
Sicula di Agrigento, 31 anni, capelli lunghi corvini, temperamento dirompente. E’ Giessica (sì, con la i), fino a tre anni fa legata sentimentalmente a Pietro, classe 1966, già sposato, ma di fatto, separato in casa. Quando nel novembre 2003, Giessica venne a sapere di non avere l’esclusiva, ma che, al contrario, il suo Pietro era un Casanova con altre due amanti, lo prese a sassate e gli diede una colpo di cazzuola in faccia, nel cantiere dove lui lavorava. Sono passati tre anni da allora. Ognuno per la sua strada. Sono anche tornati amici, Giessica e Pietro, ma lei ha dovuto fare i conti con la giustizia. Tre mesi di reclusione (pena sospesa), è la condanna che il giudice Massimo Vacchiano ha inflitto ieri alla donna, accusata di lesioni aggravate dall’aver usato un arnese atto ad offendere — la cazzuola — e di aver molestato Pietro nel cantiere, dove tre anni fa Giessica ‘girò’ la scena di gelosia. Sono passati tre anni da allora. Da tempo Giessica e Pietro hanno fatto pace. Di più «siamo amici e io vado anche ad aggiustarle la lavatrice». Pietro, orecchino al lobo, maniche della camicia mezze arrotolate, che lasciavano intravedere la sagoma di bicipiti ben scolpiti, Pietro ieri ha spiegato che tre anni fa, mentre stava lavorando al primo piano di un edificio in costruzione, fu assalito da Giessica. Lei «era venuta a fare casino, urlava. Mi minacciò perché frequentavo altre due donne, oltre a lei. Non voleva andarsene, mi tirò due o tre pietre sulle gambe, poi presi una cazzuolata sulla fronte. Non ho visto la cazzuola, ho preso una gran botta». Nel rincorrerla, Pietro scivolò e rimediò anche la frattura del mignolo. Andò al pronto soccorso: 7 giorni di prognosi per la ferita al naso «ma dopo quattro giorno tornai a lavorare». La versione di lei: «Fu lui il primo a tirarmi le pietre». «Sì — ha confermato Pietro —. Presi tre pezzettini di pietra e li tirai, ma non verso di lei. No, li tirai verso l’autista di un furgone in cantiere». E perché? «Volevo solo spaventarla». Sono passati tre anni da allora, ognuno per la sua strada, Giessica è sposata. Pietro aveva anche chiuso un occhio e rimesso la querela per il reato di lesioni, ma la cazzuola costituiva un’aggravante. Morale: reato procedibile d’ufficio. L’avvocato Massimo Tabaglio, legale di Giessica, ricorrerà in appello. (f.mo.)
da La Provincia di mercoledì 04/10/06