in effetti, Grande Gila, com'è che si diventa razzisti, xenofobi o omofobi se non dando del terrone ai meridionali, del negro alle persone di colore, del frocio agli omosessuali e così via? spiegamelo che son curioso...Grande Gila ha scritto: 19/10/2007, 9:48E poi chi non ha mai dato del terrone ad un terrone.....e non è che facendo così si diventa razzisti o xenofobi.
Razzismo, xenofobia... le parole sono importanti?
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Ultima modifica di Q il 19/10/2007, 19:24, modificato 1 volta in totale.
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Q anche io sono curiosa di sentire che risponde Grande Gila però bisogna ammettere che ovunque ma proprio ovunque oggi si sentono persone di altre nazionalità o regioni meridionali d'Italia, etichettate con i peggio aggettivi come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Le stesse persone che poi chiamano un meridionale "terrone" non si reputano, spesso, dei razzisti o xenofobi. Ormai mi sembra che certi epiteti stiano entrando nel modus vivendi della nostra cultura.
No, non sto giustificando: è solo un'osservazione.
Le stesse persone che poi chiamano un meridionale "terrone" non si reputano, spesso, dei razzisti o xenofobi. Ormai mi sembra che certi epiteti stiano entrando nel modus vivendi della nostra cultura.
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e allora andiamo avanti così,tanto sono entrati nel parlato comune.
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è invece una questione di parlato comune.
sono come soprannomi o nomignoli.
ovviamente hanno un significato dispregiativo per chi sente, ma non per forza chi usa determinati aggettivi dev'essere razzista.
tende ad evidenziare le proprie origini e le proprie diversità.
esiste da sempre e esisterà sempre.
ne fà uso il cinema e la comicità, padrone ed operaio.
ripeto, a volte stà male ma a volte ci stà.
io ne faccio uso comunemente.
non me ne pento e non me ne vanto, lo faccio.
sono come soprannomi o nomignoli.
ovviamente hanno un significato dispregiativo per chi sente, ma non per forza chi usa determinati aggettivi dev'essere razzista.
tende ad evidenziare le proprie origini e le proprie diversità.
esiste da sempre e esisterà sempre.
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ah beh, se aspetti che una persona si definisca razzista o xenofoba o fascista o sessista hai voglia, siamo tutti angioletti quando parliamo di noi stessi.
secondo voi (neuz e yurgen), se ho capito bene, l'uso intenso di una parola offensiva la neutralizza.
invece IMHO è proprio quando un'offesa fa parte del "modus vivendi" che c'è da preoccuparsi.
fidati che un meridionale si incazza se lo chiami terrone, voi magari la sentite usare o la usate spesso, ma fidatevi che sono pochi quelli che la pronunciano davanti a mio padre, ad esempio.
negli USA pre Martin Luther King tutti usavano la parola nigger, di certo non tutti si sentivano razzisti, ma di fatto lo erano ogni volta che la usavano.
per uscire dai soliti esempi voglio citare la parola squaw, che noi crediamo termine indiano per "donna" (e già su indiano ci sarebbe da discutere). in realtà significa donna solo nella lingua degli algonchini, e poi è stata usata dall'uomo bianco nei confronti delle donne delle altre tribù, ma con l'accezione di "vagina" o, se preferite, "fi§@", nel modo più sessista e violento possibile.
certo, chi di noi l'ha usata non è uno stupratore di donne native-americane, ma qui c'è davvero la distanza culturale (mi viene in mente anche il termine hacker che per gli informatici anglofoni è (era) tutt'altro che dispregiativa), ma non venitemi a dire che non sapete che terrone, negro, pellerossa, frocio sono offensivi, su.
secondo voi (neuz e yurgen), se ho capito bene, l'uso intenso di una parola offensiva la neutralizza.
invece IMHO è proprio quando un'offesa fa parte del "modus vivendi" che c'è da preoccuparsi.
fidati che un meridionale si incazza se lo chiami terrone, voi magari la sentite usare o la usate spesso, ma fidatevi che sono pochi quelli che la pronunciano davanti a mio padre, ad esempio.
negli USA pre Martin Luther King tutti usavano la parola nigger, di certo non tutti si sentivano razzisti, ma di fatto lo erano ogni volta che la usavano.
per uscire dai soliti esempi voglio citare la parola squaw, che noi crediamo termine indiano per "donna" (e già su indiano ci sarebbe da discutere). in realtà significa donna solo nella lingua degli algonchini, e poi è stata usata dall'uomo bianco nei confronti delle donne delle altre tribù, ma con l'accezione di "vagina" o, se preferite, "fi§@", nel modo più sessista e violento possibile.
certo, chi di noi l'ha usata non è uno stupratore di donne native-americane, ma qui c'è davvero la distanza culturale (mi viene in mente anche il termine hacker che per gli informatici anglofoni è (era) tutt'altro che dispregiativa), ma non venitemi a dire che non sapete che terrone, negro, pellerossa, frocio sono offensivi, su.
Ultima modifica di Q il 19/10/2007, 20:05, modificato 1 volta in totale.
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Oddio no, non voglio essere proprio fraintesa su questa questione perchè diciamo... mi sta a cuore. Nel senso che io prima ho fatto solo un'osservazione. Ho detto che ci sono aggettivi dispregiativi che vengono utilizzati, oggigiorno, nei confronti del "diverso da noi" che stanno in bocca a chiunque e in ogni possibile situazione, senza che ne venga dato il giusto peso.
Io odio sentir dire "terrone".
Io odio sentir dire "frocio".
Io divento una iena se sento dire "mongoloide" o termini dispregiativi nei confronti di diversamente abili.
Io se la situazione me lo permette "correggo" il mio interlocutore che utilizza parole del genere.
Ci tengo che sia chiaro questo.
Io non uso certi termini e anzi ci sto iperattenta sia per mia formazione, sia per la mia professionalità, sia per la mia sensibilità personale.
Scusate, ci tenevo a dirlo.
______________________
Visto che si sta parlando di "parole" vi sottopongo un mio "stupido" dubbio che ancora non sono riuscita bene a chiarire e che mi crea una sorta di strano imbarazzo quando mi devo esprimere facendo giri di parole assurdi, proprio per evitare di ledere sensibilità/dignità di alcuno:
è giusto dire "di colore"?
o è giusto dire "nero"?
sarebbe meglio dire "centrafricano"?
escludo "negro".
Papale papale, voi come dite?
I primi due sono i termini che sento più spesso nominare ma secondo me non sono poi poco dispregiativi, se vogliamo mettere i puntini sulle "i" e ne facciamo una questione di colore di pelle, ci discriminiamo a vicenda. Io giallo, tu nero, io rosso ecc....
Non so....è poi sbagliato definire persone di una certa etnia a partire dalla nazionalità? Non è un aggiungere ancora più km di distanza tra noi e queste persone?
Eticamente parlando, cosa è più giusto dire?
Io odio sentir dire "terrone".
Io odio sentir dire "frocio".
Io divento una iena se sento dire "mongoloide" o termini dispregiativi nei confronti di diversamente abili.
Io se la situazione me lo permette "correggo" il mio interlocutore che utilizza parole del genere.
Ci tengo che sia chiaro questo.
Io non uso certi termini e anzi ci sto iperattenta sia per mia formazione, sia per la mia professionalità, sia per la mia sensibilità personale.
Scusate, ci tenevo a dirlo.
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Visto che si sta parlando di "parole" vi sottopongo un mio "stupido" dubbio che ancora non sono riuscita bene a chiarire e che mi crea una sorta di strano imbarazzo quando mi devo esprimere facendo giri di parole assurdi, proprio per evitare di ledere sensibilità/dignità di alcuno:
è giusto dire "di colore"?
o è giusto dire "nero"?
sarebbe meglio dire "centrafricano"?
escludo "negro".
Papale papale, voi come dite?
I primi due sono i termini che sento più spesso nominare ma secondo me non sono poi poco dispregiativi, se vogliamo mettere i puntini sulle "i" e ne facciamo una questione di colore di pelle, ci discriminiamo a vicenda. Io giallo, tu nero, io rosso ecc....
Non so....è poi sbagliato definire persone di una certa etnia a partire dalla nazionalità? Non è un aggiungere ancora più km di distanza tra noi e queste persone?
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io li chiamo "solo" persone.eventualmente,se la persona che ho davanti la conosco personalmente,la chiamo per nome.
T.V.Andy B. - Godi baby,godi. non c'è più ma lo amo lo stesso
Io di questi termini ne faccio uso,non mi vanto ovviamente,ma a volte mi incazzo con certi"terroni".mi spiego meglio; conosco un sacco di gente meridionale,alcuni di loro sono anche cari amici,ma il fatto sta che certe persone meridionali si comportano come ( si dice in piacentino),dei TARONI.Si comportano male,piagnistei,frignare,fare chiasso da ignoranti,sbraitare,alzare le mani.....in negozio ne vedo di tutti i colori e sempre da queste persone.per forza poi dico teroni
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Devo confessare la reazione viscerale che ho avuto andando al cimitero e sentirmi rispondere dal tizo: che gum sul chel niger la... che alla fine considerando l'eta' di chi mi ha risposto e' piu' che comprensibile e ha pure cercato di corrggersi non migliorando troppo la situazione.
Penso che sia principalmente una questione di rispetto e chi non dice terrone per educazione ma certi terroni son proprio terroni e ha meno di 59 anni... boh vabbe' per me e' proprio un poco troppo in la'...
Penso che sia principalmente una questione di rispetto e chi non dice terrone per educazione ma certi terroni son proprio terroni e ha meno di 59 anni... boh vabbe' per me e' proprio un poco troppo in la'...
excitable boy
Che ci crediate ho no, io ho conosciuto una ragazza nata e cresciuta in Sicilia (famiglia palermitana al 100%) capace di utilizzare l'appellativo "terrone" con assoluta serietà e senza rossori. Per motivi legati alla professione dei suoi genitori si è trovata, dai 16 anni in poi, a trasferirsi in varie città del nord. «Voi siete polentoni - mi ha spiegato - poi ci sono i meridionali, come me, e poi i terrori... certi meridionali sono proprio terroni». 
In pratica lo intendeva come sinonimo di cafone. Comunque sentirla disquisire della differenza tra "meridionale" e "terrone" in siculo stretto era spettacolare.

In pratica lo intendeva come sinonimo di cafone. Comunque sentirla disquisire della differenza tra "meridionale" e "terrone" in siculo stretto era spettacolare.
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ci sono i meridionali e i terroni
io conosco molti che sono nati al nord che sono più terroni che i meridionali
io conosco molti che sono nati al nord che sono più terroni che i meridionali
Senza andare troppo in là, non allontanandosi dagli utenti del forum, troviamo un John Felice DiLuglio, ovvero un giovanotto con forti radici siciliane. Padre, parenti stretti e tutta l'influenza e la contaminazione culturale che ne derivano. Eppure egli stesso si dimostra disinvolto nell'utilizzo della parola terrone piuttosto che nell'intolleranza nei confronti di certi comportamenti. Non ci trovo nulla di razzista. Solo è necessaria onestà intellettuale per estrapolare il motivo di un'insofferenza nei confronti di un certo tipo di persone e manifestarla anche in altri contesti.
Per esempio, se si parla male della costa pugliese e di quanto faccia schifo ogni singolo insediamento costiero, è necessario poi provare lo stesso disprezzo per il fiume di edilizia tristissima che disgusta gli occhi quando si guida per i monti bresciani.
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infatti non l'ho detto.Q ha scritto: 19/10/2007, 20:02non venitemi a dire che non sapete che terrone, negro, pellerossa, frocio sono offensivi, su.
ho solamente precisato il fatto che ne faccio uso, non sono razzista, e che sono ormai termini di uso comune.
io quelle parole le uso in presenza di diretti interessati, tuo padre non l'ho ancora incrociato

sicuramente danno fastidio ma purtroppo son cosi.alè
e poi i paragoni del passato non centrano nulla.
le parole esistono e vengono usate, si possono usare.....con testa.
è un discorso grande e complesso cmq.
Esattamente, pure io ho un amico casertano, che vive a Caserta che dice tranquillamente che loro sono terroni e noi polentoni. Senza problemi.
Poi effettivamente ci sono parole che utilizzate in determinate circostanze cambiano di significato.
E comunque credo sia ipocrita dire che "le chiamo solo persone", persone con differenti nazionalità. Buonista. Non ci ho mai creduto alla questione del "siamo tutti uguali". Non siamo tutti uguali, senza doverne fare una questione di merito, di dire cosa è meglio o no, dico che non siamo tutti uguali, se apparteniamo a una certa etnia, nazionalità...rispecchiamo anche la cultura.
Io non sono uguale a una ragazza musulmana di 23 anni.
Nemmeno a una nigeriana.
Nemmeno a una tedesca.
Nemmeno a una spagnola.
Ci sono le parole, ok. Vanno usate con la testa. Chiamare le cose con il proprio nome è anche attribuire valore e identità al tempo stesso.
Poi effettivamente ci sono parole che utilizzate in determinate circostanze cambiano di significato.
E comunque credo sia ipocrita dire che "le chiamo solo persone", persone con differenti nazionalità. Buonista. Non ci ho mai creduto alla questione del "siamo tutti uguali". Non siamo tutti uguali, senza doverne fare una questione di merito, di dire cosa è meglio o no, dico che non siamo tutti uguali, se apparteniamo a una certa etnia, nazionalità...rispecchiamo anche la cultura.
Io non sono uguale a una ragazza musulmana di 23 anni.
Nemmeno a una nigeriana.
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Ci sono le parole, ok. Vanno usate con la testa. Chiamare le cose con il proprio nome è anche attribuire valore e identità al tempo stesso.
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Le parole sono importanti!!!!!!!!!!!!!!!!
...e vanno usate tutte con coscienza. Se le offese diventano di "uso comune" è rischioso: è rischioso anche per me che le uso, perchè non tutti magari capiscono le vere intenzioni che mi spingono a chiamare "terrone" una persona e posso essere fraintesa.
Se chiamo terrone un amico di Potenza con cui sono a cena mentre ci stiamo scherzosamente prendendo in giro, gli do sicuramente un significato diverso da quello che da Borghezio nei suoi comizi. La cosa importante è che la differenza sia chiara per tutti, soprattutto per chi subisce l'epiteto.
Certo è che quando si sottolinea una caratteristica di una persona chiamandola terrona, gli si dà una connotazione negativa e quindi la situazione è più fraintendibile di quando se ne da una positiva....mah, mi sarò spiegata?
Anche se ero piccola,ricorderò sempre i 2 vecchietti in un bar di Milano che anni fa dissero: Hai sentito che al Milan sono arrivati 2 negri? Dove andremo a finire?
Beh,i 2 negri insieme al terzo olandese , ci fecero vincere qualsiasi cosa!!!!!!!!!!! Campioni!!!!!!!!!!!!!
...e vanno usate tutte con coscienza. Se le offese diventano di "uso comune" è rischioso: è rischioso anche per me che le uso, perchè non tutti magari capiscono le vere intenzioni che mi spingono a chiamare "terrone" una persona e posso essere fraintesa.
Se chiamo terrone un amico di Potenza con cui sono a cena mentre ci stiamo scherzosamente prendendo in giro, gli do sicuramente un significato diverso da quello che da Borghezio nei suoi comizi. La cosa importante è che la differenza sia chiara per tutti, soprattutto per chi subisce l'epiteto.
Certo è che quando si sottolinea una caratteristica di una persona chiamandola terrona, gli si dà una connotazione negativa e quindi la situazione è più fraintendibile di quando se ne da una positiva....mah, mi sarò spiegata?

Anche se ero piccola,ricorderò sempre i 2 vecchietti in un bar di Milano che anni fa dissero: Hai sentito che al Milan sono arrivati 2 negri? Dove andremo a finire?
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...and if your doorbell rings and nobody's there,that was no Martian....it's Halloween.
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I bresciani sono terroni.
Jami amava ripetere: "Don't forget! Words are important, for me and for you."
Quale saggezza...
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Quale saggezza...
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esatto!snorky ha scritto: 20/10/2007, 13:12Se chiamo terrone un amico di Potenza con cui sono a cena mentre ci stiamo scherzosamente prendendo in giro, gli do sicuramente un significato diverso da quello che da Borghezio nei suoi comizi.
anch'io ho un sacco di amici che si autodefiniscono scherzosamente terroni.
.LonDoN CaLliNg.
i terroni non esistono. capisco, voi dite che non possiamo essere soli nell'universo, dato l'alto numero di sistemi simili a quello solare. ma che esistano i terroni e che siano arrivati fin qui è troppo, secondo me.
Ultima modifica di Lionel Pretzel il 21/10/2007, 2:16, modificato 1 volta in totale.
secondo i raeliani, i terroni mangiano polipi crudi e guidano auto con il neon sotto.
Ultima modifica di Lionel Pretzel il 21/10/2007, 2:24, modificato 1 volta in totale.
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