Allo ha scritto:
Questa è la credibilità indie.
Se vali finisci da qualche parte, se fai cacare scompari.
La legge della sopravvivenza.
A me risulta che il mondo discografico e' sempre funzionato cosi'.
Inizi a produrre qualcosa nella cameretta o nella sala prove, fai girare, spedisci demo a destra e sinistra e trovi qualche etichetta minore, ops... pardon,
indie che ti pubblica.
Il succo del discorso e' che negli ultimi anni le case discografiche grosse pubblicano prevalentemente spazzatura o riesumano qualche dinosauro per tirare fuori dal cassetto roba trita e ritrita.
Il fenomeno dell'indie secondo me e' nato come risposta a questa carenza di proposte valide da parte delle major, e si e' concretizzato in una maggiore attenzione rispetto alle nuove proposte che trovano spazio solo al di fuori del mainstream. Come concetto di base questa e' una cosa positiva, perche' tu, che fai buona musica, che hai delle idee innovative, che sperimenti o che semplicemente fai dell'onesto rock preso male hai piu' visibilita' e possibilita' di farti conoscere rispetto a 10 anni fa.
L'effetto collaterale di questo fenomeno e' che poi ci sono degli invasati o dei fighettini che si riempiono la bocca di
inide solo perche' essere
indie e' cool. Alla stessa maniera ci sono delle etichette
indie che pubblicano praticamente tutto quello che gli capita sotto mano per cavalcare l'onda. Per troppi e' una moda, per tanti altri e' una vera e propria passione.
Come quando e' esplosa la moda dei Nirvana e del grunge tutti giravano depressi con i jeans strappati e i capelli lunghi e sporchi e un miliardo di cassettine di gruppi semi-sconosciuti e orripilanti solo perche' erano della
scena di seattle o quando e' esplosa la moda skate e tutti giravano con i pantaloni con la
petèera e le magliette di 5 misure piu' grandi. Finita la moda i modaioli si spostano a quella successiva, e quelli che ci credono davvero rimangono fedeli alla linea.