
Perché è grazie a te che ho potuto vedere le prime volte Carlo Pastore, studiarne nascostamente le mosse, l'abbigliamento, e carpirne le tecniche letterarie e di scrittura. Mi hai preso come giovanissimo co-redattore, e messo subito sui binari giusti. I Suoi.
Io me ne frego del Carlo Pastore vj. Io adoro il Carlo Pastore caporedattore di Rockit e l'uomo-tendenza dell'indie italiano.
Perché, diciamolo, se non dai all'indie un contorno -appetitoso- di moda, stile, tendenza, apparizione, l'indie è equivalente al nulla. L'indie non è niente, senza il contorno. L'indie di oggi equivale all'alternativo di ieri (degli anni '90). Alternativo a cosa? Indiependente rispetto a cosa?
Il contesto fa tutto. E Carlo Pastore dunque ecco che scrive recensioni superstilose (che spaccano il çul° e che mi diverto troppo a leggere) parlandoci di tutto meno di come suona realmente quel c@xxo di gruppo. Che magari fa proprio cagare, ma ha un'attitudine così indie-aggettivo a piacere che non si può non apprezzare.
Allo, tu sai che ho il suo numero di telefono.
Me lo desti in un momento di debolezza fisica.
Un giorno lo chiamo, c@xxo.
Intanto faccio tesoro dei suoi pezzi e tento di nobilitare un genere bistrattato e sfigato come il post-rock dandogli quell'aura di magia e stile tanto cara al nostro Carlo. E ci riuscirò, c@xxo!
Italiani brava gente!