d'accordo, nessuno perde tutto,
ma se è per quello concedere l'autonomia a una regione, magari parziale, magari senza ricorrere alla tanto aborrita violenza, magari in onore ad un principio di autodeterminazione da te Stato formalmente condiviso, non è che significhi gettare una Nazione nel Caos.
rileggi il primo post di emish24, si parla di migliaia di persone in piazza, si parla di sindaci in piazza, non di una manifestazione di bombaroli.
si parla di prigionieri in isolamento per reati politici, si parla di una ragazza arrestata per una scritta su un muro... dove sono le bombe? dov'è il terrorismo? chi ha usato la forza è stata la polizia spagnola, per carità avrà avuto le sue buone ragioni, figurati, ma se tu e bonvo temete la violenza dovreste preoccuparvi di queste repressioni, primo perché sono violenza e secondo perché innescano altra violenza.
e sia chiaro che a me che il popolo basco sia indipendente francamente importa poco...
[OT]
e sia chiaro, prima che qualcuno faccia paragoni assurdi, che se anche il Popolo Padano volesse davvero rendersi indipendente fregherebbe poco al sottoscritto, non scenderei in piazza a difendere l'unità della Patria. se i Padani la pensassero tutti come dicono di pensarla Borghezio e Bossi, pronti! mi leverei dai Maroni alla svelta e li lascerei ad autodeterminarsi, ma vivendoci non mi pare che la Padania sia quella raccontata al TGNord o che abbia una situazione paragonabile ai Paesi Baschi, che comunque tutto mi paiono tranne che "dominati".
[OT]
Solidarietà al popolo basco in lotta per l'indipendenza
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Per San Giuseppe Desa da Copertino! Un estremista della Pace! Quant'e' bella la Pace, la pace dell'anima, la pace tra i popoli, la pace dei sensi, la pace della mente che non più pensa.GuyFawkes ha scritto: porcoboia, ma neanche in accezione teorica la violenza!
Riposa in pace mi vien da dirti.
Ma come! Sono terrorismo eccome! Terrorismo che uccide ogni individualità in nome di un popolo, popolo che una volta liberato cercherà di opprimere se' stesso nel "senso comune", nella patria, nei valori. Popolo che eleggera' se' stesso per prendere a calci se' stesso. Finiamola con i popoli.emish24 ha scritto: IO PENSO CHE LE LOTTE DI AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI NON DEBBANO ESSERE DEFINITE "TERRORISMO"
Adoro questa tua pornografia malata, un padre che insegna ai propri figli ad esser puttane e' molto barocco.GuyFawkes ha scritto: io invece penso che se ho un tetto, del cibo, una dignità, se posso crescere mio figlio, mia figlia, se posso avere un lavoro e prometterlo ai miei figli
Ultima modifica di Anonymous il 14/10/2007, 18:24, modificato 1 volta in totale.
Oh Bucaiola! Tu mi tradisci! Tu dici "VENGO!" e invece tu pisci!
quoto.Ma come! Sono terrorismo eccome! Terrorismo che uccide ogni individualità in nome di un popolo, popolo che una volta liberato cercherà di opprimere se' stesso nel "senso comune", nella patria, nei valori. Popolo che eleggera' se' stesso per prendere a calci se' stesso. Finiamola con i popoli.
per tutto il resto intendo rispondere... appena ho 5 minuti ... non chiudete il topic prima.... 'notte...
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MA TU IN CHE MONDO VIVI? Ma veramente, senza offesa, come al solito ti rispetto ma non ti condivido.(A)narchiste ha scritto:
Ma come! Sono terrorismo eccome! Terrorismo che uccide ogni individualità in nome di un popolo, popolo che una volta liberato cercherà di opprimere se' stesso nel "senso comune", nella patria, nei valori. Popolo che eleggera' se' stesso per prendere a calci se' stesso. Finiamola con i popoli.
Sono i tuoi classici post che non vogliono dire nulla, da anarchico puro. Il mondo non ragiona così, al di là della questione basca, è chiaro che ci devono essere i popoli, ci sono sempre stati. Se tutti la pensassero come te, con neanche un popolo sulla terra, ci sarebbe il tutti contro tutti e ammaziamoci in allegria.
Tornando in tema, come ho già detto, i baschi non sono l'ETA !!! Non vogliono l'indipendenza con la violenza, vogliono solo essere liberi da un paese che non c'entra nulla con loro. In Europa, ma credo anche nel mondo, soltanto un paese democraticamente si è diviso senza scontri: la cecoslovacchia. Là hanno fatto un referendum e tutti erano d'accordo a dividersi.
Qui vogliono la stessa cosa, è solo l'egoismo dello stato che glielo impedisce. Non è che i baschi vogliono conquistare delle terre spagnole, non vogliono occupare territori in più, non vogliono rivendicazioni estreme, sotto la loro terra non c'è il petrolio........vogliono solo un'indipendenza politica.
Cioè, persino San Marino ha uno stato suo e sono uguali a noi italiani in tutto e per tutto!
E' assurdo che alcuni di voi pensino che non sia giusto che ci sia uno stato basco. Pensate se i nazisti durante la seconda guerra mondiale fossero riusciti a tenere il nord italia. Allora dopo dovevamo stare per forza tutta la vita sotto il loro stato? E se avessimo voluto ribellarci nell'anno 2007 cosa avremmo dovuto fare? cercare di negoziare pacificamente o scendere in piazza con le armi? Io sono contro ogni guerra a priori ma come in tutte le cose bisogna valutarle sotto vari punti di vista.
@Anarchiste: è inutile fare tanti discorsi filosofici, tu non puoi considerare che un'idea teorica possa valere nella pratica sempre, comunque e con chiunque.
Cmq digitate la parola "popolo basco" in wikipedia e leggetevi un pò di storia.
VANTArsi non è bello.
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No, scusa, eh, Grande Gila, qui sono io che rispetto ma non condivido. Ma neanche una virgola.Grande Gila ha scritto: è chiaro che ci devono essere i popoli, ci sono sempre stati. Se tutti la pensassero come te, con neanche un popolo sulla terra, ci sarebbe il tutti contro tutti e ammaziamoci in allegria.
Che i popoli ci siano sempre stati non significa che ci debbano essere. Anche gli schiavi ci sono sempre stati, ma per fortuna ce ne sono via via meno, e speriamo che un giorno non ce ne siano più. Non è che se una cosa c'è sempre stata, allora è giusto che ci sia.
E ovviamente non concordo neanche sulla seconda parte: senza popoli sulla terra, intendendo con "popoli" l'organizzazione riconosciuta delle persone in nazionalità, identità che si basano su confini geografici tracciati per convenzione, ci sarebbe semmai una ragione in meno per ammazzarsi, non una in più. E l'uso stesso del termine "ragione" non va bene. Anzi, mi correggo: ci sarebbe una scusa in meno per ammazzarsi. Te lo dice anche Lennon, che anarchico non era, ma libertario (in senso ampio) sì.
Non capisco da dove tu possa far derivare il fatto che se non ci fosse più il confine tra Italia e Svizzera, io e uno di Zurigo dovremmo iniziare a randellarci.
In questo senso il Compagno (A)narchiste dice "basta coi popoli".
La questione israelo-palestinese non si risolve, ma la soluzione "due popoli, due Stati" sarebbe - credo - la più accettabile.
Da anarchico, però, mi verrebbe da dire "due popoli, nessuno Stato". Esistono israeliani ed esistono palestinesi, ma non ne riconosco l'esistenza solo per la loro carta d'identità o per la posizione geografica in cui si trova la loro casa. Quello è il peggiore dei confini, più di uno fisico.
(A)narchiste (se ho ben inteso) va oltre: non me ne frega un c@xxo di israeliani e palestinesi, o di spagnoli e baschi, esistono solo persone.
In ultimo, Grande Gila, ti assicuro che il pensiero di (A)narchiste è perfettamente calato nella realtà ed attuale, lungi dall'essere "filosofico" (che comunque non è un insulto, eh) o dal non voler dire nulla.
Ultima cosa: utilizzare frasi come
oGrande Gila ha scritto: Sono i tuoi classici post che non vogliono dire nulla, da anarchico puro.
è un artificio retorico un po' squallidino.Grande Gila ha scritto: è inutile fare tanti discorsi filosofici, tu non puoi considerare che un'idea teorica possa valere nella pratica sempre, comunque e con chiunque.
Detto ciò, visto che tragicamente gli Stati esistono, anche io preferirei che al popolo basco fosse data l'indipendenza che chiede.
Ciao da McA e da Francesco Caravagli, responsabile relazioni esterne Radio Fujiko.
Hey ragazzo, qui non c'entra la filosofia, tu ti stai semplicemente mettendo contro John. Vola basso.Grande Gila ha scritto: MA TU IN CHE MONDO VIVI? Ma veramente, senza offesa, come al solito ti rispetto ma non ti condivido.
Sono i tuoi classici post che non vogliono dire nulla, da anarchico puro. Il mondo non ragiona così, al di là della questione basca, è chiaro che ci devono essere i popoli, ci sono sempre stati. Se tutti la pensassero come te, con neanche un popolo sulla terra, ci sarebbe il tutti contro tutti e ammaziamoci in allegria.
Imagine there's no countries
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penso che un bel paio di rincoglioniti che ho visto su youtube ne sarebbero stati contenti...Pensate se i nazisti durante la seconda guerra mondiale fossero riusciti a tenere il nord italia. Allora dopo dovevamo stare per forza tutta la vita sotto il loro stato?
in ogni caso, sono qui a rispondere a Q.
il terrorismo è a monte. Io dico che quando si innesta una spirale di violenza, per qualsiasi ragione, poi le vittime non si contano. Le forze in campo si continueranno a guardare con reciproco sospetto e tutto ciò sarà a discapito della convivenza. Hai mai notato quanto sia giocoforza dei terrorisi sviluppare questo clima? creare un punto i rottura fra la società civile nella quale si celano e le istituzione contro le quali ogliono combattere?rileggi il primo post di emish24, si parla di migliaia di persone in piazza, si parla di sindaci in piazza, non di una manifestazione di bombaroli.
si parla di prigionieri in isolamento per reati politici, si parla di una ragazza arrestata per una scritta su un muro... dove sono le bombe? dov'è il terrorismo?
ibidem con patate... è questo il giuoco dei terroristi: dare l'innesco ad una escalation di violenza. E noi a giustificarli: il primo embrione dell'ETA è stato fondato nel 1950 da STUDENTI NAZIONALISTI. Ora, se i movimenti di estrema sinistra del mondo si pongono poi al fianco di un movimento NAZIONALISTA, vuol dire che il MOVIMENTO NAZIONALISTA ha avuto dei buoni Pr.dovreste preoccuparvi di queste repressioni, primo perché sono violenza e secondo perché innescano altra violenza.
magari, dico io. Ma se vuoi la guerra adesso arrivo a casa tua e per una ragione qualsiasi (me ne invento una, non vedo molto senso in alcun casus belli sentito fino ad ora...) e te la brucio... Ti quoto per molte delle cose che hai detto.. ma io sono in accordo con Erasmo, che diceva a ragione che "La guerra piace soltanto a chi non l'ha mai vissuta »...Per San Giuseppe Desa da Copertino! Un estremista della Pace! Quant'e' bella la Pace, la pace dell'anima, la pace tra i popoli, la pace dei sensi, la pace della mente che non più pensa.
Riposa in pace mi vien da dirti.
Siamo tornati a parlare ancora di guerra e gli ho detto che, al contrario di lui, non penso che la gente comune sia grata ai leader che portano loro guerra e distruzione.
"E' ovvio, il popolo non vuole la guerra." risponde Goering scrollando le spalle. "Perché un povero contadino dovrebbe desiderare di rischiare la pelle in guerra quando l'unica cosa che può sperare di ottenere è quella di tornare alla sua fattoria vivo? Naturalmente, la gente comune non vuole la guerra; né
in Russia, né in Inghilterra e neppure in America, e neanche in Germania, se è per questo. Ciò è chiaro. Ma, in fin dei conti, sono i capi della nazione
che determinano l'andamento della politica e si tratta semplicemente di trascinare il popolo, che si tratti d'una democrazia, d'una dittatura fascista, d'un parlamento o d'una dittatura comunista."
"C'è una differenza" Gli rispondo. "In una democrazia la volontà del popolo si esprime attraverso i rappresentanti da esso eletti, e negli Stati Uniti solo il congresso può dichiarare guerra."
"Oh, tutto ciò è meraviglioso ma, volontà o meno, il popolo può essere comunque manovrato dai suoi leader. E' semplice. Tutto ciò che bisogna fare è dirgli che sono sotto attacco e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo accusandoli di esporre il paese al pericolo. Funziona ovunque nello stesso modo."
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Innanzitutto se non ci fossero più i popoli con i loro stati, non ci sarebbero i mondiali di calcio e gli europei, quindi ogni anno d'estate devi stare in astinenza da calcio x tre mesi. 
Mca, per me il vs punto di partenza è sbagliato. Credo che ogni persona si identifichi in un popolo sia esso, europeo, italiano, lombardo, cremonese.....Avere uno stato per ogni popolo penso sia doveroso, ma non perchè ci sono sempre stati in passato, ma perchè esistono delle leggi che ci regolamentano con tutta una storia e una cultura dietro.
Ma perchè veramente voi pensate che al mondo sarebbe più giusto vivere senza gli stati? Ma dai mi sembra assurdo. Diciamo che tutti al mondo vorremmo stare in pace e senza guerre allora si.
L'Anarchia in tutto e per tutto è troppo estremista, e ogni cosa estrema, non porta benefici.
Questo è quello che contesto ad Anarchiste e non mi piace quando lui fa SOLO discorsi filosofici. Un pò di praticità, se vuoi risolvere un problema devi guardare la realtà dei fatti e non metterti in un limbo a scegliere una teoria del giusto e sbagliato.
Provate ad andare nel parlamento basco e dire: "Oh dai basta con sta storia dei popoli, troppe guerre, troppi sbatti. Facciamo che ognuno vive senza stato e fa quello che vuole".
OT: Per quanto riguarda il commento su Anarchiste, io giudico i post che lui fa, e la penso in un certo modo riguardo a quello che scrive. Poi non lo conosco, neanche so che faccia ha, per cui non lo giudico come persona ma come utente.
Al di fuori di qua si può essere tranquillamente amici anche con idee totalmente differenti

Mca, per me il vs punto di partenza è sbagliato. Credo che ogni persona si identifichi in un popolo sia esso, europeo, italiano, lombardo, cremonese.....Avere uno stato per ogni popolo penso sia doveroso, ma non perchè ci sono sempre stati in passato, ma perchè esistono delle leggi che ci regolamentano con tutta una storia e una cultura dietro.
Ma perchè veramente voi pensate che al mondo sarebbe più giusto vivere senza gli stati? Ma dai mi sembra assurdo. Diciamo che tutti al mondo vorremmo stare in pace e senza guerre allora si.
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Questo è quello che contesto ad Anarchiste e non mi piace quando lui fa SOLO discorsi filosofici. Un pò di praticità, se vuoi risolvere un problema devi guardare la realtà dei fatti e non metterti in un limbo a scegliere una teoria del giusto e sbagliato.
Provate ad andare nel parlamento basco e dire: "Oh dai basta con sta storia dei popoli, troppe guerre, troppi sbatti. Facciamo che ognuno vive senza stato e fa quello che vuole".
OT: Per quanto riguarda il commento su Anarchiste, io giudico i post che lui fa, e la penso in un certo modo riguardo a quello che scrive. Poi non lo conosco, neanche so che faccia ha, per cui non lo giudico come persona ma come utente.
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Ultima modifica di Anonymous il 15/10/2007, 12:19, modificato 1 volta in totale.
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penso che il punto di rottura della nostra personale discussione sia tutto qui. IMHO fare una rivendicazione come quella del popolo basco non innesca di per sé una spirale di violenza. o almeno non dovrebbe.GuyFawkes ha scritto:il terrorismo è a monte. Io dico che quando si innesta una spirale di violenza, per qualsiasi ragione, poi le vittime non si contano. Le forze in campo si continueranno a guardare con reciproco sospetto e tutto ciò sarà a discapito della convivenza. Hai mai notato quanto sia giocoforza dei terrorisi sviluppare questo clima? creare un punto i rottura fra la società civile nella quale si celano e le istituzione contro le quali ogliono combattere?
non provare a far valere un proprio diritto o una propria rivendicazione per paura delle conseguenze sottende alla stessa logica di violenza. vado un po' OT, ma la guerra fredda, per dire, è stato un periodo storico violentissimo IMHO dove la libertà era tutt'altro che garantita, anche negli USA (McCarthy), anche se non si sparavano proiettili. tutto qui.
“Condividere saperi, senza fondare poteri”
Primo Moroni
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L'unica alternativa accettabile è un nuovo ordine mondiale dove IO sono il presidente e Dio assoluto,dove gli uomini vivono in pace e buona volontà con megafoni sparsi per ogni via e quartiere che costantemente vociano i diritti e i doveri. 

well well well Q...
hai ragione: una rivendicazione cme quella del poplo basco non innesca una spirale di violenza.
posto che non rispetto nessun genere di rivendicazione nazionalista o irredentista, il fatto è che la spirale di violenza è stata innescata non da una protesta pacifica, ma da una serie di attentati e omicidi premedtati e messi in pratica senza troppi scrpoli in tempo di pace verso obietivi anche civili da parte dell'ETA.
non far valere un prorpio diritto per paura delle conseguenze, (a parte che è quello che la maggior parte della gente fa anche in Italia sul posto di lavoro, nelle scuole e nei rapporti sciali) è un discorso tendenzioso: tutti sappiamo cosa voglia dire, in certi casi, far valere un prorpio diritto. Ciò che è opinabile è la definizione di DIRITTO.
contro la miseria nazionalista, nostra patria è il mondo (A)
hai ragione: una rivendicazione cme quella del poplo basco non innesca una spirale di violenza.
posto che non rispetto nessun genere di rivendicazione nazionalista o irredentista, il fatto è che la spirale di violenza è stata innescata non da una protesta pacifica, ma da una serie di attentati e omicidi premedtati e messi in pratica senza troppi scrpoli in tempo di pace verso obietivi anche civili da parte dell'ETA.
non far valere un prorpio diritto per paura delle conseguenze, (a parte che è quello che la maggior parte della gente fa anche in Italia sul posto di lavoro, nelle scuole e nei rapporti sciali) è un discorso tendenzioso: tutti sappiamo cosa voglia dire, in certi casi, far valere un prorpio diritto. Ciò che è opinabile è la definizione di DIRITTO.
siamo andati un po' ot discorrendo in realtà più della necessità o della grammatica della violenza che del vero succo di questo discorso secondo me ovvero: a prescindere dalla violenza, che senso ha l'ETA? mi avvalgo della frase che tu hai scritto e che ti ho sopracitato, ed alla luce d questa, rispondo che l'ETA non ha alcun senso di eistere. Tutti gli altri discorsi sulla moralità o la criminalità di perpetrare una lotta violenta di popolo armata nel 2007 (ovvero quasi due secoli dopo la primavera delle nazioni del diciannovesiomo secolo) sono e diventano OT dal mio punto di vista...i Paesi Baschi, che comunque tutto mi paiono tranne che "dominati".
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Io le chiamo credenze. Capisco perfettamente quello che sostieni. Ogni giorno ci scontriamo con la paura e l'incertezza quindi per una questione di economia esistenziale falsifichiamo, riempiamo, creiamo, ci rifugiamo sostanzialmente nell'immaginario. Occupiamo il nulla dell'umano. Il lavoro, la casa, la famiglia sono termini "caldi" a tratti confortevoli nei quali rannicchiarsi. Inventiamo parametri tutto sommato arbitrari per mineralizzare i fantasmi che percepiamo perche' il pensiero scientifico del senso comune ci porta a "oggettivare", ovvero porre un piano di appoggio solido sul quale porre oggetti. Anche io lo faccio, non mi esonero da questa prospettiva, ma mi rendo conto che e' un continuo fuggire se' stessi, un esorcizzare il ritorno all'inorganico.Grande Gila ha scritto: Credo che ogni persona si identifichi in un popolo sia esso, europeo, italiano, lombardo, cremonese.....Avere uno stato per ogni popolo penso sia doveroso, ma non perchè ci sono sempre stati in passato, ma perchè esistono delle leggi che ci regolamentano con tutta una storia e una cultura dietro.
Thomas More quando scrisse Utòpia non voleva applicare quel modello alla societa' del suo tempo, perche' proprio in quanto modello era illogico volerlo nel reale (se di reale possiamo parlare per intenderci). Per More Utòpia era solo uno strumento, una chiave interpretativa, una linea asintotica alla quale tendere. Come quando si raggiunge la felicita' non ci si rende conto d'esser felici in quanto la felicita' non e' felice, cosi' raggiungere una societa' ideale appartiene all'assurdo.Grande Gila ha scritto: L'Anarchia in tutto e per tutto è troppo estremista, e ogni cosa estrema, non porta benefici.
Ti ricordo che i "filosofi" hanno delle responsabilita' immani, perche' un pensiero da solo appartiene al pensato, ma un pensiero con una spada porta a terribili catastrofi. E la storia putt@n@, nominalistica e cronologica ce lo ricorda.Grande Gila ha scritto: Questo è quello che contesto ad Anarchiste e non mi piace quando lui fa SOLO discorsi filosofici. Un pò di praticità, se vuoi risolvere un problema devi guardare la realtà dei fatti e non metterti in un limbo a scegliere una teoria del giusto e sbagliato.
Ma su questo nessuno ha proferito parolaGrande Gila ha scritto: Al di fuori di qua si può essere tranquillamente amici anche con idee totalmente differenti![]()

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mi fa piacere leggere le vostre riflessioni..
ma forse bisognerebbe riflettere sul alcuni punti molto importanti
per capire un po' meglio il perchè la spagna e la francia non vogliono concedere l'indipendenza in euskal herria.
sicuramente il primo motivo e prettamente economico, dato che il territorio basco possiede un economia fortissima e questo fa comodo sia alla spagna che alla francia... il secondo motivo e che il progetto di un nuovo governo indipendentista basco si basa su un discorso socialista della società, e anche questo non piace sia alla spagna che alla francia.
quindi credo che il problema sia molto più pratico che filosofico.
ma forse bisognerebbe riflettere sul alcuni punti molto importanti
per capire un po' meglio il perchè la spagna e la francia non vogliono concedere l'indipendenza in euskal herria.
sicuramente il primo motivo e prettamente economico, dato che il territorio basco possiede un economia fortissima e questo fa comodo sia alla spagna che alla francia... il secondo motivo e che il progetto di un nuovo governo indipendentista basco si basa su un discorso socialista della società, e anche questo non piace sia alla spagna che alla francia.
quindi credo che il problema sia molto più pratico che filosofico.
Ultima modifica di emish24 il 18/10/2007, 15:23, modificato 1 volta in totale.
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Quoto emish24.
Quello che dici è il mio pensiero.
Quello che dici è il mio pensiero.
VANTArsi non è bello.
emish24 ha scritto: quindi credo che il problema sia molto più pratico che filosofico.
state dicendo la stessa cosa. la storia ci insegna che la politica si basa sulla pratica. quello che la rende putt@n@ è che se prima di arrivare alla pratica si usasse un po' più di cervello magari i danni sarebbero ridotti, in qualche caso. e, in qualche altro caso, a danni fatti, sarebbe utile magari usare un po' più di cervello per imparare la lezione.(A)narchiste ha scritto: E la storia putt@n@, nominalistica e cronologica ce lo ricorda.
quindi mi sento di dire che purtroppo sì, il problema sarà pure pratico, ma finché lo si vuole risolvere in modo pratico non se ne esce.
Ultima modifica di Lionel Pretzel il 18/10/2007, 13:10, modificato 1 volta in totale.
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io credo che la teoria fine a se stessa non possa portare assolutamente a niente..
una teoria deve essere sempre seguita dalla pratica perchè "peccato" :'(le belle parole non portano a niente..
non mi considero' pacifista e diffido dalla pratica della non violenza sempre e comunque , perchè credo che la violenza in alcuni casi sia un diritto fondamentale per difendere la propria libertà, quindi credo che si possa condannare solo l'uso che viene fatto di essa e il fine che si vuole raggiungere attraverso essa.
io condanno sicuramente la violenza per fini di potere di guadagno e di pura cattiveria
ma credo sia diritto di tutti usare la violenza (sempre come ultima spiaggia) per la propria libertà
vi dico anche che questa ondata di "pacifismo totale" mi da il vomito perchè dietro di essa si nasconde troppe volte soltanto tanta ipocrisia di molti piccoli borghesi che giocano a fare i comunisti peace & love...
una teoria deve essere sempre seguita dalla pratica perchè "peccato" :'(le belle parole non portano a niente..
non mi considero' pacifista e diffido dalla pratica della non violenza sempre e comunque , perchè credo che la violenza in alcuni casi sia un diritto fondamentale per difendere la propria libertà, quindi credo che si possa condannare solo l'uso che viene fatto di essa e il fine che si vuole raggiungere attraverso essa.
io condanno sicuramente la violenza per fini di potere di guadagno e di pura cattiveria
ma credo sia diritto di tutti usare la violenza (sempre come ultima spiaggia) per la propria libertà
vi dico anche che questa ondata di "pacifismo totale" mi da il vomito perchè dietro di essa si nasconde troppe volte soltanto tanta ipocrisia di molti piccoli borghesi che giocano a fare i comunisti peace & love...
Ultima modifica di emish24 il 18/10/2007, 16:09, modificato 1 volta in totale.
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Euskal Herria: Scontri a Donostia contro vecchi e nuovi falangismi
14 ottobre - Una manifestazione di 3.000 persone ha attraversato ieri le vie centrali di Donostia (San Sebastian) per protestare contro la giornata della "Ispanidad" (=spanicità), commemorazione tornata in auge grazie alla recente impennata di attivismo dei nostalgici falangisti che in questo giorno celebrano anche la patrona delle forze armate spagnole.
La manifestazione di protesta, che si è svolta anche in alcune città spagnole, assume per la terra basca una connotazione speciale vista la recente torsione repressiva di cui si è fatto carico il governo "socialista" di Zapatero che ripristina il reato di "apologia", incarcerando utta la dirzione del parti Batasuna
Il corteo di Donostia ha assunto fin da subito forti connotati di radicalità, visto soprattutto la provocazione annunciata di una trasferta di ben 5 pullman carichi di falangisti che muovevano sulla città basca. Per ore, lungo tutta la giornata di ieri, la polizia autonoma vasca ha fronteggiato manifestanti molto determinati, in massima parte appartenenti alla sinistra abertzale (indipendentisita). Decine gli arresti ma la radicalità della manifestazione ha impedito l'arrivo dei pullman indesiderati.
______________________________________________________________________________
MAdrid- Molte anche le persone che si sono riunite sfilando in corteo nella capitale spagnola. A farsi promotoare dell'iniziativa in Spagna, gruppi d'ispirazione comunista e anti-imperialista che hanno aperto la manifestazione con striscioni che denunciavano la vocazione carceraria dello stato centrale e protestando contro le politiche xenofobe e securitarie.
14 ottobre - Una manifestazione di 3.000 persone ha attraversato ieri le vie centrali di Donostia (San Sebastian) per protestare contro la giornata della "Ispanidad" (=spanicità), commemorazione tornata in auge grazie alla recente impennata di attivismo dei nostalgici falangisti che in questo giorno celebrano anche la patrona delle forze armate spagnole.
La manifestazione di protesta, che si è svolta anche in alcune città spagnole, assume per la terra basca una connotazione speciale vista la recente torsione repressiva di cui si è fatto carico il governo "socialista" di Zapatero che ripristina il reato di "apologia", incarcerando utta la dirzione del parti Batasuna
Il corteo di Donostia ha assunto fin da subito forti connotati di radicalità, visto soprattutto la provocazione annunciata di una trasferta di ben 5 pullman carichi di falangisti che muovevano sulla città basca. Per ore, lungo tutta la giornata di ieri, la polizia autonoma vasca ha fronteggiato manifestanti molto determinati, in massima parte appartenenti alla sinistra abertzale (indipendentisita). Decine gli arresti ma la radicalità della manifestazione ha impedito l'arrivo dei pullman indesiderati.
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MAdrid- Molte anche le persone che si sono riunite sfilando in corteo nella capitale spagnola. A farsi promotoare dell'iniziativa in Spagna, gruppi d'ispirazione comunista e anti-imperialista che hanno aperto la manifestazione con striscioni che denunciavano la vocazione carceraria dello stato centrale e protestando contro le politiche xenofobe e securitarie.
Ultima modifica di emish24 il 18/10/2007, 16:50, modificato 1 volta in totale.
comunisti peace and love un c@xxo...
comunisti peace and love lo vai a fare all'ARCI, a Sant'Eufemia o dove vuoi tu ma se uno ribadisce il concetto della inutilità della violenza non lo fa perché si fuma delle trombe, suona i fottuti bonghi e si prende bene coi cani: lo fa perché a parlare di violenza quando non si è costretti ad usarla è ancora più ipocrita, codardo e vigliacco che invocare la pace.
Armiamoci e partite? Mavaff...
poi il tuo discorso fila come un razzo, nulla da dire...
mi piacerebbe soltanto sapere, dai propugnatori del nazionalismo basco, quali profonde ed insindacabili libertà son state negate al popolo basco che invece sono rispettate per quello catalano o castigliano.. DITEMELO, c@xxo, ED IO APPOGGERO' LA LOTTA ARMATA!
(ovvero quali insindacabili libertà verrebbero negate ai baschi se i nazional-socialisti dell' ETA smettessero la lotta terroristica armata)
fino ad allora appoggerò con la stessa indistruttibile coerenza la lotta per la liberazione della PADANIA, per l'indipendenza del SUDTIROLO e della TRINACRIA territori dominati dal braccio repressivo degli italiani...
comunisti peace and love lo vai a fare all'ARCI, a Sant'Eufemia o dove vuoi tu ma se uno ribadisce il concetto della inutilità della violenza non lo fa perché si fuma delle trombe, suona i fottuti bonghi e si prende bene coi cani: lo fa perché a parlare di violenza quando non si è costretti ad usarla è ancora più ipocrita, codardo e vigliacco che invocare la pace.
Armiamoci e partite? Mavaff...
poi il tuo discorso fila come un razzo, nulla da dire...
mi piacerebbe soltanto sapere, dai propugnatori del nazionalismo basco, quali profonde ed insindacabili libertà son state negate al popolo basco che invece sono rispettate per quello catalano o castigliano.. DITEMELO, c@xxo, ED IO APPOGGERO' LA LOTTA ARMATA!
(ovvero quali insindacabili libertà verrebbero negate ai baschi se i nazional-socialisti dell' ETA smettessero la lotta terroristica armata)
fino ad allora appoggerò con la stessa indistruttibile coerenza la lotta per la liberazione della PADANIA, per l'indipendenza del SUDTIROLO e della TRINACRIA territori dominati dal braccio repressivo degli italiani...
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michia come ti scaldi... 
ipocrita e codardo parlare di violenza quando non si è costretti ad usarla???
vallo a dire ai ragazzi baschi e palestinesi...
e smettila per favore di paragonare la xenofoba e assurda indipendeza padana alla lotta basca..
comunque qui sotto troverai un punto da cui iniziare a farti un idea dei problemi in euskal herria.
ps. a s. eufemia a farti i tromboni e all'arci forse ci andrai tu.
senza rancore...
Diritto all'autodeterminazione: perchè i baschi non ne hanno diritto.
Una risoluzione dell'ONU datata 1966, sottoscritta da quasi tutti i Paesi del mondo, sancisce il diritto all'autodeterminazione per le minoranze etniche presenti all'interno di uno Stato, con lo scopo di riconoscere loro l'identità e la sopravvivenza che gli spettano. In teoria, questa sembrerebbe una legge creata appositamente per porre fine al conflitto in Euskal Herria; però, non potendo trovare uno sbocco, questa disposizione risulta purtroppo del tutto inutile. Infatti, seppur emanata dall'ONU, rimane pur sempre di grado inferiore rispetto alla Costituzione, massima espressione a livello giuridico cui ogni cittadino possa appellarsi: ebbene, questa stessa stabilisce che esiste una sola Nazione, ovvero la Spagna. E' facile capire che, proprio quest'ultima, non intende concedere l'indipendenza che i Baschi giustamente reclamano; anzi, tenta con ogni mezzo - sia fisico che legale - di eliminare il movimento antagonista. Un movimento forte, che rivendica la necessità di uno strumento politico per organizzare la vita sociale, economica e culturale del proprio popolo, un popolo che ad oggi conta quasi 3.000.000 di persone. Da secoli, Euskadi subisce sottomissioni da oppressori che non rispettano e non rispecchiano la sua natura, ben definita e radicata nella comunità da generazioni. Solo nel '36, con una Guerra Civile, si costituì il Governo Basco, che venne letteralmente spazzato via dalla dittatura franchista la quale lo annullò, inglobandolo nuovamente in quello spagnolo. Oggi, ad aggravare ulteriormente la situazione, si aggiunge l'ormai prossima messa al bando di Batasuna: la spagna dimostra in una maniera cosi plateale di voler tacere le legittime richieste dei baschi, facendole apparire come la facciata dietro cui si celano le cosiddette dinamiche del terrorismo. Ma terrorismo quello subito da una popolazione che ambisce esclusivamente alla legittimizzazione di ciò che già esiste, ossia Euskal Herria; terrorismo la persecuzione che Madrid - la quale si ritiene democratica - compie abitudinalmente nei confronti di chiunque tenti di esprimere il proprio dissenso. Ma non si può parlare di democrazia solo come riferimento a un potere delegato dai cittadini: la democrazia deve consistere nella libertà di potersi opporre a sopprusi e leggi ingiuste che non tengono conto di un individuo. E le leggi spagnole, non concedendo la possibilità ai Baschi di scegliere il tipo di organizzazione in cui riunire la loro comunità, non possono essere ritenute democratiche. Perchè vietano la creazione del loro futuro ed, anzi, sono alla base della loro dispersione. Poichè realmente i Baschi rischiano di scomparire, se non possono usufruire di mezzi per preservare le loro caratteristiche. Rischia cosi di estinguersi l'EusKara, la lingua più antica d'Europa che oggi è divenuta il simbolo dell'opposizione, la quale promuove la sua diffusione e ne garantisce, seppure con enormi difficoltà, la continuità. Ma è impensabile che, senza l'esercizio del diritto all'autodeterminazione, l'Euskara possa mantenersi viva, come in generale la cultura e la tradizione basca. Ed è per questo che la battaglia va avanti: Euskadi vuole unicamente non dover sempre e solo assolvere a doveri su doveri, ma beneficiare di quel diritto cui conseguirebbe la fine degli scontri. Perchè solo i Baschi sono in grado di creare un'istituzione in cui potersi identificare. Il diritto all'autodeterminazione coincide esattamente con gli obiettivi della ragione basca ed è l'unica possibilità per costruire una vera democrazia che porti finalmente alla pace.

ipocrita e codardo parlare di violenza quando non si è costretti ad usarla???
vallo a dire ai ragazzi baschi e palestinesi...
e smettila per favore di paragonare la xenofoba e assurda indipendeza padana alla lotta basca..
comunque qui sotto troverai un punto da cui iniziare a farti un idea dei problemi in euskal herria.
ps. a s. eufemia a farti i tromboni e all'arci forse ci andrai tu.
senza rancore...
Diritto all'autodeterminazione: perchè i baschi non ne hanno diritto.
Una risoluzione dell'ONU datata 1966, sottoscritta da quasi tutti i Paesi del mondo, sancisce il diritto all'autodeterminazione per le minoranze etniche presenti all'interno di uno Stato, con lo scopo di riconoscere loro l'identità e la sopravvivenza che gli spettano. In teoria, questa sembrerebbe una legge creata appositamente per porre fine al conflitto in Euskal Herria; però, non potendo trovare uno sbocco, questa disposizione risulta purtroppo del tutto inutile. Infatti, seppur emanata dall'ONU, rimane pur sempre di grado inferiore rispetto alla Costituzione, massima espressione a livello giuridico cui ogni cittadino possa appellarsi: ebbene, questa stessa stabilisce che esiste una sola Nazione, ovvero la Spagna. E' facile capire che, proprio quest'ultima, non intende concedere l'indipendenza che i Baschi giustamente reclamano; anzi, tenta con ogni mezzo - sia fisico che legale - di eliminare il movimento antagonista. Un movimento forte, che rivendica la necessità di uno strumento politico per organizzare la vita sociale, economica e culturale del proprio popolo, un popolo che ad oggi conta quasi 3.000.000 di persone. Da secoli, Euskadi subisce sottomissioni da oppressori che non rispettano e non rispecchiano la sua natura, ben definita e radicata nella comunità da generazioni. Solo nel '36, con una Guerra Civile, si costituì il Governo Basco, che venne letteralmente spazzato via dalla dittatura franchista la quale lo annullò, inglobandolo nuovamente in quello spagnolo. Oggi, ad aggravare ulteriormente la situazione, si aggiunge l'ormai prossima messa al bando di Batasuna: la spagna dimostra in una maniera cosi plateale di voler tacere le legittime richieste dei baschi, facendole apparire come la facciata dietro cui si celano le cosiddette dinamiche del terrorismo. Ma terrorismo quello subito da una popolazione che ambisce esclusivamente alla legittimizzazione di ciò che già esiste, ossia Euskal Herria; terrorismo la persecuzione che Madrid - la quale si ritiene democratica - compie abitudinalmente nei confronti di chiunque tenti di esprimere il proprio dissenso. Ma non si può parlare di democrazia solo come riferimento a un potere delegato dai cittadini: la democrazia deve consistere nella libertà di potersi opporre a sopprusi e leggi ingiuste che non tengono conto di un individuo. E le leggi spagnole, non concedendo la possibilità ai Baschi di scegliere il tipo di organizzazione in cui riunire la loro comunità, non possono essere ritenute democratiche. Perchè vietano la creazione del loro futuro ed, anzi, sono alla base della loro dispersione. Poichè realmente i Baschi rischiano di scomparire, se non possono usufruire di mezzi per preservare le loro caratteristiche. Rischia cosi di estinguersi l'EusKara, la lingua più antica d'Europa che oggi è divenuta il simbolo dell'opposizione, la quale promuove la sua diffusione e ne garantisce, seppure con enormi difficoltà, la continuità. Ma è impensabile che, senza l'esercizio del diritto all'autodeterminazione, l'Euskara possa mantenersi viva, come in generale la cultura e la tradizione basca. Ed è per questo che la battaglia va avanti: Euskadi vuole unicamente non dover sempre e solo assolvere a doveri su doveri, ma beneficiare di quel diritto cui conseguirebbe la fine degli scontri. Perchè solo i Baschi sono in grado di creare un'istituzione in cui potersi identificare. Il diritto all'autodeterminazione coincide esattamente con gli obiettivi della ragione basca ed è l'unica possibilità per costruire una vera democrazia che porti finalmente alla pace.
in realtà non mi scaldo.. uso solo un linguaggio colorito: lo trovo più divertente 
comunque...
non voglio aprire un lungo sproloquio storico sulle ragioni per le quali il poplo palestinese si sia trasformato da oppressore ad oppresso dopo la II Gm (forse non tutti lo sanno) e che dunque ora, per ammissione degli stessi leader dei due popoli, il conflitto mediorientale sia analizzabile quale una strana guerra dove tutti hanno nello stesso tempo torto e ragione...
in tutto il lardone che mi hai postato sulla storia del popolo basco non vedo altro che conferma delle mie tesi. L'unico momento di repressione FISICA subita risale alla g.c. e subito dopo essa col regime franchista: cosa normale, peraltro, a tutta la spagna dove si conteranno ritorsioni e rigurgiti di quel conflitto fino almeno agli inizi degli anni '50 dove le stime sulle condanne a morte inflitte SU TUTTO IL TERRITORIO IBERICO variano da 28.000 (Larrazàbal, storico filofranchista) a 150.000(Tamames, storico filorepubblicano).
Oggi come vedi il discorso è molto semplice: o l'indipendenza o la violenza. L'indipendenza per fare, ripeto? un nuovo governo, esercito, polizia? un nuovo governo borghese fatto per sfamare un'altra casta o i baschi sono BUONI? Un nuovo governo per fare? Per tutelare una lingua? Una cultura? O per andare allo stadio con la maglietta con scritto "FIERO DI ESSERE BASCO" come hanno fatto i croati non troppo tempo fa. Vai, vai a chiedere ai ragazzi della ex Jugoslavia cosa ha cambiato nella loro vita la guerra d'indipendenza. Se a Sarajevo si stava meglio quando questa era in Yugoslavia o adesso che è in Bosnia: ti risponderanno "tutt'altra cosa!!"
Al popolo basco non sarebbe e non è negato nulla. A parte un pezzo di stoffa con le righine colorate verdi bianco e rosse. Comunque ti riconosco che Euskal Herria é realmente un'area depressa e soppressa, lo è a tal punto che durante la Semana Granda, San Sebastian diventa un deserto di cocci di bottiglie e polizia assediato dall'alba al tramonto mentre membri dell'eta e patrioti palestinesi, compagni di lotta, versano il loro sangue per il principio dell'autodeterminazione dei popoli oppressi.


comunque...
non voglio aprire un lungo sproloquio storico sulle ragioni per le quali il poplo palestinese si sia trasformato da oppressore ad oppresso dopo la II Gm (forse non tutti lo sanno) e che dunque ora, per ammissione degli stessi leader dei due popoli, il conflitto mediorientale sia analizzabile quale una strana guerra dove tutti hanno nello stesso tempo torto e ragione...
questa frase era diretta a tutti gli assertori della guerra di popolo armata che si fanno megafoni di battaglie qui in Italia, fra campari, cosce e i-pod. Rispetto, temo e provo umanamente pena per chi si trova costretto a difendersi con la forza.emish24 ha scritto: 18/10/2007, 17:28ipocrita e codardo parlare di violenza quando non si è costretti ad usarla???
in tutto il lardone che mi hai postato sulla storia del popolo basco non vedo altro che conferma delle mie tesi. L'unico momento di repressione FISICA subita risale alla g.c. e subito dopo essa col regime franchista: cosa normale, peraltro, a tutta la spagna dove si conteranno ritorsioni e rigurgiti di quel conflitto fino almeno agli inizi degli anni '50 dove le stime sulle condanne a morte inflitte SU TUTTO IL TERRITORIO IBERICO variano da 28.000 (Larrazàbal, storico filofranchista) a 150.000(Tamames, storico filorepubblicano).
Oggi come vedi il discorso è molto semplice: o l'indipendenza o la violenza. L'indipendenza per fare, ripeto? un nuovo governo, esercito, polizia? un nuovo governo borghese fatto per sfamare un'altra casta o i baschi sono BUONI? Un nuovo governo per fare? Per tutelare una lingua? Una cultura? O per andare allo stadio con la maglietta con scritto "FIERO DI ESSERE BASCO" come hanno fatto i croati non troppo tempo fa. Vai, vai a chiedere ai ragazzi della ex Jugoslavia cosa ha cambiato nella loro vita la guerra d'indipendenza. Se a Sarajevo si stava meglio quando questa era in Yugoslavia o adesso che è in Bosnia: ti risponderanno "tutt'altra cosa!!"
Al popolo basco non sarebbe e non è negato nulla. A parte un pezzo di stoffa con le righine colorate verdi bianco e rosse. Comunque ti riconosco che Euskal Herria é realmente un'area depressa e soppressa, lo è a tal punto che durante la Semana Granda, San Sebastian diventa un deserto di cocci di bottiglie e polizia assediato dall'alba al tramonto mentre membri dell'eta e patrioti palestinesi, compagni di lotta, versano il loro sangue per il principio dell'autodeterminazione dei popoli oppressi.
