solo DOPO aver salutato JPB ed essersi sorpresa di trovarlo a casa.
La realtà del film è ciò che appare sullo schermo, ciò che appare ALLO SPETTATORE.
E spingendosi più in là si potrebbe affermare che CD non vede il morto perchè coperta dalla cinepresa.
------------------CD---------
JPB CINEPRESA
MORTO
SCALE
un esempio della sapienza di Truffaut:
Catherine Deneuve (CD) torna a casa da Jean Paul Belmondo (JPB), inquadrata frontalmente mentre varca la soglia, saluta JPB e si dirige verso di lui, alla sua destra, seguita dalla cinepresa in piano sequenza.
- come mai già qui? - chiede CD mentre nell'inquadratura entra JPB. Il quale , seduto al tavolo, abbattuto e silenzioso fa un cenno verso le scale, alla sua destra.
CD si dirige verso le scale facendo entrare nell'inquadratura il cadavere sul pavimento.
CD vede il cadavere solo quando questi è visto dalla cinepresa, e quindi dallo spettatore.
da qui sorpresa, - come è successo? - e bla bla bla.
Ora: nella realtà CD non avrebbe potuto non vedere il cadavere entrando, ma qui non siamo nella realtà, siamo in un film e nel racconto del film è funzionale (ai dialoghi, all'atmosfera, alle inquadrature) che CD veda il morto solo DOPO aver salutato JPB ed essersi sorpresa di trovarlo a casa.
La realtà del film è ciò che appare sullo schermo, ciò che appare ALLO SPETTATORE.
E spingendosi più in là si potrebbe affermare che CD non vede il morto perchè coperta dalla cinepresa.
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JPB CINEPRESA
MORTO
SCALE
Ultima modifica di cudiel il 05/04/2006, 20:47, modificato 1 volta in totale.
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Ma bella Cudiel.
Ultima modifica di McA il 06/04/2006, 1:53, modificato 1 volta in totale.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
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pensa te...
credevo fosse un errore..
Cmq bella l'interpretazione, Q...

credevo fosse un errore..
Cmq bella l'interpretazione, Q...

pinko bag m.rd@
A me personalmente e' piaciuto da morire questo film. Oltre a questo di Truffaut ho visto solo "Jules e Jim", quindi non mi posso esprimere in maniera assoluta, ma che mi ha colpito un sacco e' la capacita' del regista di raccontare storie d'amore sempre al di fuori dei canoni tradizionali del cinema.
Le situazioni sono sempre filtrate da un velo di poesia, viene lasciato molto spazio all'interpretazione dello spettatore, non si sente quell'urgenza di spiattellare in maniera esplicita i sentimenti assoluti, cosa che invece il cinema italiano fa spesso (sia quello dell'epoca che quello attuale).
Le situazioni sono sempre filtrate da un velo di poesia, viene lasciato molto spazio all'interpretazione dello spettatore, non si sente quell'urgenza di spiattellare in maniera esplicita i sentimenti assoluti, cosa che invece il cinema italiano fa spesso (sia quello dell'epoca che quello attuale).
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Quoto totalmente! Davvero, quel che apprezzo anch'io nei 3 o 4 film di Truffaut che ho visto... pur non intendendomene per nulla di cinema.
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Verissimo...Ma tutto questo è riferibile a tutti i registi nouvelle vague, che seguivano regole ben precise...Mostrare il reale per com'è senza spettacolarizzazione...Ecco perchè sono anche fondamentali i dialoghi...Bellissimo!!